L’intreccio lombardo politica-n’drangheta

Pubblicato il 30 marzo 2014 su Senza categoria da Adam Vaccaro

Comunicato stampa

Cremona, 28 marzo 2014

Oggetto: La discarica di Cappella Cantone: era già tutto previsto. La NON discontinuità dell’attuale presidente della giunta lombarda, il leghista Maroni. Aggiornamenti sulla moratoria delle discariche di amianto: approvata la nuova direttiva UE di Valutazione di Impatto Ambientale

La notizia che Formigoni è indagato per corruzione per la vicenda della discarica di amianto di Cappella Cantone non ci lascia certamente stupiti.

Noi siamo stati i fautori dell’avvio dell’indagine grazie al nostro esposto alla Magistratura nel 2009, e abbiamo continuato in tutti questi anni a denunciare sistematicamente gli intrecci poco chiari tra malaffare e politica e a registrarli giorno per giorno nel nostro dossier .

La nostra battaglia contro il malaffare e l’intreccio politica-n’drangheta non si è conclusa affatto dopo che  la discarica è stata messa sotto sequestro a fine novembre 2011, con il conseguente arresto dell’ex assessore regionale all’ambiente Nicoli Cristiani, il coordinatore dell’ARPA Lombardia, Rotondaro, e del titolare della discarica Locatelli.  Abbiamo continuato a denunciare gli aspetti poco chiari che dovevano ancora venire alla luce e a porre insistentemente queste domande:

1) COME POTEVA Nicoli Cristiani, vice presidente del Consiglio regionale, che non fa parte della giunta  e quindi non titolato a prendere alcuna decisione, a garantire con certezza che alcuni atti autorizzativi sarebbero stati comunque approvati negli uffici e ambiti competenti? Chi copriva e garantiva Nicoli Cristiani in giunta? Quale era, o meglio, chi era il trait-d’union ?

2) COME MAI FORMIGONI e la sua giunta hanno approvato a più riprese delibere tendenti a rendere possibile la realizzazione della discarica, rimuovendo alcuni ostacoli legali, come quello che prevedeva una distanza minima di 5 km tra una discarica e l’altra o  i vincoli del piano cave? Ricordiamo che la normativa, in vigore precedentemente, avrebbe impedito che partissero addirittura i primi atti autorizzativi.

3) PERCHE’ MARCELLO RAIMONDI ( assessore regionale all’ambiente ) fu “contattato” da Luigi Brambilla, consulente aziendale della ditta Locatelli, affinché si attivasse al fine di accelerare l’iter della discarica di Cappella Cantone pur non essendo il suo assessorato direttamente competente per la materia? L’interessamento di Raimondi, che emerge dai verbali della Magistratura, avviene attraverso “interventi” su alcuni dirigenti e funzionari  del suo assessorato e tramite una lettera inviata a Tadi, sindaco di Cappella Cantone e al vice-sindaco dello stesso paese che è il vero uomo forte e decisivo del consiglio comunale.

4) PERCHE’ IL SINDACO TADI, secondo un’intercettazione, dice a un dipendente della Locatelli in merito “all’operazione lettera” : “… Fai il furbo e a me i furbi non piacciono …” che significato ha questa frase? Che ruolo gioca in questa vicenda il vice sindaco Chiozzi? Peché Tadi non ha ancora revocato la convenzione con Cavenord, che prevedeva, fra l’altro, il versamento al Comune di Cappella Cantone di alcuni milioni di euro quale compensazione per la realizzazione della discarica?

5) PERCHÉ IL SIGNOR BRAMBILLA, consulente aziendale della Locatelli, dichiara testualmente. “… io faccio il mio su Rossoni …” e aggiunge “… nell’operazione che montiamo su Mantova è coinvolto anche lui, eh …” Rossoni deve dare spiegazioni sul perché viene citato da questi personaggi, o vuole continuare nel suo silenzio sospetto e ambiguo?

Da allora altri scandali si sono succeduti (tutti ampiamente annunciati da noi come quello riguardante la Compagnia delle Opere di Bergamo), e sono avvenuti episodi inquietanti come la morte nel lago di Varese nel novembre 2013 dell’allora direttore generale dell’ambiente che veniva citato nelle intercettazioni .

