Sella – Una Terrazza sul Cosmo

Pubblicato il 3 febbraio 2023 su Senza categoria da Adam Vaccaro

Una Terrazza sui Vuotipieni di Conoscenza
Adam Vaccaro

Lidia Sella: Una terrazza sul Cosmo – Meditazioni poetiche, Mimesis, Milano, 2022
(Testo in nuova edizione integrata, presentato a BookCitiy Milano 2022, e il 10 febbraio, al Centro Pannunzio di Torino, con Anna Antolisei e Patrizia Valpiani)

Nella mia recensione del libro precedente di Lidia Sella (Pallottole – contro la dittatura dell’Uno. Oaks Ed., 2021, vedi testo a seguire), sottolineo la fonte epifanica di questa Autrice: uno spirito critico del pensiero unico dominante, che a mio parere può aiutare anche la ricerca poetica ad andare oltre il consueto e il risaputo. Perché tale punto di partenza culturale implica, non solo opposizione alla china chiusa a salvezze di ogni equilibrio naturale e antropologico, quale è determinata dal neoliberismo finanziario globalizzato. Implica, credo, anche idioti settarismi ideologici e, quanto alla poesia, se questa è intesa come linguaggio volto a dare voce alla totalità della vita, può il cambiamento dello scenario mondiale nel quale siamo immersi non coinvolgere la sua passione e ricerca?
Il primo problema culturale è comunque l’acquisizione di una coscienza critica rispetto a un assetto, che produce sbocchi esiziali per il 90% della popolazione mondiale, lasciando a una minoranza sempre più ridotta a un 1%, totalitarie appropriazioni indebite. È una tendenza di regresso medioevale, con una distribuzione della ricchezza e uno svuotamento di ogni sostanza delle ritualità democratiche, a opera di una invisibile elite oligarchica, testa di ragno di una rete di dominio assoluto.
E se le posizioni critiche di tale contesto vengono squalificate e criminalizzate con ismi declamati da cantori di una incessante cavalcata progressista di magnifiche sorti e progressive, è prezioso ogni moto di coscienza del destino distopico della barbarie in atto. Nella quale dobbiamo aggiornare e riappropriarci di molte categorie del secolo scorso, rispetto al decalogo neoliberista.
Coloro che lo faranno riusciranno a rimanere vivi, cioè capaci di affrontare le catastrofi inevitabili prossime venture. Coloro che non lo faranno rimarranno “bruchi” (come i personaggi di “Alice nel Paese delle meraviglie”), bloccati in un passato immaginario, settari, terrorizzati e macinati dal rullo ideologico dall’esercito del main-stream, in prevalenza fedele megafono degli interessi del suddetto 1%.
Sono interessi di una testa imperialistica plurima (oggi concentrata in USA, Russia e Cina), che rivendica di essere, in ogni sua diramazione, il bene assoluto. A un pensiero critico all’altezza di tale contesto, competerebbe la sfida immane di costruzione di una quarta testa teorica e sociale. Che, allo stato, è solo un fantasma.
I testi di Sella reagiscono a questo assetto esiziale, dando un contributo di riflessione, denuncia e disagi sempre più insopportabili, muovendo da quel progetto ignoto del poièin, che ci conduce dove non pensavamo mai di giungere, alla ricerca di uno sguardo aperto al comune bisogno di seguir virtute e canoscenza.

UNA TERRAZZA SUL COSMO – MEDITAZIONI POETICHE si apre con due esemplari eserghi, che sintetizzano il senso e le motivazioni profonde del libro, sul crinale di amore di noto e ignoto, tra salvifici sensi del limite, connessi alle fonti di sacro ed etica:

“Chi non conosce la natura, non sa nulla, e…colui che ignora il poetico della natura…
non conosce assolutamente la natura, perché non conosce il suo modo di essere.”
Leopardi, Zibaldone
***
“la materia ha continuato a espandersi insieme al tempospazio
Tanto da formare un Universo sempre più esteso…
Sino ad acquisire una coscienza –…nel cervello umano –
che le consente di…interrogarsi sulla propria origine.”

