Gio Ferri ci ha lasciati
Devo purtroppo comunicare che questa notte si è spento Gio Ferri, poeta e critico, fondatore e condirettore con Giuliano Gramigna e Gilberto Finzi, per oltre tre decenni, di Testuale, critica della poesia contemporanea.
Gio Ferri è stato per me uno dei principali interlocutori di ricerca teorica intorno alla poesia, ma è stato prima di tutto esempio di straordinaria generosità umana, un fraterno carissimo amico. Infine, non da ultimo, è stato uno dei cofondatori di Milanocosa, che mi ha costantemente sostenuto nella prosecuzione del suo attivo percorso culturale.
Ciao Gio, rimarrai presente in noi!
Adam Vaccaro
Ancora una trieste notizia arriva dagli amici di Milanocosa. Ho letto il nome di Gio Ferri per la prima volta come prefazione di una raccolta di poesie di Adam Vaccaro, tanti anni fa. Un critico molto attento alle novità e con una profonda conoscenza del lavoro altrui, e ho avuto il piacere di continuare ad apprezzarlo in alcuni suoi scritti critici.
Un abbraccio fraterno a tutti gli amici di Gio Ferri che oggi leggono questa notizia e ne sentiranno la mancanza.
Domenico
mi dispiace molto! L’ho conosciuto un po’di tempo fa e sempre apprezzato le sue qualità saggistiche e la grande generosità umana. Una gran bella persona, ormai di quelle rare su questa terra. Certo che ci sarà impossibile dimenticarlo!
Ci siamo incontrati nel 1980 nelle salette di piccoli teatri milanesi in cui si svolgevano le prime letture pubbliche di poesie (reading), allora nuova modalità di diffusione della poesia militante,importata in Italia dai paesi anglosassoni e da quelli slavi. Da allora non ci siamo più persi di vista, grazie al comune amore per la poesia. Ricordo una persona generosa e aperta al confronto con tutte le espressioni e interpretazioni poetiche. Un altro sentiero intelligente e sensibile di riflessione teoretica si interrompe per sempre.
Un punto di riferimento per poeti e critici, una luce del mistero personale e sacro della testualità. Addio a un grande umanista, a un grande ricercatore a un critico attento e impegnato. Onoriamo il tuo passaggio terreno.
Ciao Gio,
sembra ieri che chiacchieravamo di tutto un po’, di grafica scritturale di poesia ecc. sempre attento e puntuale ai bisogni di tutti. Sei stato un grande uomo, ti ricorderò sempre,ciao Antonio
Dalla seconda metà degli anni ’80 mi è stato sempre vicino , fino ad oggi , alla sua testimonianza sulla mia opera omnia da poco uscita . Bella , competente persona , appassionata ma mai sopra le righe , e valida anche – e soprattutto – dal punto di vista umano .
leopoldo attolico –
Ricordo Gio Ferri come uno dei più validi esempi di critica testuale. Sempre attentissimo ai percorsi della scrittura e umanamente partecipe con tratti sinceri e fraterni.
Non solo perché era una squisita sintesi di cultura e umorismo, di rigore e curiosità, di poesia e amicizia, di vis polemica e simpatia; non solo perché la sua gennerosità mi ha dato molto, umanamente, culturalmente. Non solo per questo e per quello, le ragioni, le irragioni, per usare parole sue; per qualcosa di sottile, non riscontrato da parole, sapere che se ne è andato mi dà un dolore tanto acuto, tanto prossimo, e non trovo altro da dire. Parole.
Indimenticabile Giò Ferri. Lo ricorderò sempre con grande affetto. Nel 1995 volle presentare insieme a Franco Romanò e Felice Accame la mia prima raccolta di poesie “Il punto di Lagrange”
Mi associo al cordoglio di tutti e tutte per la scomparsa di Giò. I ricordi sono molti e si affollano. Ci sono stati periodi in cui la frequentazione era settimanale e a volte quotidiana, poi ci siamo un po’ persi da quando lui si era ritirato nella sua casa lacustre. Faccio mie in questo momento le parole di Adam ricordando la sua passione per la poesia e per il dialogo con i poeti e la sua generosità. Sul suo lavoro di critico, poeta e organizzatore culturale ci sarà tempo per intervenire. Nessuno di noi lo dimenticherà. Ciao Giò
Mi pare che con la scomparsa di Gio Ferri sia finita non solo l’epoca degli autentici operatori culturali ( era poeta, critico, saggista: era Testuale!) ma pure il tempo degli amici veri, fedeli, sempre disponibili. E’ una perdita che mi fa male.
