Anticipazioni – Rossella Tempesta

Pubblicato il 19 febbraio 2024 su Anticipazioni da Adam Vaccaro

Anticipazioni
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Progetto a cura di Adam Vaccaro, Luigi Cannillo e Laura Cantelmo – Redazione di Milanocosa
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Rossella Tempesta
Inediti

Con nota di lettura di Adam Vaccaro
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Nota di poetica

Da dove arriva e dove sta andando la mia poesia?
Come ho sempre “sentito” la mia poesia viene da un altro mondo, da un iper spazio dove qualcuno ci osserva e ci sussurra nel cuore di guardare in fondo alle cose, di acuire i sensi, la vista in primo luogo, davanti alla trama del quotidiano, davanti alle cortine dell’ovvio.
La mia poesia è una voce-sonar che mi raggiunge da sempre, dalla mia infanzia, e viene dalla Natura e dalle anime di luce che vanno e vengono tra questo mondo e gli universi.
Per me la Poesia, la mia, quella degli altri poeti tutti è un disvelamento, un dono fulminante e struggente, una improvvisa e provvisoria sapienza che fa benissimo e male a un tempo, perché fa assaporare la vera libertà, la vera essenza, eppure mostra il giogo cui siamo sottomessi.
Dove sta andando la mia poesia? Lo dice il titolo della mia ultima raccolta “L’intero senso” da poco uscita per i tipi di Delta3 edizioni – Grottaminarda, per la cura della direttrice di collana Eleonora Rimolo con la prefazione del poeta e filosofo Carlo Di Legge, l’intero senso che poi è un verso di una mia poesia di molti anni fa che si trova anche in questo libro, quasi un’autobiografia poetica dagli esordi fino ad oggi, e che ha questo titolo che dice della mia ricerca mai conclusa e che mai si concluderà fino alla morte, come è per tutti gli esseri umani. La mia poesia va dunque verso la filosofia: cerco l’uomo diceva Diogene con la sua lanterna nel buio, e cerco la Natura e l’unità, l’intero senso tra l’uomo e la Natura, cerco tracce del progetto, impronte di chi, cosa, lo abbia pensato per noi.

Rossella Tempesta

Buongiorno mattino di sole,
epifania delle nostre vite smarrite
mattino che avvieni con naturale indifferenza

Un rumore così minimo
fanno i nostri piccoli piedi
un trapestio nella strada,
l’acciottolio delle movenze quotidiane

mentre crediamo di essere opliti
e non c’è guerra che dentro di noi.
*
Ho adorato il raggio di sole
dritto sulla pagina del libro di poesie;
lo leggo di mattina presto
nell’autobus che, partito dalla stazione,
fila affiancando i canali della bonifica
e mi porta in città insieme ai venditori di calzini
chiassosi, dialettali.

Tutti gli altri viaggiatori tacciono
stanno nel silenzio del sonno,
io nuoto ancora nel sogno della Poesia.
Qualcuno mi guarda, si chiede.
Sempre si domanda, l’Uomo.

*
Ora devo stare
come questo eucalipto grande
che il suo tronco è più largo del cerchio delle mie braccia,
se provo a abbracciarlo.

E divengo la sua polena
se mi appoggio con la schiena
e di fronte a noi due brilla il mare che solcheremo.
Oggi non salpiamo, solo prove e intenti
ci dichiariamo .

Siamo stati tanto male nell’inverno
che il venticello di Aprile sta asciugando.
Tanto ci ha ferito la grandine, il gelo.

Tutti i rami potati ha lui,
le braccia stanche di fendere il buio, io.
Ci scambiamo linfa e consolazione:
i tuoi germogli hanno sanato i tagli, gli dico io,
i tuoi occhi lavati di pianto si fanno più azzurri, risponde lui.

*

Se sapessi quanto te di filosofia
saprei dire se sono più nichilista, stoica o maggiormente
epicurea

Certo è che più spesso mi accade
di voler vivere nascosta,
e quando tu dici che stai per
partire da solo per la Cina
a me fai domandare come
abbia inchiodato alla paura la mia vita

Come l’abbia legata al palo della mia
supposta insufficienza, come ho saputo farla
una cosa così difficile, in luogo della faciltà che è vivere.

Tu però hai visto come ‘è mutata la mia coscienza dell’intero senso,
perché di più ogni giorno è chiaro che tutto è andato e va dove doveva andare,
fuori di me
mentre io ero e sono
dentro al tutto.

*
Non esiste più il prima, ti dico,
Tu , vedi, sei un eterno Adesso.
Questa campagna è adesso
e i suoi trulli antichi, i tratturi di polvere sono qui, ancora, per noi.

La povertà tenera dei vicoli in paese,
la pietra gialla sgretolata,
e quella bianca resa lucida dal tempo,
tutto è infinito adesso.

