Testi e immagini al tempo del Coronavirus – 1
Oggi, primo giorno di primavera, tradizionalmente dedicato alla Poesia, vi proponiamo un primo gruppo di testi e immagini, in risposta all’invito a mettere insieme l’eco collettiva di un diario riflessivo-emozionale della straordinaria condizione drammatica in cui siamo, non sappiamo fino a quando.
L’obiettivo è prima di tutto quello di non rinunciare a forme di condivisioni, di azione culturale non egoica, tesa a rompere almeno in parte le segregazioni domiciliari. Che tuttavia non cancellano punti interrogativi, sia sullo specifico invisibile che ci tormenta, sia sui giochi di potere, ugualmente poco visibili, che tutti i teatri di guerra accentuano.
Credo possa servire a toccare insieme qualche vuoto, mentre è ormai palese che con questa vicenda nulla rimarrà come prima!
A.V.
***
Seguono testi di
Adam Vaccaro, Laura Cantelmo, Franco Buffoni, Felicia Buonomo, Domenico Cipriano, Giacomo Graziani,
Francesco Macciò, Annamaria De Pietro, Adriana Gloria Marigo, Alberto Figliolia
E immagini di
Fernanda Fedi-Gino Gini, Fausta Squatriti,
M.Montedoro-Charles M. Schulz
***
Adam Vaccaro
Virus tra noi
Ciliegi e peschi stanno fiorendo
e se ne fottono di corone di
virus che pare irridano noi
incarcerati dall’invisibile
che dilaga in un fiume
di hybris e stupidità prona
arrogante e impotente mentre
si dimena e resiste ciò che resta
dell’umano invisibile
11 marzo 2020
*
Laura Cantelmo
Il nemico
Un vuoto interiore, dalla finestra niente.
Fioriscono le viole del pensiero in questo
inquieto nero. La mente turbata tace.
Il nemico alle porte pronto a colpire
a tradimento. Sfilano bare senza nome.
Dicono che il re è fuggito perdendo
la corona,
non c’è governo in tutta la nazione
e pare che il cielo aiuti solo chi ama
il re eterno.
Ma l’amore per noi non ha più dimora.
Eppure torna il merlo a cercare pane,
noi lo nutriamo e usciamo al sole
per pochi istanti . Intanto
gira la ruota, ritorna al punto
di non ritorno, si ferma,
gira invano
mentre aspettiamo che tutto cambi.
*
Franco Buffoni
Primavera 2020
E passerà pure la cometa
In questa invero poco lieta
Congiunzione astrale. Viene a trovarci
Ogni cinquemilaquattrocento anni,
L’abbiamo battezzata C/2019 Y4.
L’ultima volta ci vide nelle grotte
Rudi e vigorosi
Intenti a rupestri incisioni
Atte a propiziare la cattura dei bisonti,
Oggi ci rivede casalinghi
Intenti a guardinghe incursioni sottocasa
Per procurarci pane e latte.
Nel frattempo lei ha sviluppato una chioma
E una coda di ioni. Noi pochi anticorpi
Ma molti coglioni antivax.
*
Felicia Buonomo
Domani
Mi aggrappo al composto viscido
delle mancanze. Liscio come
il tessuto di un giorno di festa mancato.
La geografia dei sentimenti
ha ritmi da cambiamenti geologici:
è tutto paura, si sente dappertutto.
Trattengo in me il diritto alla felicità
antecedente. Sento, nella solitudine
di non saper comprendere.
Mascherina – distanza – collasso.
Ospedali pieni – scaffali vuoti.
La tragedia è a un palmo di mano,
occhi, bocca e naso.
Maestra di sorrisi, al posto di blocco
rispondo: «Aspetto domani».
*
Domenico Cipriano
(agli amici lontani)
Non demonizziamo la paura, ci appartiene,
è scritta nelle ferite, scorre nelle vene.
Con la paura tentiamo di difenderci,
proteggerci dalla ferocia della violenza,
dalle notizie che insinuano l’ansia.
Per paura ci allontaniamo, ci isoliamo
dagli sguardi, dalle strette di mano
violiamo il patto della convivenza.