Edoardo Boncinelli, nella prefazione, evidenzia alcuni punti fondamentali del libro: “La nostra civiltà è veramente una terrazza sul cosmo.”; e “La poesia è come la felicità: non può durare che qualche attimo…Ma oggi…essa deve poter entrare nel nostro quotidiano…meno pindarica, intermittente e accecante…più ancorata alla concretezza del vissuto” (p.15).
Punti ripresi dalla “Nota dell’Autore”: “Il titolo…mi sembrava adatto a illustrare la condizione umana… materia vivente e pensante così affamata di conoscenza da interrogarsi” non solo sui fenomeni visibili. “Scavare nel sottosuolo della propria psiche…valutare ciò che accade nel nostro fragile pianeta azzurro o puntare occhi telescopici verso distanze spaventose”. Una molteplicità conoscitiva sintetizzata nel testo da binomi verbali quali “dentrofuori, quialtrove, primadopo”, tesi ad “ampliare i confini della percezione”.
Sono sintagmi non riducibili a giochi verbali, perché sono concrezioni microtestuali profondamente innervati nei sensi cercati. Concordo perciò con la sintesi conclusiva della Postfazione di Vincenzo Barone, che cita il fisico Werner Heisenberg, il quale trasferiva in poesia il suo principio di indeterminazione e affermava “pensando al mondo dei quanti – che la poesia sta nel luogo in cui gli estremi si toccano.” (p.118)
Faccio allora seguire alcune citazioni che daranno minimo conto delle affermazioni fatte, ed estrapolate dalle tre sezioni (numero non casuale, per l’Autrice sacro, come definito in un verso tra quelli citati), ognuna delle quali si articola in altrettante sottosezioni. Dunque una struttura multipla di tre.

“Prologo” (p.23-24)
”per …scoprire che questo fragile pianeta/…/ le onde nei mari della mente/…/ e persino il linguaggio/…/ galleggiano si arrampicano fluttuano/ si muovono nello spaziotempo/…/ si nutrono di infinito/ hanno vinto la gravità, imparato a volare/ …/ a vele spiegate/ su Oceani di Nulla.” (ibidem)

“IMMAGINI – dentrofuori” (p.27-36)
“Micromacro – Il buco nero nel cuore della Galassia/ metafora dell’abisso che è in noi.” (p.29)
“Nel liquido ventre del divenire/ al proprio destino la vita si incurva”;
“…un garbuglio di finzioni/ la trama delle nostre vite” (p.30)
“Nel sonno/ la mente smussa gli angoli del dolore/ brucia sterpaglie di ricordi/pota rami secchi dal grande albero delle emozioni/ crea un’identità diversa/ ogni mattina” (p.31)
“Talvolta spuntano fiori/ sul nudo pianoro della mente”;
“Pensieri luminosi/ le nostre funi/ per evadere dal carcere quotidiano.” (p.32)
“Cronache del Nulla – Davanti a quel buio deserto infinito/ senza niente e nessuno/…/ il vuoto sopraffatto dal terrore/…/ Per evitare altri guai,/… impassibile/ Finse addirittura di non esistere. ” (p.41)

“IMMAGINI – quialtrove” (p.39-46)
“Carnevale – Possiede un intero guardaroba di maschere/ lo spaziotempo/ e sceglie quali indossare/ in base alla massa dei corpi celesti”;
“Gioielli incastonati/…/ galassie scintillano.” (p.42)

“IMMAGINI – primadopo” (p.49-53)
“Sotto la calotta del tempo/ soltanto un seme/…/ Avido di voce arte pensiero/ l’embrione dell’essere”;
“I libri, La mia casa:/…/ infinite volte sono nata./ E morta subito dopo. ” (p.51)
“Non un punto ma una sfera/il presente./ Nel ventre profondo dell’attimo/ fluttuano insieme/ il prima e il dopo” (p.53)

“SENTIMENTI – dentrofuori” (p.55-67)
“il traditore – A sorpresa, in plancia di comando,/ un altro te stesso ti spinge al naufragio.” (p.57)
“Il tuffo – Si spalanca il caos/ la voragine di Eros/ ti inghiotte/ …/ il tuo insondabile abisso intuisci.” (p.59)
“Colpo di scena – La gioia stupisce ogni volta,/…/ su gialle esplosioni di ginestre.” (p.61)
“Delusione – Schizzi di fango sul cristallo dei sogni.” (p.64)
“Nel fertile amplesso/ …/ vita votata all’intreccio/ fiamma a fondere anime, e corpi,/ per generare” (p.66)

“SENTIMENTI – quialtrove” (p.69-76)
“Tiepida notte d’estate greca/ naviga con te/ il mio cuore pagano.” (p.71)
“Fantasie – …/ brevi trasmissioni di conoscenza/ ponti e archi/ sul grande fiume del Nulla.” (p.76)

“SENTIMENTI – primadopo” (p.79-86)
“Certezze – Vette granitiche, celate da sciami di nubi/ in continua metamorfosi.” (p.84)