Non tace nella campagna d’inverno la sofferenza del contadino,
della sua modesta miseria;
non la dissimula l’euforia estiva dei trulli rinnovati per gli stranieri

Non tace la sofferenza nostra,
ma adesso possiamo sorridere delle nostre impotenze
e gioire spesso, in un’allegria franca;
noi abbiamo fatto
quel che abbiamo potuto.

E tutto,
noi, la campagna, gli ulivi ritorti
che sono qui da sempre e ancora adesso,
tutto è perfetto.

*
Nota Biobiblio
Rossella Tempesta ha pubblicato le raccolte Dolce domenicale a Gennaio (plaquette, con illustrazioni di Davide Frisoni di Rimini, 1999), Alla tua porta, (Raffaelli, Rimini 2000) Passaggi di Amore ( Edizioni della Meridiana, Firenze 2007), L’Impaziente (Boopen Led, Pozzuoli, 2009), Libro Domestico (Ghenomena, Formia, 2011), Inequilibrio (ebook, in «La Recherche», a cura di R. Maggiani) Diario Pendolare Pietre Vive Locorotondo, 2020 e la silloge Tutto, e la rivoluzione nelle Le amorose risonanze (a cura di M. Fresa, L’Arcafelice, 2009), Il suo primo romanzo è La pigrizia del cuore (Spartaco, Santa Maria Capua Vetere, 2017). Il suo ultimo libro di poesia L’intero senso, Delta 3 Edizioni Grottaminarda, 2023 curato da Eleonora Rimolo, prefato da Carlo Di Legge,

*
Nota di lettura
Viaggio da fermo. Viaggio alle radici, al fondo del mondo, della vita, se la percepiamo come bolla di tempo che non ti fa muovere in un tunnel che pare senza uscita. Ma è proprio lì che improvvisamente esplode una luce che chiamiamo poesia. Rossella Tempesta procede lungo tale tunnel in cui non servono occhi, servono i mille occhi del corpo che sentono, vedono, ascoltano, annusano mangiano terra con tutti i suoi vermi scuri per trasmutarli in luci aliene e linfa, esattamente come sanno fare le lingue infime di un albero nel loro intreccio amoroso col ventre morbido di madre terra, facendone alimento e ritorno a un ics sconosciuto e arcinoto di inizio della vita.
Per attivare questo fare occorre entrare in un altro stato, di coscienza anomala e precaria, una petit mort in cui il tempo si azzera, ma apre al paradosso di un tempo di platonici attimi d’infinito, in cui moriamo e rinasciamo, senza aver apparentemente raggiunto alcun che, librati nel mistero di un’araba fenice che si alza dalle ceneri di mille istanti precedenti, dentro la vita che cerca più vita.
Rossella sa evocare con i suoi versi questo stato precario e alchemico di incessante scavo e volo, di polarità estreme congiunte in una rincorsa impossibile della totalità. Ma senza questa rincorsa la poesia rimane una somma di lettere morte. Rossella lo sintetizza nella sua nota di poetica: “cerco la Natura e l’unità, l’intero senso tra l’uomo e la Natura, cerco tracce del progetto, impronte di chi, cosa, lo abbia pensato per noi”.
E con i versi offre serie di fermo-immagine di tali attimi: “Buongiorno mattino di sole,/ epifania delle nostre vite smarrite”; “Ho adorato il raggio di sole/ dritto sulla pagina del libro di poesie”.
In tale stato, di dinamica statica, si fa polena del viaggio vitale di un albero, silente interlocutore e ricarica di energie: “Tutti i rami potati ha lui,/ le braccia stanche di fendere il buio, io./ Ci scambiamo linfa e consolazione:/ i tuoi germogli hanno sanato i tagli, gli dico io,/ i tuoi occhi lavati di pianto si fanno più azzurri, risponde lui.”.
L’albero diventa così il simbolo della sua vita che cerca moti e scambi di rinascita, a partire da tali momenti di sensi umilmente aperti alla complessità dell’interoa: “Se sapessi quanto te di filosofia/ saprei dire se sono più nichilista, stoica o maggiormente epicurea” – immersi nel Tutto della nostra imperfezione, che ci dice, “tutto è perfetto”.

Adam Vaccaro

3 comments

  1. Flora Lalli ha detto:

    Una poesia intensa, che scava nel mistero dell’esistenza e fa riflettere.

    Complimenti all’autrice!

    “Tutti gli altri viaggiatori tacciono / stanno nel silenzio del sonno, / io nuoto ancora

    nel sogno della Poesia”: bellissimi versi!

    • Rossella Tempesta ha detto:

      Grazie cara Flora (che bel nome! )
      Sono felice che i miei versi ti siano arrivati e siano divenuti tuoi.
      Un caro abbraccio!
      Rossella

  2. Giovanna Santagati ha detto:

    Oramai sono abituata alla lettura dei versi, e non solo, di Rossella Tempesta. Li caratterizzano la naturale esplosione di elegante passione per ciò che sente di esprimere. Fonti vitali la natura, l’ambiente circostante,le cose di cui riesce a carpire il battito.La lettura dei suoi versi è un dono.

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