Welfare all’Italiana
Welfare all’Italiana – Epigrammi, di Francesco De Napoli
Welfare all’Italiana – Epigrammi, di Francesco De Napoli
Comunicato stampa
Estate di Arte e Poesia al Festival “Studi aperti” sul Lago d’Orta
La Fondazione Calderara partecipa quest’anno al Festival “Studi aperti”, organizzato dalla Associazione culturale Asilo Bianco con sede ad Ameno, nell’entroterra delle sponde del Lago d’Orta, nella provincia di Novara.
Biblioteca comunale di Milano
Palazzo Sormani – Sala del Grechetto
Via Francesco Sforza 7 – MILANO
9 dicembre 2009 – ore 17,30-21
Milanocosa
presenta
Il giardiniere contro il becchino
MERCOLEDIFORUM
DEL CIRCOLO FAMILIARE DI UNITA PROLETARIA
Viale Monza 140 – Milano (fermate MM1 Gorla-Turro)
E-Mail: info@cineforumdelcircolo.it ; Sito: www.cineforumdelcircolo.it
Il Cineforum del Circolo, oltre alla sua tradizionale programmazione, propone il mercoledì eventi che spaziano in altre aree culturali.
Inizia mercoled 23 settembre 2009, in collaborazione con l‘Associazione culturale Milanocosa, la rassegna
Cinema d’Autore – Autori per il Cinema
interazioni Immagine-Parola-Suono
Scrittura nella scissione
In Forbici di Victoria Surliuga
Adam Vaccaro
In questo libro di Victoria Surliuga – Forbici, Lietocolle, Como 2006 – la scrittura cerca e diventa arma tagliente per entrare nelle proprie scissioni, nell’attimo del delirio o della misura con la verità del proprio abisso (ab-grund). Quando l’Io è posto in tale territorio senza fondamento, fa l’esperienza di essere straniero in casa propria e può rinunciare alla sua funzione, col che la scrittura tende a rimanere dominata dall’Altro eintransitiva, da seduta psicoanalitica. Qui invece l’Io cavalca o riprende per la coda salti, vuoti logici e immagini che prorompono dall’infanzia, manifesta una forte determinazione a rinascere e resistere, contrapponendo ai tagli cuciture altrettanto impietose tra presente e passato: “tempero le matite sperando che diventino remi/ posso sfogliarle per anni seduta a scrivere/ sempre dirò le cose sbagliate a mia madre al telefono” (p.28). Non a caso è rievocato (più volte) il rapporto con la madre in lampi dischiusi tra realtà e visioni: “il terreno poteva sparire/ l’ascensore saliva in diagonale/ roteavano a lato i piani/ porte vecchie contrapposte/ torino trasuda sempre morte/ / ero un’ospite seduta sul davanzale/ con i piedi penzoloni/ mia madre si è buttata/ per anni dalla finestra/ ma i fili della biancheria sono stati il suo telone” (p.29)
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