L’infanzia vista da qui
Francesco Tomada
Sottomondo Editore, 2005, pp 90, Є non indicato
La prova assoluta che la buona poesia c’è è che non esiste in libreria: infatti di norma la si trova quasi clandestinamente per edizioni che le librerie poco vedono se non nulla. Sembra un paradosso eppure….
Uno dei casi è lo splendido L’infanzia vista da qui pubblicato per la prima volta nel 2005 e ristampato nel 2006 (ma seguiranno altre ristampe a venire) da Sottomondo di Gorizia (www.sottomondogorizia.it) che oltre a pubblicare italiani è attenta alla vicina produzione slovena. Tralasciando la splendida grafica di copertina, L’infanzia vista da qui (con prefazione di Francesco Mattiuzza) è il sunto di una voce sincera, quella di Francesco Tomada, classe 1966 che cerca di colmare le lacune con la parola, che combatte con la sola osservazione delle cose e se ne fa ferire, ne conserva memoria. E chiede scusa quasi, di questa osservazione mentre ci lascia confissi a osservare, noi stessi e con altri occhi.
Un esempio:
Double face (pensiero all’uscita del turno di notte)
Guarda le gru di Marghera altissime/ e bianche nel buio come radici/ di alberi piantati a rovescio/ nella terra// dunque questo non è cielo/ ma un cielo capovolto questa non è/
vita / ma quello che alla vita viene tolto
Fabiano Alborghetti