Anticipazioni
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Progetto a cura di Adam Vaccaro, Luigi Cannillo e Laura Cantelmo – Redazione di Milanocosa
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Donato Di Poce
Inediti
Con nota di lettura di Laura Cantelmo
Nota Poetica
Gli inediti presentati (tre poesismi e tre poesie) definiscono bene i miei interessi artistico/poetici, una ricerca della vitalità tellurica della poesia, dell’Arte e della bellezza. Le mie pubblicazioni sono sempre nel solco della contaminazione di linguaggi poetico/visivi. I miei aforismi, sono stati definiti dalla critica “Poesismi” proprio per rimarcare l’incontro tra aforismi e poesia.
Donato Di Poce
Aforismi
“L’Autoironia è la rinascita CreAttiva
Della genialità scolpita nei silenzi dell’Anima.”
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“L’Autoironia è il risarcimento del genio degli sconfitti”
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” Gli aforisti fanno ironia sulle miserie del mondo
Le persone geniali fanno ironia sulle proprie miserie”
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Poesie (tratte dal libro inedito FLUXUS)
IL FRUSCIO DEL SILENZIO
Per Anna Boschi
Amo il fruscio del silenzio
Che accarezza il mare di notte
Senza farsi vedere.
Amo il fruscio del silenzio
Che bacia le stelle ad occhi chiusi
E cristallizza i sogni dell’Umanità.
Amo il fruscio del silenzio
Che accarezza le parole
E muove dolcemente l’aria, i sogni e le speranze.
Amo il fruscio del silenzio
Che smuove l’indifferenza
E riposa dolcemente nell’anima
Come una pietra d’acqua corallina.
Amo il fruscio del silenzio
Che cattura disavanzi
E insegue le vere presenze
Le tracce invisibili che lasciamo, che abitiamo
Di una vita vissuta
A inseguire Il fruscio di un silenzio.
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GHIACCIO NERO
Per Tiziana Cera Rosco
Hai camminato dentro il ghiaccio nero dei tuoi occhi
Nel calco spezzato dell’anima randagia
Dopo l’azzurro più azzurro mai visto
Ai confini dell’infinito.
Così hai pianto due volte
La prima di gioia assoluta
La seconda per dolore indicibile
Per la terra ferita nelle vene d’acqua nera.
La vita apre varchi inconclusi
L’approdo è sempre sulle rive
Di un cuore di ghiaccio nero
E gesti d’amore che rinascono all’alba
Come le lacrime di un animale estinto
E di un bianco futuro.
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LE VELE SENZA TEMPO
per Christina Wiese
Le vele senza tempo
Catturano il vento
E Volano in silenzio
Tra matrici di sogni
Scavati nella terra
E portano agli uomini
Il respiro del mare
La ruggine azzurra
Per scrivere sulla sabbia
La memoria dei fondali
Perché la vita è solo cenere d’acqua
Che accarezza nidi di libertà
Per i giorni futuri.
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Nota Biobibliografica
Donato Di Poce ama definirsi un ex poeta che gioca a scacchi per spaventare i critici. (Nato a Sora – FR – nel 1958, residente dal 1982 a Milano). Poeta, Critico d’Arte, Scrittore di Poesismi, Fotografo. Artista poliedrico, ha al suo attivo 23 libri pubblicati (tradotti anche in inglese, arabo, rumeno e spagnolo), 20 ebook pubblicati su Amazon e 40 libri d’arte Pulcinoelefante. Ha creato l’Archivio Internazionale Taccuini d’Artista e Poetry Box (quest’anno presente alla Biennale del Libro d’Artista di Napoli). Attualmente è curatore di una collana di Ebook “I Quaderni d’Arte del Bardo” su Amazon, con contaminazione tra Poesia, Critica d’Arte e Fotografia. Vedi sito Internet: www.donatodipoce.net
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Nota di lettura
Figura logica preponderante negli aforismi che Di Poce sottopone alla nostra attenzione – giustamente definiti dalla critica “poesismi” – è l’ironia, strumento teso ad alleggerire la pensosa sentenziosità delle parole che il poeta modifica ed elabora. Nel contempo la categoria del silenzio, nella sua infinita indeterminatezza, ne amplia il respiro lirico. Nella poesia “Il fruscio del silenzio” tale categoria, ribadita dalle anafore in apertura delle strofe, assume la funzione di una dichiarazione di poetica. Con un’abile antitesi l’ossimoro “il fruscìo del silenzio” svela quale sia il momento creativo da cui ha origine la poesia, ovvero lo stato di grazia da cui essa sgorga – una condizione di assoluta solitudine popolata di presenze: la natura nelle sue manifestazioni magiche – il mare, le stelle, l’aria – i sogni, oltre alle “tracce invisibili che lasciamo, che abitiamo”, ossia la memoria di noi che gli altri troveranno, nella quale palpita la nostra vita interiore. L’effetto è una poesia profondamente lirica, germinata da uno stato di pace assoluta e di immersione totale nella natura, con richiami a composizioni lontane nel tempo, ma ancora suggestive.
