Gianni Rodari ha scritto questa poesia nel 1962 …
e sembra scritta oggi
A. V.
Ladro di “erre”
C’è, chi dà la colpa
alle piene di primavera,
al peso di un grassone
che viaggiava in autocorriera:
io non mi meraviglio
che il ponte sia crollato,
perché l’avevano fatto
di cemento “amato”.
Invece doveva essere
“armato”, s’intende,
ma la erre c’è sempre
qualcuno che se la prende.
Il cemento senza erre
(oppure con l’erre moscia)
fa il pilone deboluccio
e l’arcata troppo floscia.
In conclusione, il ponte
è colato a picco,
e il ladro di “erre”
è diventato ricco:
passeggia per la città,
va al mare d’estate,
e in tasca gli tintinnano
le “erre” rubate.
Gianni Rodari – (1962) da “Il libro degli errori”
Grande Gianni Rodari, pedagogo negli anni sessanta di noi futuri genitori! Con la tua leggerezza profonda hai indicato contraddizioni e ipocrisie, viltà e presunzioni, sempre nel tuo tono scanzonato e ragazzino. La tua poesia
profetica narra quanto in questi giorni è avvenuto potendo non esserlo correndo ai ripari necessari e conosciuti visto. che i vantaggi erano già stati ottenuti.
Ti ringraziamo ancora anche se purtroppo non sei stato ascoltato da chi avrebbe dovuto!
Una poesia straordinaria! Ma quelli erano gli anni del cosiddetto “impegno” in poesia e in letteratura! Persino Gianni Rodari, da molti erroneamente considerato un “autore per ragazzi”, era molto “impegnato”.