Memorie del Futuro
La cenere dei fumi di Auschwitz
così bianca, viola infine rossa
batte batte dentro al cuore
non volerà ricadrà su questi
ruderi e cori di blatte
a nutrire il nostro sangue
acceso che pesa ogni grammo
di carne umana
rossa poi viola infine bianca
di ogni vittima diventata cenere
deposta nelle mani di Cerere – che
ne faccia messi di una Terra
non più prona a poteri e follie
offerta al dio di tutti
senza figli prediletti
di una Terra non più
crocifissa da confini e
tavole imbandite di eletti
assediate da cumuli di blatte
affamate impazzite –
se questo è un uomo
Adam Vaccaro
(2005, in Antologie, e in Seeds, Chelsea Ed., New York, 2014)
Poesia che sospende il respiro e riattiva le coscienze letargiche. Il respiro della memoria è convulsione mai sopita o così dovrebbe essere. Agghiacciante, asciutta, lapidaria, questa poesia non lascia scampo, bella e terribile, di un’espressionismo in cui rivediamo l’urlo di Munch.
Che dire, caro Mauro?, Non avrei potuto desiderare un commento migliore. Sono commosso dalla tua capacità di sentire e ritrasmettere la intensità epifanica della totalità interna-esterna, attivata nel momento della sua traduzione in ritmi, immaggini e parole. Non si può chiedere di più alla poesia, se riesce a far crescere tali scambi e rapporti umani.
Come sempre, caro Adam, piena di passione e di orrore, capace di colpire al cuore e di incidere nella memoria (che deve essere il nostro impegno quotidiano.)