Gabriela Fantato – La seconda voce

Pubblicato il 10 luglio 2019 su Resoconti Esperienze da Adam Vaccaro

La seconda voce, Gabriela Fantato
Transeuropa, Massa, 2018 – pp. 64

Recensione pubblicata da “Il Segnale” – N. 113, Giugno 2019

 

Rivendicazione umile, è l’ossimoro che emerge da questi testi, immersi e innestati nel flusso ardente e circolante nelle carni di chi scrive. Che viene rivissuto e fatto fonte incessante di Rinascita, di Parola e Voce nuova, di seconda voce, che dà il titolo e il senso della raccolta. Seconda, quindi, che qui non ha riverberi di secondario, ma di rinnovata vita nova. Termine che è anche nel nome della Collana di poesia, “NUOVA POETICA”, che accoglie il testo. Coincidenza casuale o meno, non importa.
Conta che l’elaborazione del nuovo, implica conoscenza, quindi passione per ciò che precede, pur senza appiattimento acritico da epigono: rivendicazione ferma e umile di amore, capace di ridare vita nuova alla ricchezza racchiusa e trasmessa nella e dalla Poesia che più ci coinvolge – vedi il poemetto che chiude il libro, Marina Cvetaeva, l’ultima notte.
Ma questo è solo uno dei due flussi che generano la poesia di Gabriela – non solo in questa raccolta –, quello che trae alimento da voci e scritture precedenti. L’altro alimento del libro è innervato nel contesto storicosociale, in cui l’esperienza – a diretto contatto o a distanza, nel tempo e nello spazio – sa trarne intensità ed essenze di fiori e tenebre. Sa farsi carne del Soggetto Storicoreale (SSR), per poi tradursi in voce del Soggetto Scrivente (SS).
Nel libro agiscono entrambi questi due corpi radicali, come pilastri costitutivi di una forte tensione alla totalità intra e intersoggettiva, che chiamo Adiacenza, che costruisce forma e intreccio delle lingue del testo e delle sue forze della forma, tratte dunque sia dalla stanza che nella strada.
Voce e parole che vogliono farsi Verbo sacrale (come sottolinea in Prefazione Laura Liberale), ispirato sia dal canto di carte – per l’Autrice – alte, sia da pre-testi incarnati da vite altre, fonti di dittati amorosi ed etici che impongono il dono di restituzioni degne, tra-dotte in materia e passione di poesia. Scorrono così, quasi come ex voto, memorie e figure che vanno da affetti famigliari a squarci di esperienze politiche condivise, a vicende drammatiche singole e collettive.
Ne scaturisce un moto che dà voce a chi/cosa non ha mai parlato, vittime – in particolare femminili, benché prive di aloni femministi – i cui nomi tendono ad ammassarsi e a sparire irrilevanti: “il tormento sfiora le cose”, canta un verso, e sta in questo tormento la linfa adiacente che si fa seconda voce, di una pietas riparatrice contro una “Unica certezza, unica sorte/ una comunità d’ignoti, in marcia, in ressa/…/dentro l’addio.” (Cancellazione, p.14). Sacralità amorosa, animale e materica, un filo rosso conduttore dell’espressività di Gabriela, condensato nei versi intensi di La materia dei sogni e Materica, delle pp. 18 e 19: “Ecco il sangue giusto che ci corre/ quel sempre scendere e poi ancora risalire,/…/…ancora e ancora/ a ogni vento”; e “Siamo carne, semplice materia/ – ossa, nervi sottilissimi noi siamo/…eppure, eppure se ti vengono dei sogni,/…/ vanno dove non t’aspetti/…e lì si ricomincia”.
Precedono e seguono versi di altri due testi, Invocazione, e Invocazione II – non casualmente collocati subito prima e subito dopo, alle pp. 17 e 21 –, che abbracciano e insieme definiscono il nucleo della poetica di Fantato, non solo di questo libro: “Invoco quello stare dritto/ davanti e dentro il mondo” (p.17), e “Vita, vita schiacciata, vita che salva/ non sei, vita dei senzanulla,/ dei perduti e andati, dei mai trovati,/ vieni! vieni, vita dei senzavoce,/…/ Vieni, vita – sono qui, ti ascolto.”
Anche solo da pochi versi si possono cogliere ritmi, battiti omofonici palpitanti, di un corpo del SSR, teso a comporre sequenze del SS di canto materico (Leopardi). Ritmi che, tra spazi intimi e luoghi aperti percorrono il crinale di trambusto tragedia e gioia, di fede e speranza nella ciclicità fenomenologica che “lì si ricomincia”. Tra rinascite e smarrimenti di un amore per la vita che resiste nelle profondità inconsce e animali. Tema costante in Gabriela (vedi L’estinzione del lupo, Empirìa, 2012).
Marzo 2019

Adam Vaccaro

One comment

  1. Adam Vaccaro ha detto:

    Ricevo x email e giro questa nota di Gabriela Fantato:

    Grazie a tutti voi amici di MILANOCOSA.

    UN GRAZIE SPECIALE AD ADAM VACCARO per la bellissima recensione!

    Abbracci

    gabriela

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