Poi cerchiamo di frenarla – la paura –
di non mostrarla, viverla oltre il suono
delle sue parole, rimisurando le distanze,
perché ci sono lontananze che la paura
accorcia, come fanno i nodi a un nastro
su cui segniamo ciò che poi dimentichiamo.
Così, se preme la paura, contattiamo
agli amici lontani – con i quali abbiamo
sempre meno parole comuni – perché
ci accomuna il timore di perderci tra le voci
quelle che fanno rumore sopra ogni respiro
e coprono il suono delle cose che mi dici.
27.02.2020
*
Giacomo Graziani
Nel tempo declive
Nel tempo declive
sulle cadenze di ore inavvertite
le nostre dita s’intrecciano.
Cercano alto tragitto
di un tempo trasversale.
Tessono rotte
sul guasto di stagioni terrestri.
*
Francesco Macciò
Da HIBERNA (marzo 2020)
Siamo tutti in una morsa
come in guerra, una catena…
*
Sentì picchiare tre volte al portone,
un suono cupo, pesante. Tre volte
fece scorrere la placca metallica
della feritoia. Non vide nessuno.
Solo un turbinio di carte e di foglie.
*
Non siamo noi a spiare,
a redigere dal corpo di guardia
una relazione di servizio
di ogni sospetto, di ogni paura.
Forse qualcuno là fuori
da un avamposto lontano
– un pulviscolo luminoso
alle sbarre dell’inferriata,
il becco di una lama d’acciaio –
ci tiene rinchiusi e ci spia.
*
Ancóra una volta nel dolore
si affina la pazienza.
Rinchiusa come Ulisse
nella caverna del ciclope
attende in silenzio
l’occasione propizia
o il colpo di grazia.
*
Annamaria De Pietro
La peste
È stato contagiato dalle volpi
cuore di rabbia crisoelefantino
– carie non macula il pettine bianco,
non mangia ruggine il pettine d’oro –.
Cosí s’imbroda di bava e vino
ebbro di tosse sputata a colpi
dentro il colletto di amido e lino
dentro la spilla di astri e lavoro
saltando dal respiro. Gira il branco,
le code rosse, l’odore canino.
*
Adriana Gloria Marigo
Qualcosa non affine
Da molti giorni mi sveglio
prima dell’alba,
un motivo ignoto chiama
all’approdo della luce
allo spirito che gli alberi
crescono in forma di foglia.
Qualcosa non affine
alla vaghezza dell’aria,
sconosciuta al verde
al sole dei tarassachi
arrovescia il cielo d’angoscia
invade il respiro
sferza il sangue
serra di morte la pupilla.
Luino, 22 marzo 2020
*
Alberto Figliolia
Alle cinque e mezza
Alle cinque e mezza
iniziano a cantare
gli invisibili uccellini
sui rami seminudi di marzo
prima dell’aurora
quando le tenebre sono ancora spessa colla,
quando metà del mondo dorme
e i sogni prendono l’ultima deriva
(la misteriosa corrente dei suoni muti)
o quando nell’insonnia il ricordo
ti trancia l’anima,
quando nel brivido del silenzio
sai che il nuovo sole sorgerà presto
a donare il fiore
dell’esistere.
Venerdì 20 marzo 2020, Cesano Boscone
Grazie, caro Adam. care amiche e cari amici per questo prezioso, attualissimo invio di versi e immagini. Il periodo che stiamo attraversando è davvero terribile. Tuttavia, la vicinanza di affetti e riflessioni, la condivisione, la poesia e tutta l’arte sono sicuramente delle grandi risorse, dei preziosissimi Beni per noi tutti. Grazie!
Ricambio di cuore le vostre intense parole e auguri a voi tutti salute e serenità. Con affetto,
Mariella Bettarini
Grazie di vero cuore a mio cugino Adamo e a voi tutti amiche e amici, per queste preziose poesie, durante questo periodo davvero terribile. Auguro a voi tutti salute e serinita’. Con affetto. Gennarino Maucieri.