Mi dispiace molto. Un intellettuale di valore, un critico attento e acuto.
Ricevo Da Vincenzo Guarracino il commento che segue.
Adam
PER GIO FERRI
Rispondendo a una sollecitazione della poetessa Rosa Pierno, sulla compresenza di attività poetica e un’altrettanto intensa attività critica, aveva riaffermato la sua convinzione della necessità che il poeta debba esercitare la critica e che critico e poeta debbano convivere, nel senso che il poeta essere anche un critico.
È questo il filo conduttore di tutta la sua ricerca, nei campi più diversi cui si è dedicato, senza risparmiarsi dal ricercare e attivare continuamente tutte le possibili risorse del linguaggio, rifuggendo da uno sterile protagonismo.
Nato a Verona nel 1936, Gio Ferri è stato così giornalista, grafico, poeta, poeta visivo, critico d’arte e di letteratura. Uno sperimentatore, insomma, a tutto tondo, instancabile e indefesso.
Fondatore assieme a Gilberto Finzi e Giuliano Gramigna nel 1983 della rivista “TESTUALE, critica della poesia contemporanea”, e poi fino ad oggi direttore della stessa, è stato autore di almeno 30 raccolte di poesia, tra cui “Le Palais de Tokio”, e il poema interminabile “L’Assassinio del poeta” (Anterem) soprattutto “Inventa lengua” (Marsilio ), una messinscena di sé a partire dalle formelle della basilica veronese di San Zeno in uno straordinario “ibrido linguistico”, nel volgare di Giacomino da Verona, come l’aveva definito Giancarlo Buzzi.
Assieme a queste, ci sono narrazioni e teatro: “Albi” (Anterem), “Macbeth, ricreazione”, “Il Dialogo dei Principi” per la musica di Franco Ballabeni. Nel campo della saggistica, innumerevoli saggi, presentazioni, prefazioni in particolare “La ragione poetica. Scrittura e nuove scienze” (Mursia). “Forme barocche nella poesia contemporanea” (L’assedio della poesia).
Una “carriera”, si diceva così una volta, intensa e intelligente: multis luminibus ingenii. Oggi che ne piangiamo la scomparsa credo che si possa ricordarlo e avere un’idea del suo multiforme ingegno, anche soltanto attraverso due testi che qui brevemente presentiamo.
L’appagamento della sposa
Vìtulo, è apparso agli altipiani erti:
distende l’ansa a quelle gioie mìtili;
docile giogo, dolce solve i reperti,
accoglie e stempera i sacri mostri, vìtili
alle pacate forme, rimira aperti
salvi, sospiri; leva e rinfranca i seni,
e senza affanni aspira ad altri merti.
(da Nozze pagane, 1988)
Da un discutibile pittore in crisi tre ottave per una brava attempata ragazza
Eccola Chiara, vien di rado, di tanto in tanto
offre callida carezza con qualche tristezza,
di quando in quando. “Rivestiti“ le dico non son
più arrapanti il collo, il petto, i fianchi formosi, i piedi.
Povera Chiara, una gran tenerezza vederti passare lenta
puntuale e sonnolenta, lo squarcio materasso,
mal sganciato reggipetto. Vieni con tristo affetto
per me per tutti per nessuno.
I seni ancor formosi scontornano il vallo del petto
per lasciare spazio eppur teso al glande ancor voglioso
che scende a cercar quella pur viva ferita rosa oltre l’oltre.
Eppure questo corpacciolo ti ha fatto pur mangiucchiare,
panza morbidosa e tette pomone facevano espressione.
De Kooning o Guttuso, persino Freud e Bacon. Fatta
disfatta affogata. Sfinita. E ora? Finito.
Vai sballonzolando i glutei disformati.
Giunonica giovenca. “Ero pur di rosa, carne golosa. Pur qualcosa.
Astiosa? Le donne non le dipingi più e t’ingegni
impossibili marchingegni ferrosi erosi porosi.
Donne le chiami ancora! O chiappe! Eppur tette! O Chiare!
