CERCANDO UN’ACQUA DI RINASCITA
Adam Vaccaro
***
Maria Carla Baroni, Tra tempi e terre, i quaderni de la collana, Stampa2009, 2023, pp.26
Questa plaquette di Maria Carla Baroni, raccolta ridotta rispetto al precedente Piazze di sogni incarnati (Manni Ed. 2019), riassume con efficacia espressiva le due linee portanti della sua poetica: tra sensibili e fragili emozioni affettive, anche privatissime, e la passione politica che spesso scavalca come un gatto con gli stivali ogni distanza tra le proprie visioni ideologiche e il degrado storico in atto.
Il piccolo libro concentra, così, su entrambi tali versanti dell’esperienza soggettiva, una ricerca di misure poetiche più controllate e risolte.
Se dovessi sintetizzare il nucleo epifanico della raccolta, lo collocherei in immagini d’acqua, ancestrali e materne, in cui i testi delineano moti e lampi improvvisi di accensione. Il disegno offerto è un universo liquido, riferito sia al singolo che al collettivo. Ma i testi non declinano in un circuito quale delineato dai teorici di un orizzonte senza alternative, di fine della storia.
La sacca procreatrice uterina traspare e diventa in questi testi metafora della interminabile sequenza fenomenologica della vita, non sacco chiuso e scacco, sia per il singolo che per un progetto di prospettiva di uscita e rinascita antropologica, nonostante o, forse, quanto più il contesto storico lo irride e lo nega.
Si connette a tale nucleo la ricerca di senso, che i versi testardamente riaffermano, con tessere di luci contrapposte ai disegni distopici, di owelliano 1984, del contesto contemporaneo. Per cui anche Maurizio Cucchi chiosa nella sua sintetica Prefazione: “Un percorso, insomma, di generosa tensione e ininterrotta, lottante apertura”.
E richiamo alcuni versi per confermare questa mia nota di lettura:
“i miei sensi si sfarinano nel sonno/ dopo giornate di incontri/ e di lotte”; “Infiniti invisibili cristalli/ d’acqua, esagoni/ fuggenti e ricorrenti/ acqua che scorre, / vita che volve! (p.7); “L’oceano del tempo avvolge/ la vita e le forme”; “Aver cura della vita che scorre/…/ affonda e vola/ muore e rinasce” (p.8). Così, “Il mare pare di sole scintille/ coltre sull’abisso di vita oscura” (p.11).
L’acqua è memoria e fonte di senso critico anche nell’alveo della città in cui l’Autrice vive: “Milano un tempo/ città d’acque lente/ ora sepolte e inondanti” (p.20).
L’ambito delle emozioni più segrete è sfiorato in cerca di alimenti di resistenza vitale: “Non si sa come nasce amore/…/ porto raggiunto e slancio/ per ripartire…” (p.21), anche nel nero corso che domina il tempo storico: “Passa la Storia su distese di morti”. È una sintesi che chiede risposte di senso, che non devono sfociare nel salice piangente di chi passa sotto “Il sole al culmine” e poi “volge/ al tramonto/…senza lasciare traccia”, ma dà vita al sogno incarnato, pur utopico e visionario, di “Avere un fine di liberazione/ come faro lontano”.
Dicembre 2023
Adam Vaccaro