INTERVISTA A GINO STRADA

Pubblicato il 17 marzo 2014 su Resoconti Esperienze da Adam Vaccaro

Gino Strada: “Lista Tsipras, una speranza per cambiare la politica”

intervista a

Gino Strada di Alessandro Gilioli  5 marzo 2014

Su Pagine On Line, n. 17 del 6 marzo 2014

«Le nostre società hanno bisogno di profondi cambiamenti. In altre parole, di diventare più umane. Spero che la lista Tsipras riesca a portare quest’urgenza nelle istituzioni, a iniziare dal Parlamento europeo». Gino Strada, 66 anni, medico e fondatore di Emergency si trova in questi giorni in Sudan, a operare in uno degli ospedali della sua associazione. Segue però il dibattito politico italiano e l’inizio della campagna elettorale.

Strada, come giudica la nascita di questa lista “L’altra Europa”?
«Ci trovo valutazioni e prese di posizioni di rilievo sulle questioni politiche italiane e internazionali. A iniziare dal rifiuto della guerra, ma anche in tema di beni pubblici. Mi sembra che lo sforzo di coagulare questi valori in una lista sia positivo»

Che cosa si aspetta?
«Che questa lista porti tutti all’urgenza di riflettere su cosa vuole dire politica, oggi. Sono saltati da tempo tutti i paletti di un’idea di comunità, eppure viviamo ancora come persone associate, in società. Però in una società che è sempre più una giungla, in cui in nome dell’idolo profitto, dell’idolo denaro, si eliminano e si riducono le cose che devono essere di tutti, cioè comuni, pubbliche. Ecco: mi aspetto che questa lista rappresenti una voce diversa rispetto a questo disvalore prevalente».

Condivide l’idea di Europa di questa lista, lontana sia da quella finanziaria sia da quella nazionalista? Ritiene percorribile questa strada?
«Non lo so se è percorribile, ma so di certo che non voglio percorrere le altre. Lo scopo delle nostre vite non è certo rendere felici le banche. Quello è un film indecente, che non voglio più vedere. Per questo mi fa piacere se qualcuno inizia a cercare strade alternative»

Conosce i suoi fondatori, i garanti de L’Altra Europa con Tsipras?
«Alcuni sì, e li stimo. Come Andrea Camilleri, ad esempio, una persona di una cultura e di una rettitudine che la politica italiana neppure si sogna; Barbara Spinelli, donna di grande intelligenza e competenza; e naturalmente Marco Revelli, con cui ho avuto modo di collaborare in passato in tante iniziative. Ma, in generale, diverse persone di questa lista mi sembrano una spanna sopra rispetto alla classe politica italiana».

Rischi?
«Spero che questa volta non rientrino in gioco i vecchi camaleonti. Non voto da anni e questa volta, se a fine maggio sono in Italia, mi piacerebbe farlo».

(5 marzo 2014)

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