Anticipazioni
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Progetto a cura di Adam Vaccaro, Luigi Cannillo e Laura Cantelmo – Redazione di Milanocosa
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Giacomo Graziani
Inediti da
Case di carta
con una nota di Luigi Cannillo
Nota dell’autore
L’età mi consente ricordi infantili che risalgono agli anni della guerra e del primo dopoguerra, vissuti come sfollato in luoghi diversi dalla città dove sono nato e che appaiono in alcune poesie: le Prealpi lombarde e poi soprattutto la Romagna delle mie origini familiari, dove ho trascorso molte estati fino agli anni della giovinezza. Lo scrivere ha sempre costituito per me una forte attrazione, come sintesi di concisa verità, musicalità e perfezione formale non fine a sé stessa ma come presa di distanza e dominio dell’immagine e dei sentimenti.
Negli anni ’90 mi sono trasferito a Crotta d’Adda con l’incarico di Dirigente dell’Ufficio di Piano Regolatore nel Comune di Cremona. Qui i ritmi di vita e il paesaggio di larghi orizzonti in un territorio ancora in gran parte agricolo mi hanno offerto momenti di contemplazione e di solitudine nei quali la mia consuetudine alla scrittura si è rafforzata e ha trovato nuovi esiti formali.
Giacomo Graziani
Con tratti di matita sono entrato
nelle case di carta
cresciute sui fogli affollati
di schizzi e di pensieri.
Tante scale a fatica ho risalito
per trovare spazi di luce
calme pareti della giusta vita.
Tante case di carta
ho abbandonato
senza voltarmi indietro.
Bianche case
in punta di matita
ho visitato, e lasciato in silenzio.
.
*
Alta velocità
Non sai se il mondo intorno ti sfugge in un affanno
o sei tu a inseguire troppo veloci inganni;
nido sicuro a volte ti appare una panchina.
Vivi nella stagione che si contempla il mondo
senza ormai più toccarlo, ogni incontro è un saluto
che si allontana in fuga con l’eco di un addio.
Quella stagione quando lavorare ti sembra
chiuder valige in fretta per un viaggio improvviso
stando su un treno in corsa che non fa più fermate.
E’ arrivato quel tempo che i romanzi non letti
sul tuo scaffale, in fila, rimangono un mistero
da consegnare ad altri più calmi viaggiatori.
Ecco il vermiglio fiore di un verde melograno
dalla finestra in corsa già schizza via lontano
da te, senza biglietto salito su quel treno.
*
Cala Francese*
Scabro sfiorarti tiepida scogliera
in un calore mite ormai placata,
per un istante mi sarà concessa
la scolpita memoria
che il tuo compiuto esistere trattiene.
Nel soffio assiduo di un freddo maestrale
raggiungere l’aurora
chiusa nell’arco delle labbra fini,
incidere nel vento
quel volto che mi sfugge in dissolvenza.
Così, croce falcata il pellegrino
da marini, aerei strapiombi
ho visto una curva salire
e poi tuffarsi
solo un vortice d’aria ad inseguire.
* “Cala Francese” è una piccola insenatura di Lampedusa.
*
Nota bio-bibliografica
Sono nato a Milano, dove vivo. Architetto e urbanista, dalle radici romagnole ho tratto un radicato amore per il paesaggio della pianura e per la cultura contadina. Mie poesie sono apparse sulle riviste “Il Monte Analogo” e “de-Comporre”. L’omonima Casa Editrice ha pubblicato alcuni miei testi sulla raccolta antologica: “La Memoria e l’Attesa – poesia a Grumello”. Sono stato finalista dei concorsi: Premio Nazionale di Poesia Giovanni Pascoli “L’ora di Barga – 2016” per la sezione opera edita con il volume: “Il fulmine e la tortora” Ed. La Vita Felice 2014 e del 5°Premio Nazionale di Poesia Vincenzo Travaglini 2016, con la poesia “Adriatico”.
I contatti con ambienti letterari locali mi hanno portato a fondare nel 2009, con il sostegno del Comune di Grumello, il Centro della Poesia Cremonese, tuttora attivo con crescenti adesioni di letterati e giovani di gruppi locali e presenze significative di poeti di rilievo nazionale . Tornato a Milano nel 2011, nuovi contatti con letterati ed editori mi hanno consentito di pubblicare il mio primo libro di poesie, “Il fulmine e la tortora”, edito da La Vita Felice. grazianigiacomo@alice.it
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Nota di lettura
I testi di Giacomo Graziani, inediti da Case di carta, sembrano ben esemplificare una ricerca che muove in diverse direzioni seguendo allo stesso tempo un disegno unitario. La prima poesia introduce al titolo della silloge e ne declina i contenuti in modo trasparente entrando nelle pieghe della metafora centrale. La seconda, suddivisa in terzine, si svolge in misure del verso più lunghe che corrispondono a una sintassi più articolata. Nella terza, infine, l’immagine rocciosa della scogliera viene costruita in una unità compatta e materica, con lo scatto del volo finale.
In tre testualità diversificate, ognuna delle quali sviluppa modalità formali, tonalità e atmosfere maturate nella poesia del Novecento, viene perseguita una intenzione comune: quella, dichiarata dall’autore stesso, di “sintesi di concisa verità, musicalità e perfezione formale non fine a se stessa ma come presa di distanza e dominio dell’immagine e dei sentimenti”. L’immagine delle case di carta, del treno in corsa o della piccola insenatura di Lampedusa esprimono nella loro sintesi tale dominio e un rapporto con il Tempo che trova l’autore in una stagione di bilanci e riflessione. A questo rapporto appartengono la ricerca e, allo stesso modo, il distacco. Se a questo distacco riconducono il tema del viaggio, del volo e degli addii, contemporaneamente affiora e si afferma anche l’altra linea: quella dell’approdo, con la ricerca di sempre nuove case di carta, del “nido sicuro” rappresentato anche da una panchina, con l’immagine accogliente della cala (casa)/(seno)insenatura. Nuovi progetti di poesia, case di carta da visitare e abbandonare, stanno comunque a significare che il viaggio non si ferma, ma continua in nuove e diverse forme di vita.
Luigi Cannillo
Sempre il tempo maturo è quello dei bilanci, ricordi che si aprono e dipanano in case di carta. Immagine bellissima e metafora di una vita e dei suoi affanni, di immagini, volti, in dissolvenza che il tempo sottrae. Un autore che ho avuto il piacere di leggere come la nota di lettura di Luigi Cannillo, che sa sempre cogliere la ricerca profonda di una scrittura.