Su dite, anche, ho costruito la mia abitudine a una vita
pervicacemente amara…”. Ma ormai non è più quel simbolo
carnicino questo sdeflorato fiore… solo un’ansiosa stanchezza
per sere disfose come questa.
(Rilettura e radicale rifacimento dal Canto XI del ‘poema interminabile’
“L’Assassinio del poeta”).
Sono due testi della produzione poetica di Gio Ferri: uno, L’appagamento della sposa,
riferibile a Nozze pagane del 1988; l’altro, Da un discutibile pittore in crisi , più recente e sostanzialmente inedito, anche se nato da una costola del poema L’Assassinio del poeta, una sorta di poema interminabile che costituisce una sorta di enciclopedia della sua ricerca poetica; entrambi con in comune una visione della vita protesa alla rappresentazione della vita come messa in gioco ed esperienza di una voglia senza censure e misteri, non senza una traccia di premonizioni e presagi della fine.
Nel primo, nella leggerezza allusiva e madrigalesca del testo, ci sono sulla scena, baldanzosi e orgogliosi della loro giovinezza e disponibilità, i due protagonisti di una storia, naturale e “pagana” quanto basta, protesa all’incontro amoroso e al conseguimento di un “appagamento” inscritto tutto senza censure e misteri nella sacralità dei sensi.
Nel secondo, una bellezza sfiorita, un corpo senza grazia in disfacimento con appena qualche traccia e ricordo dell’antica formositas ma senza più alcuna venustas: è questo che rappresenta Gio Ferri, in un testo intriso di cultura e rimandi letterari e in un linguaggio manieristicamente ricco ed elaborato, chiamando in campo lo “sdeflorato fiore” dell’antica fiamma di un “discutibile pittore in crisi”, indulgendo a metterne in evidenza i tratti deformati di una bellezza ormai appassita, priva di qualsiasi mica salis, di quel “pizzico di sale che trasforma”.
VINCENZO GUARRACINO
Una grave perdita per la ricerca poetica, in Italia e non solo.
Sono davvero addolorata per la scomparsa del carissimo amico Gio, del grande poeta ed operatore culturale. Una perdita davvero grave per la nostra letteratura. Ci eravamo conosciuti decenni fa, anche se ci eravamo incontrati poi assai di rado. Il suo ricordo, però, resta in me, in tutti noi vivissimo.
Esprimo tutta la mia vicinanza ai suoi parenti e alle amiche e agli amici, e a tutte/tutti coloro che hanno avuto la fortuna di conoscerlo.
Purtroppo, abitando a Firenze, non potrò essere presente alla cerimonia funebre di domani. Sarò, però, presente con tutto il cuore
Ricevo e inserisco questo messaggio di Paolo Valesio
Adam
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Ricordo di Gio Ferri vari interventi orali e scritti (compresa la recensione illuminante a un mio libro di poesie). Resterà la sua figura di poetologo, critico militante, organizzatore di cultura, e umanista. Tutti questi termini possono sembrare antiquati, e invece sono tuttora validi, con l’auspicio che nel ricordo di Ferri si rinnovi uno spirito di concordia e causa comune — al di là di ideologismi polemici — nel mondo della poesia italiana. Gio Ferri, ti sia lieve la terra
Paolo Valesio
Lavoro da tanti anni con Paola, sua figlia, e grazie a lei l’ho conosciuto. Ho intravisto così l’amore per la moglie, l’arte difficile della paternità, la predilezione per i due nipoti. Un’opera concorde alla sua lunga passione e intelligenza poetica. Se devo dare credito a quello che vedo vivendo, so che Dio ama prendersi cura e dare compimento a chi come Gio ha guardato con serietà al destino.
Tanti ricordi di grande umanità, ascolto e apertura
Ricevo e pubblico questo commento di Fabio Dainotti
Adam
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Non conoscevo personalmente Gio Ferri, ma egli aveva partecipato all’antologia da me diretta con uno scritto, che accompagnava una traduzione da John Milton, intitolato L’angelo ribelle; in cui scriveva tra l’altro: “La disobbedienza ha una sua eroica grandezza. Ma ha un costo”. Mi aveva messo in contatto con lui l’amico, anch’egli scomparso, Salvatore Carbone. Mi unisco al cordoglio di Adam Vaccaro e di quanti l’hanno apprezzato.