Adesso tocca a Formigoni, ma per noi non è ancora finita. Noi  continuiamo a ribadire che poteri forti trasversali ai partiti politici e Compagnia hanno condizionato l’economia lombarda, e non solo, in questi ultimi 30 anni.

Dobbiamo constatare che l’attuale giunta Maroni non ha fatto tesoro di questo triste esempio di mala-amministrazione e non ha ancora mostrato segni di discontinuità per quanto riguardo i procedimenti autorizzativi per le discariche di amianto, e non solo.

I dirigenti regionali che a vario titolo sono stati coinvolti nella vicenda di Cappella Cantone ricoprono le stesse funzioni, l’ARPA rimane ancora un organismo i cui vertici sono nominati dalla giunta e non c’è stato nessun cambiamento nella direzione dell’ARPA di Cremona.

Vi ricordate la storia di Sergio Padovani? E’ lui il funzionario ARPA che nel 2011 ha seguito i rilievi  della falda nell’ex cava Retorto. Un funzionario ARPA che nello stesso tempo sedeva nei banchi del consiglio comunale di Cremona in quota PdL e che fino a metà del 2011 era anche presidente della commissione ambiente sempre del comune di Cremona.  Dopo che il dirigente dell’ARPA di Cremona, Beati, aveva dichiarato che nulla ostava per quanto riguarda l’altezza della falda alla realizzazione della discarica, il nostro Padovani è diventato dirigente e ha continuato a fare il consigliere comunale fino al luglio 2013!

Il 2 aprile prossimo lo troveremo come relatore a Milano ad un convegno sulla presentazione delle linee guida per la progettazione e gestione sostenibile delle discariche, titolo dell’intervento:  “Contributo e ruolo di ARPA Lombardia”. Questo convegno sarà coordinato oltre che dall’assessore Terzi (Lega) anche dal dirigente che ha autorizzato la discarica di Cappella Cantone e si discuterà con i professionisti che operano nella progettazione di discariche (sic!) di linee guida che introdurranno il principio secondo il quale le discariche devono essere progettate, realizzate e gestite nel rispetto di criteri di sostenibilità ambientale (sic!). E guarda caso a questo convegno vengono invitate a relazionare solo le amministrazioni provinciali interessate da procedimenti di autorizzazione di discariche di amianto (Bergamo, Brescia, Cremona, Pavia).

Sembra quasi una provocazione a noi e a tutti i comitati che si battono contro le discariche di amianto!

La corruzione per ottenere l’autorizzazione per la discarica di Cappella Cantone non è stato un episodio isolato. Troppe sono le analogie con i procedimenti autorizzativi delle altre discariche di amianto approvate e in corso di approvazione in Lombardia. E’ per questo che è necessario ora e subito una moratoria per le discariche di amianto, non solo per tutelare la nostra salute ed il nostro territorio , ma anche per scongiurare il pericolo di infiltrazioni mafiose e n’dranghetiste nella gestione dello smaltimento del rifiuto amianto.

Dall’Europa arriva un ulteriore strumento. Il 12 marzo scorso il Parlamento europeo ha approvato la nuova direttiva di Valutazione di Impatto Ambientale che introduce, tra le tante novità, nuove norme sul conflitto di interessi e sanzioni nel caso di violazioni di norme.

Il problema in Lombardia , e in Italia, è che tutte queste belle regole vengono sistematicamente viziate nella forma e/o nella sostanza, come è successo a Cappella Cantone. Quindi spetta a noi cittadini in prima persona continuare a lottare e vigilare.

La nostra petizione popolare di moratoria delle discariche di amianto in Lombardia è ancora al vaglio della sesta commissione ambiente del consiglio regionale e ha avuto l’adesione di centinaia di cittadini e dei comitati che si battono contro le discariche di amianto. Noi continueremo a lottare ed abbiamo già in programma per metà maggio prossimo un’iniziativa su amianto, rifiuti e infiltrazioni mafiose.

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