Anticipazioni
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Progetto a cura di Adam Vaccaro, Luigi Cannillo e Laura Cantelmo – Redazione di Milanocosa
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Mariella Bettarini
Haiku Inediti: Habitat e umanità
Con un commento di Adam Vaccaro
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Questi haiku fanno parte di una raccolta (ancora inedita) che inizia da termini e argomenti scelti in ordine alfabetico. M’interessa particolarmente (e come potrebbe non essere?) il tema (che è anche un problema) del nostro “umano” (ma anche troppo spesso – ahinoi – “disumano”) habitat.
La Terra dovrebbe essere di tutti coloro che vi sono nati e che la abitano. Eppure non tutti hanno gli stessi diritti, le medesime possibilità. Questo è davvero doloroso, per non dire tragico e disperante.
Mariella Bettarini
Habitat
Ma se ci manca
l’humus come faremo?
Come faranno?
*
Dico i migranti:
eh sì – come faranno
senza un habitat?
*
Umanità
*
Ma umanità
in primo luogo è
con-dividere
*
E ancora è
empatia umana
spes condivisa
*
Che altro dire?
Che cos’altro volere?
Umani semper
*
Nota bio-bibliografica di Mariella Bettarini
Mariella Bettarini è nata nel 1942 a Firenze, dove vive e lavora. Nel 1973 ha fondato e diretto il quadrimestrale “Salvo imprevisti”, che nel 1992 ha preso il titolo “L’area di Broca”. Con Gabriella Maleti ha curato le Edizioni Gazebo. Dagli anni Sessanta ha collaborato a circa 150 riviste. Ha pubblicato più di trenta libri di poesia, alcuni di narrativa e di saggistica, oltre a vari interventi critici in volumi antologici. Negli anni Settanta ha tradotto scritti di Simone Weil. Con i genitori di Alice Sturiale ha curato Il libro di Alice (Polistampa, 1996; Rizzoli, 1997), tradotto in molte lingue. Nel 2008 è uscita per Gazebo Libri l’antologia poetica A parole – in immagini (1963-2007). Sulla sua poesia sono state discusse tre tesi di laurea. Nel 2010, nel sito www-larecherche.it, è uscito un suo e-book: Poesie per mia madre, Elda Zupo. Nel 2012 è uscita una mini-antologia poetica: Avvenga che canti, a cura di Rosaria Lo Russo, con allegato CD.
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Nota di lettura
La lunga ricerca di Mariella Bettarini (condivisa per tanti anni con Gabriella Maleti) ha sempre interconnesso l’esercizio della lingua col nastro storicosociale del nostro cammino umano. Qui prosegue e misura la propria passione civile con la forma degli haiku, che col loro stampo di un settenario tra due quinari, impongono un alambicco particolare di distillazione della materia complessa del pre-testo – quella Cosa fatta di tensioni emotive dolorose-gioiose e folla di pensieri, carne e spirito di una totalità di cui la scrittura più ricca tenta l’intreccio adiacente di conoscenza tra le sue parti.
Questo è comunque, per me, il senso profondo di ciò che chiamiamo poesia. Progetto sempre difficile, quanto più vuole evitare di svolgersi solo sul versante cerebrale o tenda a navigare nei liquori solo affettivi ed emotivi. Quanto più vuole esaltare lo splendore potenziale dell’inter-azione del poièin tra i nostri vari livelli soggettivi e le rispettive modalità di lingua.
Tale sfida creativa è ancora più ardua con una forma dalle misure imperative e tesa al massimo di sintesi, quale è l’haiku. È percepibile in questi inediti offerti da Mariella Bettarini, la tensione a coniugare semplicità didascalica e fraterno intento pedagogico, che però rifuggono da chiusure supponenti come mostrano i ripetuti interrogativi. I quali non sono qui un esercizio retorico gratuito, perché sono innervati nella ricerca di sempre dell’Autrice, volta a una apertura incessante verso i sensi molteplici di sé e del Resto, sintetizzabili in un bisogno di incontro e colloquio.
Ecco che senza humus – cioè connessione profonda con il terreno culturale in cui si costituisce la nostra identità, vedi il non casuale utilizzo di termini latini – non c’è Habitat umano. Il quale (r)esiste solo nella condivisione. Che a sua volta è possibile solo se rispetta la propria identità migliore, quale presupposto di un incontro-scambio positivo con l’Altro e le sue differenze. Sensi aperti che coniugano pensiero critico e coscienza etica del limite, data dalla capacità di adiacenza alla nostra fragilità, oggi a mani nude di fronte ai poteri disumani in atto. Per continuare a dire: “Umani semper”.
Adam Vaccaro
scrivere degli Haiku è una sfida per cercare di condensare e svestire i versi in una combinazione essenziale. Quando si legge il risultato è spesso sorprendente come in questo caso, gli haiku di Mariella Bettarini sono sorprendenti e c’interrogano sul nostro stile di vita.
Grazie Adam per questa bella scoperta
Un caro saluto
Francesco
La poesia attuale si va evolvendo da una lirica autoreferenziale a una riflessione sulla tragedia che si sta consumando tra clima e guerre.
La stringatezza dell’haiku nei versi di Bettarini consente di schivare il pericolo di una retorica pesante quanto inutile. Arriva subito a destinazione, alla mente e al cuore. Possiamo chiedere di più?
Grazie di cuore, caro Adam e care/i amiche e amici per la pubblicazione di questi miei haiku. Bellissimo davvero il tuo testo, Adam caro, e ottima la tua/vostra iniziativa.
Un sentito augurio e un amichevole saluto da
Mariella Bettarini