“RIFLESSIONI – dentrofuori” (p.89-97)
“Proteiforme – Abbi cura della parola/ che scolpisca l’essenza/ sprigioni carica sensuale/ energia numinosa./ Coltiva la sua componente divina/…/ Ma non sottovalutarne il potere demonico:/ ti ingannerà deruberà ucciderà.” (p.95)

“RIFLESSIONI – quialtrove” (p.99-105)
“Ispirazione – Quark e leptoni/ due grandi famiglie di particelle/ che tendono a ignorarsi/ talvolta addirittura si guardano in cagnesco./ Ma fotoni, gluconi e bosoni operano da mediatori/…/ affinché l’ingranaggio del cosmo non s’inceppi./ Scaturisce da qui/…/ la sacralità del numero tre?” (p.102)

“RIFLESSIONI – primadopo” (p.107-115)
“La fine si avvicina. E la temi./ Ma perché?/ non ti accorgi che siamo già morti/un milione di miliardi di volte/ in ogni nostra cellula estinta?” (p.112)
“Curiosa di conoscere, la vita si moltiplica.” (p.114)

La terrazza: già con l’immagine del titolo trasmette sensi di sguardo aperto e sguarnito di barriere precostituite, verso una conoscenza più ampia. Ma è una passione che implica la complessità con due facce inscindibili: conoscere e conoscersi, un’unica medaglia con-fusa tra l’infimo e l’immenso. L’avventura umana diventa esaltante e interminabile, quanto più ci mettiamo in gioco nudi, con tutta la nostra fragilità. Questo libro – come mostrano i testi citati – si misura poeticamente e ci restituisce questa complessità, perché è innervato in tale atteggiamento, punto di partenza evocato da G.B. Vico, che consente di qualificare come poetica ogni disciplina – persino quelle speculative o scientifiche. Il che rompe la storica separazione tra le due culture e ci riporta alla tensione unificante, che geni come Dante, Leonardo o Leopardi, hanno incarnato.
È un viaggio periglioso, che va dalle radici pregreche e greche della nostra identità culturale alle acquisizioni della Fisica quantistica. E, a latere, non posso non domandare: quanti poetanti contemporanei affrontano e godono dei doni di un tale viaggio?
Nel contempo, per me è una condivisione gioiosa, quale concepita da Spinoza, e articolata nel mio Ricerche e Forme di Adiacenza – Parte Introduttiva (Asefi, Milano, 2001). Chi l’ha letta non si meraviglierà di questa sottolineatura, se ricorda la mia qualificazione con Gatti di Schrödinger di sintagmi dei testi poetici più ricchi, per la loro contemporanea bi o tri-locazione nei livelli mentali rispondenti a Io Es e Superìo.
Ogni ricerca poetica e creativa, che questo viaggio affronta, merita perciò attenzione, quanto più muove da una visione priva di pretese di Verità precostituita – come quella imposta da religioni monoteiste, regimi autoritari, o ideologie parareligiose di un pensiero unico. Se la Verità assoluta genera facilmente deliri, hybris e orrori, chi muove da atteggiamenti spogli, di una fenomenologia rispondente più al Principio di indeterminazione di Heisenberg, genera desiderio di libertà e bisogni di liberazione, dai sensi interminabili, costitutivi di ogni forma di poesia.
Settembre-ottobre 2022
Adam Vaccaro

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Lidia Sella, Pallottole – contro la dittatura dell’Uno. Oaks Ed. 2021

