Anticipazioni
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Progetto a cura di Adam Vaccaro, Luigi Cannillo e Laura Cantelmo – Redazione di Milanocosa
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Simonetta Longo
Inediti da Untitled #.
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con una nota di Luigi Cannillo
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La mia poesia si sviluppa attorno alla relazione circolare natura ↔ uomo ↔ cultura, indagata nelle sue dinamiche oppositive, ma soprattutto nella tensione verso un equilibrio sostenibile.
In Notturlabio (2014) l’indagine procedeva dall’esterno all’interno e dal passato al presente con un futuro appena prefigurato.
Con Untitled #, la seconda raccolta inedita di poesie, il punto di vista su natura ↔ uomo ↔ cultura viene invertito e richiede anche al lettore lo sforzo di più cambi di prospettiva; l’indagine si sposta dall’interno verso l’esterno, e temporalmente dal presente ai futuri possibili, con una grande attenzione in particolare alle questioni ecologiche e socio-politiche che attengono anche al ruolo della poesia e dell’arte. Attraverso un linguaggio essenziale racconto il mondo d’oggi con gli occhi di ognuno; e così, attraverso questo sguardo “inclinato” i vari personaggi reali (uomini e donne colti nella loro quotidianità) e i luoghi più devastati del pianeta assurgono a simbolo di un cambiamento antropologico e dell’attesa di un mondo (forse) migliore.
Simonetta Longo
UNTITLED #7
la geografia della parola
in una pozza
d’acqua
rimanda segni naturali
come il volto che si rispecchia
e le impronte sul terreno
che domandano
silenzio
sotto un cielo nuovo
ginocchia a terra
il corpo arboreo
invoca radici
per capelli
se il cerchio delle spalle
è un mondo possibile
ma bisogna scavare
a fondo
con dita bambine
nel suolo
per trovare l’acqua
di un’altra lingua
e poi suturare
i labbri delle ferite
aperte
per quanto nell’anacronia
del gesto
aspettando risposte
nei planisferi delle chiocciole
così a bocca aperta
come pesci affamati
in attesa
UNTITLED #12
Che gli si desse la quarantena
delle capre selvagge
purché fossero concesse le vecchie
abitudini
alle lettere
nella lontananza dei lecci
non ignari di sacrificio
o magari si piegasse al loro legno
per l’inganno vegetale
della sentenza
come di bacio di madre
per qualche verso franto
arriveranno le api
sulle infiorescenze gialle
come allora
e altri troveranno solo una traccia
nell’isola
(non sarà facile da catturare)
di parolafoglia ingoiata
per non lasciarla
ai venti
per quanto distante possa
sporgersi
l’ombra resta sempre
più lunga
e refrattaria al riscatto
oltre i sentieri troppo battuti
cercavano il latte anche dalle capre
selvagge
(non il libero sillabare)
in attesa del macello
Untitled #15
Poi apre la cartina
con la topografia dell’abbandono
prima di partire
il viaggiatore saluta
sé stesso
valigia alla mano
questa volta ha scelto
la città che cammina
da quando il suo corpo
d’argilla frana
a ogni passo
e la gente prova a dargli
ossa più salde
e qualcuno sull’albero
non smette di sillabare
alla polvere
all’arrivo stanco e affamato
bussa a una porta a un’altra ancora
ma non c’è parola
né pane
nella durata del relitto
potrebbe bastargli qualche sasso
come quello venato di rosso e oro
della storia
un fuoco e dell’acqua
(sono fredde le rovine)
per una degna minestra
forse un cane randagio gli porterà
un osso e una capra qualche germoglio
in aggiunta
cos’altro aspettarsi
da case inselvatichite
e sdentate
lasciate lì
senz’altra morte che la voce
se la cura della memoria
non è che ammissione dell’inciampo
ritornare è tracciare
un segno
sapendo di essere sempre stato
con sé
nella finzione del distacco
solo per poter riaprire
la mappa del ricordo
e fuggirsi
UNTITLED #23
Lo stick giallo
vitaminico per le labbra
(lucido solo leggermente
però)
nel suo equilibrio
sul tavolino
è perfetta legge
di natura
ogni oggetto persevera
nella sua quiete
se nessuna forza
interviene
anche lui potrebbe
starsene lì
o perfino muoversi
lungo una linea retta
costantemente
in assenza d’aria
e d’attrito
ma nella dinamica
dell’esistenza
non c’è principio
d’inerzia
che tenga
con un secco colpo
delle dita
fa cadere
lo stick al succo
di mela
per vivere basta
un refolo
di vento
Con la poesia Untitled #23 è stato realizzato un segnalibro in doppia versione italiana e spagnola per l’evento internazionale Pioggia di Poesie su Milano (Bombardeo de Poemas sobre Milán), sponsorizzato dall’Ambasciata del Cile in Italia, Imagen de Chile e Padiglione del Cile per l’Expo 2015 di Milano.
