L’origine perduta
Matilde Asensi
Sonzogno Editore, 2006, pp 502, Є 19,00
Terzo romanzo dell’autrice di Tutto sotto il cielo e Iacobus, tre “best seller” dalla vendita considerevole. Lo fosse anche la scrittura…
In questa terza pubblicazione, L’origine perduta, la trama prevede che a Barcellona l’etnologo Daniel Cornwall cada in catalessi dopo aver annotato una misteriosa scritta in una lingua sconosciuta. La catalessi, viene diagnosticato in ospedale, è causata da due diverse malattie: Agnosi e Illusione di Cotard (in breve, chi ne è affetto crede di essere morto e non risponde ad alcuno stimolo). La moglie di Daniel avverte il fratello di quest’ultimo, tale Arnau, ricchissimo e fricchettone, hacker per divertimento (assieme ai due collaboratori/amici Jabba e Proxi) nonchè creatore della Ker-Central, azienda che si occupa di new technology e web. Questi, dall’alto della sua incommensurabile ignoranza in materia di etnologia, ripercorrerà efficacemente e in breve tempo gli studi del fratello (che invece ha impiegato mesi per arrivare ad abbozzi e tracce) e grazie all’aiuto di personaggi aggiunti (che lascio a voi scoprire nella lettura) si recherà in Bolivia, fra le antiche rovine della città di Tiahuanaco, sulle tracce dei mitologici aymara, predecessori degli Inca. Se la catalessi del fratello è dovuta a questa misteriosa frase in una lingua sconosciuta, una lingua primigenia, assoluta e perfetta, la lingua “di Adamo” e di cui nessuna sa nulla, allora la soluzione dovrà trovarsi proprio dove questo popolo ha avuto origine. Complici mappe dettagliatissime disegnate molto prima della scoperta dell’America (altro mistero), il penetrare nella piramide Inca dove è custodito Il Viaggiatore (e ci riescono nel giro di 3 giorni, in barba a tutti gli scavi archeologici precedenti), ecco svelarsi l’enigma degli aymari (ma è davvero tutto svelato?)…
Praticamente una sorta di Codice da Vinci in versione ispanica (per la scrittura) e Inca (per il tema). A tratti c’è anche qualche buona intuizione, ma decisamente i dialoghi non reggono: troppo ammiccamenti al linguaggio nazional-popolare che possa dare un qualche appiglio al lettore per ritrovarsi tra le mille pieghe della storia, troppe cadute nella farsa. Non che poi la storia sia campata in aria: è evidente (e annotata a piè di pagina) la preparazione dell’autrice che ha consultato fonti e manoscritti per arrivare ad una para-realtà. Ma è troppo poco perché il romanzo regga, anche perché la tentazione di saltare interi passaggi è forte ed avviene (senza perdere nulla della “trama”, indi qualcosa non quadra…).
Solo in Spagna ha venduto 500.000 copie, non contiamo poi le vendite derivanti dalle traduzioni in altri paesi. Vabé.
Fabiano Alborghetti
ma che stai a di? è un libro bellissimo e avvincente..si è vero l’autrice cade in alcuni pezzi..allora non ti sei letto ancora “L’ultimo Catone” nel quale questi tratti sono ancora piu marcati ma cio’ non significa che non sia una buona lettura..anzi è spettacolare quel libro..”L’Origine Perduta” ha una storia molto interessante e questo giustifica i miliioni di copie che ha venduto..ti consiglio di rileggerlo
io l’ho letto e di quello che dici non ci ho riscontrato, secondo me è bellissimo e molto avvincente, bisogna però dire che è un libro straniero e quindi molte cose non saranno state tradotte però…. se io sapessi leggere in spagnolo, sicuramente questa sarebb e una tra le mie prime letture! Cmq apparte la forma scritto mi è piaciuto molto e anche la scelta dei personaggi non era male!
QUindi, io faccio i miei complimenti alla autrice!
questo libro fa schifoooo!!!!!!!!!!!!
CHIUSINI! che vi siete pure messi a leggerlo!