Il Papi osceno

Pubblicato il 3 giugno 2009 su Saggi Società da Adam Vaccaro

Il Papi osceno

di Alessandro Carrera

Nelle ultime settimane, tra New York e Milano, amici e conoscenti si sono sentiti in dovere di informarmi sulle novità italiane delle quali, stando in Texas, sarei rimasto all’oscuro.

Sono così venuto a conoscenza di voci (alcune delle quali mi sono state confidate ancora prima che venisse a galla l’affaire Noemi) che puntano più o meno tutte in un’unica direzione: attribuiscono cioè all’attuale presidente del consiglio dei ministri della più grande penisola del Mediterraneo una libido assolutamente iperbolica.
Ho intrapreso una ricerca in internet per verificare se queste voci si fossero diffuse anche in rete, ma ho trovato ben poco rispetto a quello che mi è stato raccontato.

Ci troviamo dunque in presenza di un fatto ormai raro, e anzi particolarmente significativo per chi si interessa di storia delle dicerie: il momento in cui rumori e leggende di cui non si conosce il fondamento si diffondono per via puramente orale, senza ancora tramutarsi in scrittura.

In un paese anglosassone e protestante il solo sospetto che alcune di queste voci potrebbero essere vere avrebbe già imposto all’interessato le dimissioni immediate, senza se e senza ma.

L’Italia però non è né anglosassone né protestante, è cattolica e pagana, e la prestanza attribuita al presidente in carica appare piuttosto la ripresa dell’immortale salute di un Giove alla perenne rincorsa di qualche ninfa. Oppure i paragoni andrebbero cercati con la senilità erotomane del dittatore descritto da García Marquez ne L’autunno del patriarca, o con gli ultimi anni della vita di Mao Zedong, quando la Banda dei Quattro gli forniva ragazze in continuazione per distrarlo dagli affari di governo e comandare in sua vece. Sia come sia, è chiaro che un capo del governo in preda a erotismo senile è un pericolo per la sicurezza nazionale. Potrebbe essere spinto a rivelare affari di stato a giovanette più o meno innocenti che andranno poi a raccontarli a un fidanzato di turno piazzato da un servizio segreto straniero o da qualche gruppo di potere. Simili argomenti sono stati sollevati durante lo scandalo Clinton-Lewinski, e non erano peregrini, benché in quell’occasione se ne fosse fatto un uso eccessivo e strumentale.

Nello specifico caso italiano l’attribuzione di un’erotomania incontenibile al presidente del consiglio rafforza una figura che, sulla scia del Freud di Totem e tabù, chiameremo quella del “Padre Osceno”, il vecchio capo che prende per sé le donne più giovani della tribù negandole ai figli. Nella fantasia freudiana i figli si uniscono per uccidere il genitore, tornando poi a dividersi le donne e permettendo così la sopravvivenza della tribù, mentre il senso di colpa edipico sarà il prezzo che pagheranno per l’infrazione dei vincoli di sangue. Nessun antropologo sosterrebbe oggi la plausibilità scientifica del racconto freudiano, che del resto nemmeno l’autore presentava come una verità. Un supporto indiretto l’abbiamo però dal primo libro dell’Iliade: Agamennone che porta via ad Achille la schiava Briseide si comporta precisamente come il Padre Osceno. L’ira di Achille è edipicamente giustificata, e la lentezza con la quale i capi dei greci lo comprendono finisce per danneggiare non poco la loro impresa guerresca.

Il popolo italiano, almeno fino all’esplodere del caso Noemi, finora è sembrato più che disposto ad assecondare il suo Agamennone. A quanto sembra, anzi, c’erano italiani che facevano a gara nel consegnargli le proprie figlie o fidanzate. Invece della rivolta edipica aveva preso piede il desiderio di partecipare per via indiretta alla sessualità del capo. Il godimento del sottoposto per la potenza genitale del proprio leader è una forma di omoerotismo di massa stabilizzatasi all’epoca del fascismo, e la soddisfazione che molti ne hanno tratto allora dev’essere stata così forte, e così intensa la nostalgia che poi ne è seguìta, che i loro figli e i nipoti si sono sentiti in dovere di ricrearne le condizioni.

Altro che ira d’Achille. È stata invece riconfermata una potente intuizione di Umberto Saba, attento lettore di Freud: gli italiani sono incapaci di rivoluzione perché è solo con l’uccisione del padre che inizia una rivoluzione, mentre «gli italiani vogliono darsi al padre, ed avere da lui, in cambio, il permesso di uccidere gli altri fratelli».

Da http://www.europaquotidiano.it/dettaglio/110697/il_papi_osceno

27 maggio 2009

9 comments

  1. Fausta Dossi ha detto:

    Penso che tutto questo sia puramente strumentale per la sinistra che in questi giorni si grogiola nel pettegolezzo non sapendo più come stare a galla.Mi ricordo quando Togliatti stava con la sua amante Nilde Jotti nessuno si scandalizzava e quando lasciò a Mosca il figlio che poi finì malamente perchè completamente dimenticato nessuno si scandalizzò

  2. Luca Cori ha detto:

    “Il Papi osceno” è un ottimo spunto, misurato e sintetico, che in nessun momento indulge al pettegolezzo o alla deformazione volontaria.
    Il richiamo a Totem e tabù è più che pertinente: cambiano i capi, ma non cambia la natura degli italiani – cattolici e pagani, appunto, e per ciò stesso sempre pronti a prostrarsi dinanzi al vitello d’oro di turno.
    Non sono sicuro che il problema sia solo il “grogiolarsi” (secondo la lezione di Fausta Dossi”) della sinistra.
    Ma un dubbio mi viene: che anche la sinistra, italiana, paghi comunque un pegno in termini di investimento emotivo a carico di Berlusconi, e che sia proprio questo investimento di odio, di invidia, di pulsioni confuse, a circonfondere Berlusconi di un’aura sublime. Che la nostra sinistra insomma abbia trasformato Berlusconi da semplice avversario politico a ipostasi di un invincibile Nemico?

