Anticipazioni
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Progetto a cura di Adam Vaccaro, Luigi Cannillo e Laura Cantelmo – Redazione di Milanocosa
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Gabriella Galzio
Dall’inedito “Il Velo e la Veste, breviario delle stagioni”, anticipazione della sezione “Flora e la bufera”
Con un commento di Luigi Cannillo
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Questo breviario di poesia è un libro in versi delle stagioni.
Sempre dimorando nello stesso luogo, questo breviario è stato scritto in un tempo ciclico, circolare, nell’arco di sette anni, ogni anno, a ogni stagione, ritornando su sé,approfondendone la visione, la contemplazione.
Gabriella Galzio
Così il nobile vive con la grande moltitudine: egli vela il suo splendore e rimane pur chiaro.
(Da I Ching. Il libro dei mutamenti)
Anche se annunciano bufera
noi celebriamo la dea Flora!
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Oggi il mondo appare franto
ed io, franta con lui
tuoni in lontananza
approssimano la turbolenza
e noi, sospesi, inquieti, guadiamo questo transito
che è più di un’epoca, più di una stagione
solo ieri era la festa
in un tripudio di luce
un grido di poiana inaccessibile
un volo una vertigine
ora è un metallico bagliore
metallico e sinistro avvento di una mutazione
il futuro che mi chiama
è il restauro della terra
rimarginare crepe, muri, ghirlande
a impreziosire i muri, l’opera grande
nella grande moltitudine,
assidua, invisibile
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Fuori è tempesta
bello l’ascolto nell’affondo cosmico
stando al riparo della casa…
ma dentro cerco
di mettere a tacere
i rumori della città, i “rumours”
i rimorsi, le occasioni mancate, i brevi idilli
il fatto è
che la città
non mi conquista più
non più completamente, ma mi agita
mi lascia concitata, di nuovo mi deporta
da questa quiete cosmica o sonora
ventosa turbolenza, questa parte di me
che sbatte come una porta, battente
sull’altra, affrancata da inquietudini
un rombo, la campagna, nell’urbana moltitudine
sbandata, disgregata, vince chi aggrega
chi riunisce, chi relige, prega
civiltà che frana
non ci resta che la fede animale
all’erta, selvatica, indomata
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Ero
un’immobilità di sassi
un saettìo di pitoni
una pitonessa
e tu ad altissimo
dispendio energetico
un articolo di lusso!
due figure che s’inarcano
un balenìo di staffili
fuoco e fiamme!
arcaico furore
prima di abbattersi
deflagrare
***
ancora sono qua
raccatto pezzi, m’approvvigiono
di quelle poche risorse
acqua fame freschezza
passo la sete alla notte
mi anniento di amarezza
non suscito pena
eppure sono qua
animale dolente
non si sa come
***
Che ne è stato di me?
Di quella lama affilata?
Di quell’acquea sorgente da niente risparmiata
da tutto penetrata?
Lasciarmi ancora andare all’oro del fluire, dello scorrere
al fiume di lava incandescente…rinascere spiumata fiera ardente
scattante curva della schiena, vibrante che non esita
a rientrare in scena…
tu ricordami così, così dimenticami
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Si rianima il giardino
al grido della poiana
e in quell’acuto è vivo
vivo ed altissimo
spirito libero
Nota biobibliografica
Gabriella Galzio, poeta, vive tra l’Oltrepo Pavese e Milano. Libri di poesia. Ha pubblicato Fondali, La buia preghiera (Campanotto), Sofia che genera il mondo (I Quaderni del Battello ebbro), Apocalissi fredda (Agorà), Ishtar dagli occhi colmi (Moretti & Vitali) finalista al premio “Sibilla Aleramo”, e La discesa alle Madri (Arcipelago).Ha fondato e diretto “Fare anima. Semestrale di poesia, poetica e cultura”(ediz. Studio d’Autore). Ha partecipato a programmi RAI sulla poesia (“L’altra edicola”, “Festival di Sanremo della poesia”) ed è presente in antologie. È stata tradotta negli USA per il Festival – e l’omonima antologia poetica – “Le acque di Hermes” (Università di Charleston), e in Germania (poesie e intervento poetologico per la rivista “Matrix”) . Ha curato l’antologia poetica “Gli Argonauti. Eretici della poesia per il XXI secolo” (Archivi del ‘900). Traduzione e curatela. Ha curato guida alla lettura e selezione dei testi del Divano occidentale-orientale di J. W. Goethe (Fabbri-Rizzoli), ha curato e tradotto poesie di Sarah Kirsch (Testuale e Poesia). Per La poesia del mondo (Guanda), ha tradotto Hafez e altri poeti persiani e turchi. Insieme a Danilo Bramati, ha curato e tradotto l’antologia poetica Shakespeare in amore (Salani).
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Nota di Lettura
I versi iniziali – con il riferimento alla dea Flora – e il testo conclusivo incastonano le poesie in un percorso che tende verso una nuova vita, una forma di rigenerazione, di “rimarginazione”. Una nuova fioritura, e possibili frutti nel giardino, sul quale risuona alto e vitale il richiamo della poiana.
Ma quanto e quale cammino, per arrivare a intravedere la luce della primavera. “Annunciano bufera” è proprio il primo verso, e i lembi della ferita sono la raffigurazione di un mondo franto, di una persistente turbolenza. In questo transito a essere rimarginati devono essere i lembi di un “prima” e di un “ora”, la festa e la mutazione, tra un soggetto e una moltitudine, un esterno e un interno, tra i quali oscillano le prime poesie. E, ancora, tra l’isolamento consentito dalla campagna e “l’urbana moltitudine […] disgregata”.
“Non ci resta che la fede animale”, la cui energia serpeggia nella seconda parte degli inediti di Gabriella Galzio: testi dinamici nei quali la meditazione lascia il posto a immagini di efficace matericità e sintesi plastica, in versi brevi e definitivi insieme ad altri più estesi e incalzanti, fino al compimento del transito, della metamorfosi consentita da un guado accidentato, attraverso un tormentato passaggio nel tempo, nella forte simmetrica chiusa: “Tu ricordami così, così dimenticami”.
Luigi Cannillo
“il futuro che mi chiama
è il restauro della terra
rimarginare crepe, muri, ghirlande
a impreziosire i muri, l’opera grande
nella grande moltitudine,
assidua, invisibile”
Grazie Gabriella per la bellissima sequenza lirica e in particolare per la succitata metafora del fare poesia.
Gabriella sei tu? Ti ricordi di me? Sono Vera Santoro. è una vita che ti sto cercando, mi sono rivolta anche a tuo fratello, ma mi ha detto che non sapeva darmi tue notizie.
Se la cosa ti può fare piacere contattami.
Un abbraccio amica mia sempre carissima, Non ti ho mai dimanticata. Hai avuto, sempre nel mio cuore, un posticino dove hai vissuto con me in tutti questi anni.