Fabio Dainotti
Mi associo al dolore per la scomparsa di un intellettuale vero, a 360 gradi. L’ho conosciuto in un paio di occasioni parecchi anni fa e pur non avendolo frequentato altrimenti ne conservo il ricordo di una persona acuta e umile insieme.
Una dolorosa e irreparabile perdita e un abbraccio di vicinanza ad Adam Vaccaro..
Che idiozia la morte, così inevitabile!
Persona rara, per l’indubbio valore intellettuale e culturale che resteranno oltre la sua scomparsa, ma soprattutto per come sapeva porsi di fronte all’interlocutore con una modestia e un calore umano direi quasi irripetibili. Fu tra i primi a leggere i miei versi e, insieme ad Adam, mi diede lo spunto per continuare la ricerca con fiducia. Di ciò gli sarò sempre grata.
Ci mancheranno anche la sua leggerezza, la sua ironia insieme al rigore che sapeva usare al momento giusto.
Ci mancherai davvero, caro Giò.
Caro Gio,
ti ricordo ancora con grande ammirazione per le tue presentazioni alla Libreria Hoepli con Pignotti ed Erba.
I tuoi interventi sono sempre stati puntuali e privi di retorica.
Ancora ora leggendo il testo Carme e carne e silenzio su Testuale vi ritrovo il tuo pensiero sintetico e la tua sensibilità di poeta.
Condivido pienamente il tuo riflettere sulla parola che in poesia è energia pura e tempo presente.
Hai sempre dimostrato profonda coerenza tra parola e stile di vita, unendo generosità di sentimenti e onestà intellettuale.
Grazie per tutto quello che hai saputo donare a coloro che hai incontrato lungo il tuo cammino di vita.
Silvia Venuti
Un abbraccio partecipe ai familiari e a chi ha condiviso il percorso letterario e umano di Gio e un ricordo di vivissima stima per la curiosità, la competenza, la qualità, la creatività dei suoi interessi e dei contributi letterari, poetici, teorici, traduttologici.
Gio Ferri rimarrà un protagonista storico della migliore stagione delle riviste letterarie italiane.
Da parte di tutta la redazione di “Semicerchio. Rivista di poesia comparata
Caro Gio ti scrivo dettando perché ci vedo poco, sono possibili pertanto degli errori di scrittura. Proprio ieri ti ho inviato il mio recente libro ‘TAI CHI poematica del principio’ che non avrà il piacere di poter essere da te letto. Ricorderai quando ci siamo conosciuti nel 1983; organizzavo con ‘Ottovolante’ la prima mostra di riviste di poesia alla libreria Feltrinelli a Firenze e non pubblicavo con Manescalchi il ‘Campionario di riviste di poesia’ che ospitava la presentazione del primo numero di Testuale che allora usciva. Da quegli anni innumerevoli eventi: festival, mostre, dibattiti ci videro assieme. Allestìi alle giubbe rosse una mostra dei tuoi libri oggetto e molte altre cose. Grazie per l’attenzione che hai mostrato ai miei lavori nelle pagine di Testuale. Nel 1911, era scomparso da poco il nostro amico Alberto Cappi, organizzai un convegno ed una mostra sul suo lavoro ma il giorno prima dell’evento subìi un grave infortunio e tutto saltò.
Non credo nell’aldilà, ma nel sopravvivere nella memoria degli uomini. Mi piacerebbe, ora che sei con Alberto, organizzare un convegno a Firenze sulla vostra opera, ma sono vecchio e potrei tentare questa ipotesi solo con l’aiuto e la disponibilità degli altri amici che vi ricordano.
Un caro abbraccio e arrivederci Massimo Mori
correggendo il precedente, il ‘Campionario di riviste di poesia’ veniva pubblicate e conteneva il primo numero di Testuale
Voglio testmoniare anche qui il dispiacere per la scomparsa di Gio Ferri che ho avuto il piacere di conoscere in diverse occasioni. Conservo le sue preziose osservazioni critiche e i messaggi privati. Un uomo generoso e libero nei giudizi, un critico rigoroso, curioso e attento nei confronti di scritture poetiche anche molto diverse, anche di autori meno conosciuti. Ci mancherà.