E forse che glielo chiedesse un altro da noi, un senegalese.
Ricordo che Panikkar diceva che, visti da fuori, ( cioè con lo sguardo dell’alterità che ci permette di vederci la caricatura dell’umano che siamo diventati) “ gli europei sono quelli che quando si incontrano per strada non si salutano!”.
Figurarsi chiedersi: tutto bene?!
Io che invece lo chiedo tutto bene, (perché so cosa significa stare male ) mi meraviglio invece che non solo uno come Magris, o una come la Marylin si possano trovare la sera, soli, in un casa bella e vuota o sul marciapiede per un sigaro.
Me lo chiedo sempre nelle mie molte sere da sola, seduta in cucina o al ristorante poco fa la differenza, perchè la solitudine, pur se costitutiva del nostro essere umani e finiti, è pur sempre dolorosa e anche sintomo di qualcosa, una domanda ci interroga ovunque.
Certo distinguo tra solitudine e isolamento, la prima appunto costitutiva, la seconda “frutto” di malessere; ma non c’è un limite definito, entrambe sconfinano l’una nell’altra e quello che oggi mi pare abbia la meglio sia l’isolamento.
Ci isoliamo con uno sguardo basso, non certo umile, comprensivo di quell’umiltà tanto necessaria al vivere, ma basso perchè volto solo ad ogni tipo di tecnologica esasperante novità; ci isoliamo con cuffiette e strazianti musicalità così da renderci sordi e di conseguenza muti, senza parola alcuna di fronte all’altro che vorremmo scomparisse, lui che ci cimenta che ci interroga che ci prende l’anima per farci vedere la nostra. Che ci invita al ” come va? tutto bene ?! “
Fa bene una sera come quella che anche Magris ha attraversato, abbiamo tutti bisogno di un risvegliatore, sempre che risvegliati vogliamo essere !
Buona giornata
Patrizia Gioia
i semi della gioia