Parigi
Parigi brucia di luci fiammanti,
l’incendio della vita che esplode e divampa
riempiendo d’allegria i bistrot e i caffè.
Lontana musica di fisarmonica
ha un che d’espressione malinconica,
mentre le giostre girano e le coppie danzano.
L’amore mi inquieta
mi toglie il sonno
e cammino solitaria ricordando stagioni passate
simili ad una passeggiata su un tappeto di foglie,
i monumenti illuminati mi guidano nella città che
parla di sé
altezzosa e ridente simile ad una dama settecentesca.
Parigi! Parigi!
Sembri un amante che chiede di ripetere il suo nome.
E quest’ora che non finisce mai dove mi conduce?
E breve la vita e Parigi lo sa e forse per questo si riempie
di colori accesi, perché la notte è il vero cuore
e allora niente pie convenienze, tutto trionfa!
Perché non ricordo? Vago come un randagio
senza casa, eppure la mia camera è dietro l’angolo.
Preferisco ignorarla, là nessuno mi aspetta
se non una bianca valigia, mentre qui tutto pulsa
e io mi sento vera, commossa e vibrante
per quel sonno che appare sempre più distante.
I matti
Dietro la maschera di normalità
vi è un substrato di sette pelli,
che nascondono il fragile cristallo dell’animo.
Chissà perché la bellezza è così delicata!
Consapevoli che questo mondo è fatto di soldati
che ti feriscono con le lance,
mostriamo la corazza di scarafaggio
invece di ali variopinte di farfalle.
Ma anche le rocce sgretolano e allora…
Anche il sole di primo mattino può ferire gli occhi.
Lenti appannate vedono mostri incontrollabili
dove in realtà vi sono angeli castrati nei loro sogni.
Dove sono gli orologi che scandiscono il tempo reale
quello dell’incontro tra le nebbie del passato,
in cui vi era il rispetto perché Uomo
e nuove albe per un futuro sereno
dove non si ha paura di sentirsi instabile?
Forse sei un pericolo se regali l’innocenza?
Quante parole sagge, quante contraddizioni!
La sana superbia deve tangere con mano
il fondo del pozzo e imparare il valore del grido
chiuso nel cratere in balia di una lava indomabile.
Musica lirica (Maestri)
Sguardo altero, signorile, ha la musica di Verdi
rifiuta il sentimentale arrivando al cuore
come battagliera spada contro l’ostile invasore,
facendo vibrare corde mai sfiorate
che paiono rose rosse sul lago abbandonate,
lasciandosi trasportare dalla corrente
formano un valzer elegante in cui foglie ingannevoli
si lanciano da vette altissime per giungere
a picchi tra toni e acuti in comunione con loro.
Forme morbide hanno le arie di Puccini
così gentili da ricordare madonne rinascimentali
tale è la dolcezza di quel candore notturno:
languida passione di onde voluttuose e morbide
irrompono, stravolgono, accendono
il cielo rosso tramonto che Mimì canta
immaginando la prossima primavera
e Butterfly lontana dona un ultimo saluto
mentre il palco si riempie di caldi applausi.
Odo nuova vita
S’acqueta il pensier
al volgere di Aprile.
Trasmuta verso il sereno
mentre tintinnano le gocce
sui nudi marciapiedi…
Non ha colore la parola Gioia.
Non tace il desiderio
che piano incalza sempre più
in un crescendo di battiti…
Credevo assopito il cuore
in un sonno profondo
malinconico risveglio di speranza.
Odo nuova vita nel sangue
come travolta da una cascata
e appena ricordo il buio.
[…] Laura Canevali vive a Milano. E’ un’autrice sia di testi poetici che di narrativa. Ha iniziato a pubblicare dieci anni fa per la Book Editore su antologie con il nome di Annamaria Marchi. Ha fatto parte dei gruppi La Spera di Rho e i Mille volti di Milano. Nel 2005 ha pubblicato la sua prima raccolta Le mille facce della Luna” per Seneca Edizioni di-Torino, che ha presenziato sia al Festival del Libro di Torino che a Parolario di Como. “Rose sparse sul sentiero” edito nel 2009 da Boopen Led di Napoli è il secondo libro, la cui introduzione è stata curata da Sandro Boccardi. Il libro ha partecipato a varie fiere tra cui la Fiera del libro di Torino e il festival “Una piazza per la poesia” di Napoli riscuotendo buoni consensi. Socia di Milanocosa dal 2009. […]
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