  3. luisa sax ha detto:

    non mi sembra per nulla peregrina l’idea che gli italiani (una parte) godano nel darsi al padre (osceno), anche perchè ci sono due millenni di condizionamenti cattolici di richieste, anche poco gentili, di sottomissione totale al “padre nostro che sei nei cieli”. Del resto c’è chi sostiene che le guerre siano escogitate dai vecchi (padri osceni) per far fuori (inconsciamente) i migliori maschi giovani e godere così delle loro fidanzate e spose rimaste sole. Come donna e italiana,comunque, non posso sentirmi certo omoerotizzata ma fortemente avvilita.

  4. laura ha detto:

    Leggete o rileggete “Eros e Priapo” di Gadda e capirete che non c’è nulla di nuovo sotto il sole.

    Il papi osceno è sempre piaciuto non solo ai maschi italiani, grazie a un processo di identificazione, ma anche, AHIME’!!!, alle signore italiane, che in lui vedono il vincitore, il marito sognato : ha successo, pazienza se pizzica il culo alle altre, è così simpatico e forte, porta tanti soldi a casa…
    Un triste e demenziale meccanismo psicoanalitico che è già stato ampiamente analizzato, ma tanté: papi è un tesoro e ce lo teniamo, fino alla rovina (nostra).

    Quanto a Togliatti, era separato dalla moglie, aveva un’altra compagna, una persona della portata intellettuale e morale di Nilde Jotti: che c’è di mostruoso o di scandaloso? Si faceva fornire forse povere aspiranti meretrici minorenni, o maggiorenni siliconate, dall’Emilio Fede di turno? Non voglio difendere Togliatti, se mai fosse il caso, ma se davvero i parametri sono questi, poveri, ma davvero poveri noi!

    Naturalmente, per difendere il papi osceno si sovvertono i valori, si parla di complotti comunisti o di Murdoch…
    Ma le donne osannanti si sono mai fermate a pensare quale considerazione abbia del loro genere questo osceno papi, che (piccolo particolare) purtroppo è il nostro sommamente indegno Presidente del Consiglio?

  5. bianca ha detto:

    Senza ricorrere alla psicanalisi o alla letteratura, ma procedendo dalla conoscenza della vita di ogni giorno, queste ultime vicende che interessano il nostro presidente del consiglio mi danno molto da pensare perchè vengono pubblicate e diventano quindi di dominio pubblico. Non si tratta di coltivare l’ipocrisia del privato, ma mi chiedo come mai, quando Spadolini faceva impazzire i carabinieri perchè spariva correndo dietro ai ragazzi-ni, la cosa non uscisse sui giornali. Considerando che non siamo negli Stati Uniti, che cioè in Italia un Watergate sarebbe pura fantascienza, e che niente di ciò che interessi il nostro premier è spontaneo, ma meditato -il nostro viene dal mondo della comunicazione pubblicitaria, è un esperto venditore – mi chiedo in verità dove voglia andare a parare, cioè: quale sia l’obiettivo del nostro premier? Un po’ di pessimismo, e paranoia forse, mi induce a pensare che il recente “gossip” voglia contribuire alla delegittimizzazione della politica, cioè alla antipolitica del premier, raccogliendo consensi dalle signore a cui piace l’uomo di successo che pizzica il culo alle altre, come dice laura, perchè hanno bisogno dellì’apprezzamento del maschio – le italiane sono messe proprio male in termini di autoconsapevolezza – e raccogliendo consensi anche dai maschi che si sentono legittimati e confermati nella loro ricerca di ninfette per sentirsi ancora giovani, validi e prestanti. Siamo messi proprio male, perchè occupandoci del privato scopereccio del nostro premier, che peraltro dicono operato di prostata, non ci indignamo di quanto siamo costati gli F35 e della legge contro i clandestini.

  6. Adam ha detto:

    Ringrazio per i commenti che – a parte quello di Fausta Dossi, fuori registro – forniscono contributi e spunti che arricchiscono i temi toccati dall’articolo di Carrera.

  7. franco paone ha detto:

    Su elpais.com ho trovato alcune foto di quelle che il “papi osceno” attraverso un osceno ministro della giustizia ha fatto portare via dalla villa sarda del cavaliere, affinchè circolassero il meno possibile: di veline, ovviamente, e di un personaggio, certamente arrivato con aereo di stato, che si appropinquava a pene eretto verso una femmina speranzosa di arrivare in TV o in politica. Ma quel che non è stato fatto notare dalla pur volenterosa giornalista spagnola che descriveva la “bellezza” della villa, e che mi ha indignato più di ogni cosa, sono due statue bronzee, quindi già previste al momento della costruzione, di fanciulle accosciate alla Botero, a indicare un “programma” paragonabile in peggio a quello del mafioso Aglieri, che si era fatto costruire una cappella con altare per le sue preghiere.

  8. franco paone ha detto:

    Adam, per favore, ricorda alla prima persona che ha postato qui un commento e a chi in un altro commento seguente l’ha citata, che, per quel che ho imparato io, “grogiolarsi” non esiste (a meno che non sia un omaggio al lumbard della Lega), esiste “crogiolarsi”.

  9. adam ha detto:

    Avevo provveduto ad avvertire l’interessata, che mi aveva confermato l’ipotesi di un refuso di battitura.

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