Dedicati a due figure di donna che ispirano emozioni e pensieri tra loro diversi, i due testi successivi, “Ghiaccio nero” e “Vele senza tempo”, lasciano intravedere, nell’uso delle parole e dei suoni, l’immagine della persona a cui sono rivolte.
Da “Ghiaccio nero” traspare l’immagine di una donna la cui capacità di gioire e di soffrire contrasta con l’insondabile e raggelante volatilità del comportamento. Il mistero perturbante dell’amore vissuto intensamente, forse anche solo in forma platonica, entro l’intensità del desiderio, pur nello spazio di brevi istanti, è racchiuso nell’ossimoro del ghiaccio nero, cupamente privo di trasparenza e di gioia, che si dissolve come cosa effimera, all’alba.
In forma diversa, nella dedica rivolta a una figura idealizzata e al suo enigma “Vele senza tempo” evoca i toni della poesia stilnovista nelle immagini “senza tempo” di terra e di mare, di sabbia spazzata dal vento e di fondali insondabili. Un repertorio che ha come referente il mistero che le parole abilmente composte in evocazioni pittoriche sanno suggerire. L’arcano che si cela nella natura profonda della creazione poetica non a caso assume qui le forme di un impenetrabile personaggio femminile. Invenzione alla stregua de ”La Belle Dame sans Merci”, la misteriosa dama che il romantico Keats, (e oggi forse anche il poeta Di Poce), assume a simbolo della sua ispirazione.
Laura Cantelmo
Grazie Adam e Laura per il bellissimo commento critico.
Grazie a te per averci donato il picere di leggerti.
Commovente ma sa di vecchio.
Caro Lelio, Spero tu possa leggere prima o poi i miei libri ma soprattutto I MIEI ULTIMI LIBRI “Poesismi Cosmoteandrici” e ” Artaud il poeta e il suo doppio ” e ricrederti!
Del resto come diceva il caro Munari
” NON SONO UN GENIO
E NON VE LO FACCIO PESARE!
Ciao Donato
*CERCARE DI SMETTERE
Morire ogni giorno e poi rinascere è dura
E’ come avere un’anima viva in un corpo in contumacia
Oggi mi hanno tolto il catetere della scrittura
E sono diventato invisibile ai poeti sperimentali
Mi hanno persino detto che sono commovente
Ma so di vecchio, senza darmi nemmeno il segnale.
In effetti volevo scrivere una poesia sperimentale
Ma mi hanno tolto le virgole, gli spazi alternati
La capacità di scrivere senza dire niente
Le metafore cometa e gli ossimori a gogò.
Per favore non fatemi cure di prosa esistenziale
Fatemi una flebo di poesia nuova e lasciatemi andare.
Essere vivi è un miracolo, sopravvivere a se stessi
E’ come amputarsi sogni e credersi normale
Persino cercare di smettere di scrivere è dura.
Lasciatemi vagare sulle tracce del nulla
Tra onde gravitazionali, e disintossicazioni
Poi giuro metterò un punto e toglierò il disturbo.
Donato Di Poce
Milano, 17/09/2019
*©dal libro L’ALTRO DIRE