Questo libro, contro IL BOA CONSTRICTOR DEL PENSIERO UNICO (titolo della prima delle tre sezioni del libro, cui seguono LA RAGNATELA DELLA FINANZA e IL CEREBRO DELLE RELIGIONI MONOTEISTE) è immerso nella galassia della passione politica dell’universo mentale di Lidia Sella. Politica da intendere, qui e ora, come alito acceso dalla mancanza di una polis degna. Nel libro successivo, Una terrazza sul Cosmo – Meditazioni poetiche, Mimemis, Milano, 2022, tale passione sussiste, ma è ricompresa in sguardi e forme totalizzanti, quali ho evidenziato nella mia nota di lettura ad esso dedicata.
Pallottole, coi suoi titolo e sottotitoli, contrappone immagini guerresche al dominio ideologico in atto, con passione articolata da termini e metafore esplicite, “Contro un esistente davvero reazionario, davvero fascista, davvero bigotto, davvero autoritario! Contro la Polizia del linguaggio, contro l’orwelliana anti-lingua già in atto”, come sintetizza Quirino Principe nella Prefazione – Tra fortezza e trincea.
Il libro può ricordare in effetti la solitudine del sottotenente Giovanni Drogo, nella Fortezza Bastiani del Deserto dei Tartari di D. Buzzati. Ma qui non è una solitudine sospesa, perché è intrecciata alle radici costitutive dell’identità culturale di Lidia Sella, di critica irriducibile di logiche e visioni oggi dominanti a livello mondiale. E se tali radici sono diverse dalle mie, connesse al materialismo dialettico marxiano, a me interessa qui sottolineare che, tra i punti del pensiero critico espressi da Lidia Sella, c’è una coraggiosa denuncia dell’assetto sociale che sta semplicemente negando la vita presente e futura a miliardi di esseri umani, entro una rottura di minimi equilibri naturali.
Se questa è la testa dei tragici problemi che stiamo affrontando, un pensiero critico libero e autonomo coinvolge ovviamente il diluvio di chiacchiere che ci sommerge, sparato da mille strumenti e canali massmediali. Un esercito con armi al servizio di falsificazioni e distrazioni di massa, che spinge a rimanere sempre sulla coda dei problemi, al fine di sottrarci realtà e conoscenza. Una guerra culturale, linguistica, ideologica e sociale, cui Lidia Sella risponde con le sue pallottole di carta, cercando altre voci preziose nel fiume della mancanza di risalita alle fonti, che urla silente tra salmoni folli e non arresi, nel sogno utopico di un oltre e altro destino umano.
Mi interessa dunque qui evidenziare il valore che oggi ha una visione critica rispetto al pensiero unico parareligioso, che ci domina con vesti di Irreversibilità e Scienza, e nega come eresia ogni possibile alternativa.
Entrando poi nelle strutture espressive di questo libro, la battaglia ideale si dipana in una stesura variegata di forme e strumenti retorici che, in prosa e in versi – tra fermi immagine e brevi sequenze infilzate da un ago raziocinante – fanno esplodere nodi dolorosi della realtà insostenibile imposta ai più:

“Suicidi per debiti: sacrifici umani sull’altare dell’usura”; “Banchieri, politicanti,/ come investirete i sorrisi rubati ai popoli europei?”(p.92)
“In cabina di regia – Club Bilderberg, Trilatelateral, Aspen Institute,/ Fondo monetario internazionale, Federal Reserve,/ ONU, NATO, OMS, World Economic Forum, Banca Centrale, Commissione Europea e Gruppo dei Trenta/ CIA e Istituto Tavistock/ stabiliscono attori, luoghi, tempi, acquisizioni, alleanze, primavere arabe, sanzioni,/ operazioni di spionaggio, attentati, bolle speculative,/ manipolazione mediatica, pandemie, strategia della tensione,/ al fine di instaurare il Nuovo Ordine Mondiale”(p.93)

Si può dire che queste sequenze sono altro dalla poesia storicamente istituzionalizzata, ma preme troppo una passione umana che enuclea pietre lanciate al dominio di un Crono, negato da chi si sente da esso negato, entro un orizzonte sociale sempre più chiuso, tra muschi ed erbe disperate che coltivano possibilità di speranza, seppure al momento non contemplate:
“Sullo sfondo, una società distopica/ e gli umani declassati a comparse./ Nel ruolo di innocui zombie ipervaccinati.…/ Con paraocchi e museruola”(ibidem).
Lo scenario disegnato invoca un bisogno di coscienza aperta, poetica e a-ideologica. Per cui pone implicitamente la domanda davanti a tali estremi contesti: quale poesia, qui e ora? Si può fare ancora poesia, oggi, fuori da retoriche rarefatte ed estranianti, immersa in corpi a corpi nati da un estremo bisogno di conoscenza, quale è interamente dispiegato in La terrazza sul Cosmo?
Ottobre 2022
Adam Vaccaro

One comment

  1. Lidia Sella ha detto:

    Ringrazio di cuore Adam Vaccaro per il lusinghiero giudizio formulato sul mio nuovo libro UNA TERRAZZA SUL COSMO.
    La sua recensione ha messo in luce due aspetti nei quali mi riconosco appieno: da un lato la sete di conoscenza in ogni campo del sapere ha certamente influenzato il mio percorso di scrittura; dall’altro, la mia produzione lirica aspira a creare una maggiore sinergia di pensiero fra scienza, filosofia e letteratura.

    Buona lettura e un luminoso saluto a tutti voi,

    Lidia Sella

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