Versione per il nostro sito di un articolo di Edoardo Tomaselli sulle tre serate del giugno 2008 al Cam Garibaldi, apparso nel luglio scorso sulla rivista di musica Amadeus.
Canti e discanti al Cam Garibaldi di Milano: Resistenza e critica della modernità
La musica sa aspettare: il compositore Giuliano Zosi nei primi anni ‘70 iniziò a lavorare a Demain encore, progetto di una cantata ispirata ai temi della Resistenza. Nel 1995 il progetto tornò a prendere vita in occasione dei festeggiamenti per il cinquantesimo anniversario della Liberazione: ma è solo alla fine dello scorso giugno che la cantata di Zosi, Demain encore, ha avuto la sua prima esecuzione assoluta dopo un lavoro di rimissaggio e revisione. Cornice è stata Canti e Discanti, rassegna in tre serate dal 6 al 25 giugno, organizzata dall’Associazione Milanocosa, che per suo dna ricerca l’incontro tra diverse espressioni creative – come nel caso della poesia e della musica – mantenendo però l’autonomia di ogni linguaggio. La prima serata ha visto alternarsi letture dei poeti Luigi Cannillo, Laura Cantelmo, Biagio Cepollaro, Franco Romanò, e una lettura scenica di Mariella Paravicini dell’atto unico di Bianca Maria Neri Storia privata di una donna qualunque.
La seconda serata si è svolta tra performances di poesia sonora (con Massimo Arrigoni, Nicola Frangione, Giuliano Zosi), e brani composti da Rocco Abate (Ma, chi sei tu?, su testo del poeta Giancarlo Majorino) e da Zosi (Sconfinata deserta landa su testo del poeta Adam Vaccaro).
Occorre sottolineare la cura con cui nella seconda e terza serata il TEMA Ensemble ha offerto splendide esecuzioni, grazie a tutti i componenti, da Alessandro Calcagnile, a Joo Cho, soprano; a Gianfranco Cerreto, tenore; a Gianni Bioccotino, flauto; a Rossella Spinosa, pianoforte.
L’appuntamento conclusivo è stato interamente dedicato all’esecuzione della partitura di Zosi sulla Resistenza. È stato lo stesso Vaccaro, anima di Milanocosa, a simbolizzare il senso di questi tre incontri della rassegna: un senso che si esprime nella parola “resistenza, da intendersi come un atteggiamento critico rispetto alla contemporaneità, e rispetto a ciò che nega la vita”.
Ed è in fondo lo spunto della cantata profana di Zosi che fonde la voce di un soprano, di un tenore, di un sintetizzatore Roland e nastro magnetico (con lo stesso Zosi al mixer e direzione di Alessandro Calcagnile), a uno sterminato arsenale di suoni campionati, preregistrati e mixati. con contributi eterogenei ispirati a vari paesi (Cecoslovacchia, Bulgaria, Italia, Polonia e Russia) che spaziano dai canti della resistenza partigiana alle testimonianze politiche, dalla voce di Hitler a quella del poeta Paul Eluard.
Risuona così la memoria musicale di un secolo caldo: il secolo delle guerre mondiali, delle deportazioni e delle dittature, ripercorso in una cantata che al di là del suo valore artistico e sperimentale, sottolineando l’importanza della Resistenza, ricorda i versi di una poesia di Brecht «Tuttavia non si dirà: i tempi erano oscuri/ ma perché i poeti hanno taciuto?»
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EDOARDO TOMASELLI