Anticipazioni – Valeria Serofilli

Pubblicato il 15 novembre 2018 su Anticipazioni da Adam Vaccaro

Anticipazioni
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Progetto a cura di Adam Vaccaro, Luigi Cannillo e Laura Cantelmo – Redazione di Milanocosa

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Valeria Serofilli
Testi dalla Silloge inedita
TARANTA D’INCHIOSTRO

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con una nota di Luigi Cannillo

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Scrivere è per me una necessità e trovo gratificante l’atto della scrittura in quanto, facendo mio il pensiero di Pavese, questo “riunisce le due gioie: parlare da solo e parlare ad una folla”.
La mia produzione è alquanto diversificata: pur tenendo conto di un’ampia gamma di riferimenti classici, sia ai contemporanei che ai grandi della letteratura dei secoli scorsi, tende tuttavia ad interiorizzare e attualizzare i concetti, rendendoli personali e riconoscibili.
Tra le componenti della mia poesia c’è una parte più schiettamente lirica ma sussistono anche toni più ironici a tratti sarcastici, con cui il reale viene filtrato attraverso lo sguardo dell’ironia.
La mia poetica tende quindi a un impasto attivo e dinamico tra pensiero e forma scritta, tra razionalità e inventiva, teso a trasmettere il sapore del poiein, come manufatto.

Valeria Serofilli

Iª SEZIONE: LA TARANTA

La notte della taranta
(22 agosto 2015)
Quale ragno mi ha morso?
Prova col nastrino colorato/ amore
ma tanto già ne conosco il nome
come già ne so l’antitodo:
tu il veleno/ il contro veleno
la mia terapia coreutica
E abbracciati balliamo
in pizzica lenta
ad uccidere un ragno che non c’è

Io il ragno?

Mi tuffo dal soffitto per sprofondare
nell’ abisso cristallino

Forse che
sono io il ragno
a misurare le distanze
tra dune di sabbia?

Ti ha morso la taranta?

Non ti chiederò, certo, se ti ha morso la tarantola
mentre ti dimeni/ impazzendo su di me

Il rischio è di sopire il tuo sapore

Non mi conviene /penso,
mentre piuttosto alimento
ardore con ardore.

*

IIª SEZIONE: RAGNATELA DEL MONDO

Burka
Chilometri d’amore
nel tuo burka azzurro Maria
orpello mantello di diritti / tutele
e perle di saggezza senza scuola
Occhi distanti in volti bambina
a spendere tramonti su coltivazioni
di papaveri.

Africa

Vorrei farmi Africa
per scacciare insetti
dagli occhi dei bambini
e recargli tra il fango
aliti di fresco

Delle capanne/ fare castelli
ma in solida zolla
e non in aria

Finché una nuova aurora sorgerà
da poterla rivivere
con occhi nuovi
senza mosche.

*

III SEZIONE: AL DI FUORI DELLA TELA

Libertà

Libertà di cavallo che a coda
scaccia la mosca, questa volta il ragno

Libertà di poeta
contro militare costrizione
di cui tu figlio, mi spiace,
vivrai l’eterna contraddizione

*
Nota biobibliografica

Valeria Serofilli è docente di Lettere e come operatrice culturale Presidente fondatrice di AstrolabioCultura, Associazione che promuove Premi, reading e conferenze, quale il Premio Internazionale di Poesia “Astrolabio”e gli Incontri Letterari presso lo storico Caffè dell’Ussero di Pisa e di Villa di Corliano.
Ha pubblicato le seguenti raccolte di poesia: Acini d’Anima (Pisangrafica, Snc,Pisa, 2000); Tela di Eràto, (Sovera Multimedia, Roma, 2002); Fedro rivisitato (Ed. Bastogi, Foggia 2004); Nel senso del verso (Ed. ETS, Pisa 2006), contenitore multimediale; Chiedo i cerchi (Puntoacapo Editrice, Novi Ligure, 2008); l’ebook antologico di poesia Resoconto e senso (LaRecherche 2013); Vestali, (Ibiskos Ulivieri Editrice, Empoli 2015). Ha pubblicato racconti brevi su riviste ed è presente in annuari e blog, con riconoscimenti e premi. Per la saggistica, ha pubblicato I Gigli di Nola, Rotary Club, Nola – Pomigliano d’Arco, 1993.

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Nota di lettura

Aracne e il filo d’inchiostro

La poesia di Valeria Serofilli spazia tra sensualità e riflessione, mito e modernità, fondendo questi elementi in quello della sensualità, “tra pensiero e forma scritta”, trovando modalità di impiego originale nella loro reinterpretazione. La taranta è sintesi per eccellenza di tradizione culturale e rivisitazione contemporanea: la danza della pizzica riunisce ascolto, visione, corpo e movimento, raggiungendo un apice percettivo di linguaggi, ritmo e suono che portano all’estasi, allo smarrimento, all’affermarsi della parte più dionisiaca ed erotica del proprio organismo, sepolta altrimenti dalle convenzioni del quotidiano.
Così la prima parte di “Taranta d’inchiostro” prende le mosse dalla danza per risalire alla tarantola, lil cui morso velenoso indurrebbe come terapia estrema al movimento convulso e irrefrenabile. Ma l’immagine viene successivamente rovesciata, diventa lampo onirico nell’identificazione con il ragno il quale, in altra funzione, misura distanze e cattura insetti, prima dilatandosi dal Salento all’Africa, e, successivamente, “al di fuori della tela”, diventa libertà di poeta e impegno etico. Danza quindi intesa non solo come sinestesia per eccellenza, nel passaggio tra le diverse percezioni sensoriali, ma come ardito filo di ragno nella ricerca della libertà. Filo d’inchiostro.
Il percorso delle diverse sezioni della silloge si dipana dinamicamente, all’interno e al di fuori della tela, tra interrogativi e consapevolezze, cambi di ruolo e prospettive di osservazione, tra abbandono e vigilanza, battuto e ribattuto dalla brevità delle sezioni, dallo scatto ritmico e da una caratteristica cesura che ha la funzione di sdoppiare il verso o raddoppiare significati di singole parole in modo repentino all’interno di un verso unitariamente inteso: “Non mi conviene/penso”, “diritti/tutele”, “Delle capanne/fare castelli”. Allo stesso modo nella pizzica, come danza ludica o rituale terapeutico, il battere sincopato di mani e piedi esalta il ritmo degli strumenti musicali. Aracne diventa danzatrice e poeta.

Luigi Cannillo

One comment

  1. Francesco De Napoli ha detto:

    Poesia molto interessante, capace di sperimentare nuove vie e nuove modalità di porsi di fronte all’abusata e spesso asfissiante “taranta”, divenuta ormai quasi una moda.

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