Nel giorno della memoria, vi propongo la lettura di due poesie mie, inserite nel blog Dedalus di Ivano Mugnaini:
http://ivanomugnaini.splinder.com/post/19669322/memorie-del-futuro-testi-di-adam-vaccaro
e su http://ivanomugnainidedalus.wordpress.com.
Segue una poesia di Giacomo Vit tratta dalla raccolta “Zyklon B”, che sarà presentata a Pordenone il 27 gennaio. La lingua è il furlano. La raccolta “fa parlare” gli oggetti di coloro che sono stati sterminati dai nazisti nei campi di concentramento. E’ stata inviata per il nostro blog in esclusiva da Gianmario Lucini.
Il senso complessivo è che la memoria sia dedicata a tutte le vittime e non risvegliata solo un giorno all’anno! E’ il solo modo per tenere accesa la memoria di un futuro migliore!
Adam Vaccaro
MEMORIE DEL FUTURO
La cenere dei fumi di Auschwitz
così bianca e viola infine rossa
batte batte dentro al cuore come
blatta che non volerà rimarrà
a rodere tra questi ruderi nutrirà
il nostro sangue nero sconfinato
insaziabile non si fermerà vorrà
sfamarsi di ogni sangue e vittima
diventata cenere deporla
nelle mani di Cerere a farne
messi di una Terra non più
prona a poteri e follie di ieri e
di oggi che sappia pesare
sulla stessa bilancia ogni
grammo di carne umana
rossa poi viola infine bianca
offerta al dio di tutti
i popoli di tutte le terre
ricche povere e senza
privilegi né figli prediletti
di una Terra non più
crocifissa da confini e
tavole imbandite da eletti
assediate da cumuli di blatte
affamate impazzite –
se questo è un uomo
* * *
IL ROSSO E LA NEVE
Qui è ormai tutto bianco
come una perfetta notte
di Natale mentre una fitta
si conficca nel costato
di questa impotenza
che può solo pensare
al rosso che cola
tra i muri massacrati
di Gaza
*
Qui da noi il padrone è una stella
che ci impone la misura della terra
della farina dell’acqua della dignità
che ci invade e distrugge le case
che ci affama e fa piovere bombe
nel nome di Davide e di Israele
che chiude il cerchio glorioso
della bestemmia Gott mit uns
su noi che non abbiamo più voce
in questo dominio del mondo
sommersi dalle mille voci
che del tempio fanno mercato
su noi resi ciechi e muti dall’oro
che scorre nelle reti e nei nervi e
comanda sapiente voce o silenzio
che non rompa la pace dei servi
o silenzio del dio dei popoli
tra scoppi di brindisi e bombarde
nell’impronunciabile nome YHWH
di un dio che ormai è solo tra gli eserciti
*
e voi qui ancora al caldo della favola di lana
del lupo e dell’agnello – di una stella che brilla
di dollari e uranio minacciata da un esercito
insensato di fame e stracci – di una stella
supernova del pensiero unico dominante di
una destrasinistra che balla abbracciata alle
stesse bugie e bolla da antisemita chi
rifiuta macelleria e storia che fa della speranza
umana una tomba, che rovescia la clessidra
e fa dell’Olocausto un grande ombrello
per coprire meglio tutte le vergogne, che
compra silenzi e falsità di politici e media
O Obama Obama, tu quoque!, ci dici
anche qui yes we can, incurante di quanto
verdelatte ti ha versato la lobby di Sion?, o voi
re della parola, poeti di lumini accesi
e voi che beati nuotate nel mare di cose
appesi alle code dei saldi – bambini dietro
aquiloni d’affari d’oro – non siate troppo disturbati
da bambini sventrati o ammutoliti di terrore
sulla striscia di Gaza
Gennaio 2009 – Adam Vaccaro
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Giacomo Vit
Fotografiis di feminis
lujza, marianka, esta, e tu
charlotta, magda, biela jeanette,
gigiuta da vui neris, e nena cun
sent ains in tal pùin, virginia
vacia dai sperimints, e tu bionduta
cul non dislagàt, e tu miute-stec
scalsàt dal vint, alina-cuarda ch’a
nissa un brut siun, patricia cul
rastiel dai dinc’, beta ch’a ciucia un got
di timp mars, la piel sbregada di tatiana,
e rachele ch’a siga il nuia il nuia il nuia.
Fotografie di donne
lujza, marianka, esta, e tu
charlotta, magda, bella jeanette,
luigina dagli occhi neri, e maddalena con
cento anni nel pugno, virginia
vacca da esperimenti, e tu biondina
col nome liquefatto, e tu miute-stecco
calciato dal vento, alina-corda che
dondola un brutto sogno, patricia col
rastrello dei denti, elisabetta che succhia un bicchiere
di tempo sfatto, la pelle scorticata di tatiana,
e rachele che urla il nulla il nulla il nulla.
Una poesia sanguigna quella di Adam, una poesia pregna di dolore e di rivolta nei confronti delle ingiustizie presenti sulla terra. Una poesia che, come un bisturi, incide nell’anima del lettore sollecitando una risposta al muto grido degli ultimi !
Ecco una poesia in cui il poeta diventa attore alla difesa della pace e della giustizia. Lo rivelano la forza e la pertinenza del linguaggio, lo rivelano lo stile infuocato, battagliero, senza compromessi……
Il poeta ottiene lo scopo principale ricercato : sensibilizzare il lettore che invita a vivere e promuovere la pace e la giustizia……
C’é pure nella poesia uno spiraglio di speranza che riconforta e spinge a passare a l’azione…..
Franco Nicola