A questo link il video: https://www.youtube.com/watch?v=3NwVqXwzE7E
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Biobibliografia
Simonetta Longo, poetessa di origine salentina, laureata a Lecce in Lettere moderne con il critico Donato Valli, vive e insegna a Milano. È condirettore della rivista “Il Segnale” e redattrice della rivista “Pentèlite”; Sue poesie, racconti e saggi di critica letteraria sono presenti su diverse antologie, riviste cartacee e digitali, siti letterari e ebook. Nel 2014 ha pubblicato il volume di poesie Notturlabio, vincitore del “Premio Rodolfo Valentino. Sogni ad occhi aperti” (2015). Del 2104 è anche la plaquette Fluttuazioni in campo sonoro con collage di Paolo Ricci, Edizioni Pulcinoelefante. È di prossima pubblicazione Untitled #. Per maggiori informazioni consultare il sito dell’autrice: www.simonettalongo.it
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Nota di Lettura
Simonetta Longo, autrice consapevole e matura già a partire dalla sua raccolta d’esordio, Notturlabio, utilizza per la costruzione delle sue poesie non a caso una forma ellittica. Esiste una circolarità tematica che viene perseguita nello sviluppo del testo: così la parola finisce per saldarsi alla bocca aperta e l’acqua ai pesci affamati, oppure le capre selvagge al loro latte; lo stick giallo in bilico finisce per cadere. Gli spazi del luogo geometrico si allungano attraverso richiami, sviluppi e riprese di singoli elementi. Alla fluidità della linea contribuisce l’assenza di maiuscole e di punteggiatura, così come l’articolazione dei blocchi strofici, da considerare come vasche aperte e comunicanti anzichè unità chiuse. E perfino la successione di testi come opere senza titolo, semplicemente numerati progressivamente.
Questa scelta non può nè deve essere considerata come formalismo fine a se stesso. Il progetto di Simonetta Longo vuole sollecitare nel lettore una serie di spostamenti ai quali lei stessa si riferisce nella nota di presentazione. La relazione tra i campi spaziali interno/esterno, ma anche tra quelli temporali presente/futuro, il rapporto tra superficie e profondità (suolo e planimetria) e quello tra oggetti reali e figure simboliche contribuiscono a stimolare lo “sguardo inclinato”, obliquo e diagonale, che superi le convenzioni poetiche più consuete. Sollecitando quindi il lettore a una nuova modalità percettiva e riflessiva nei confronti dei diversi fenomeni. Recuperando parole e nomi, magari anche i titoli soppressi.
Nello slanciarsi della forma ellittica si può raffigurare la ricerca della parola attraverso “dita bambine” che scavano per trovare nell’acqua della vita una lingua interrogante. È una ricerca che si riscontra anche nel percorso del viaggiatore, nell’approdo a una terra desolata e nella salvezza offerta da un segno tracciato come identità e memoria. Un paesaggio arcaico ed essenziale ritorna anche in Untitled#12 dove è ancora una figura dell’esilio ad affiorare nell’isola nella quale protagonisti sembrano essere alberi e animali, elementi naturali in atto nei rituali, in cui si palesano come ombre le presenze umane. L’isola, la pozza d’acqua, ma anche oggetti comuni come lo stick giallo sono lì a rappresentare che “[…] nella dinamica/ dell’esistenza/ non c’è principio/ d’inerzia/ che tenga”. E che la dinamica investe e attraversa la storia e il cosmo, e di questo attraversamento la poesia può essere manifestazione e testimone.
Luigi Cannillo
La poesia sta tutta nel testo di Luigi Cannillo. Davvero un grande poeta!
Poesia intensa, giocata sull’ellissi e la sottrazione, ricca di spunti sul significato che l’uomo deve sapersi restituire per un rapporto sostenibile e plausibile col cosmo. Versi misurati e ben calibrati. Brava Simonetta!