Giochi di Giunte – le partite in atto da Roma a Milano
Marco Travaglio sul Fatto quotidiano di venerdì 2 settembre 2016
E da Pagine On line
Ieri la giunta Raggi, dopo meno di due mesi di vita, ha subìto un colpo durissimo. Non tanto per l’uscita della capo di gabinetto, la giudice Carla Raineri, del vecchio ad di Atac e del nuovo ad di Ama, piuttosto facili da rimpiazzare. Quanto per le dimissioni del superassessore al Bilancio e alle Partecipate Marcello Minenna, uomo forte della squadra e tecnico molto competente e ingombrante. Questo colpo potrebbe condannare la giunta a una fine immediata o, peggio, a una lenta agonia. Ma potrebbe anche ricompattarla in vista di un rapido rilancio. Dipende dalle scelte che faranno Virginia Raggi e il suo staff, ma soprattutto dalla coesione e dalla maturità che saprà eventualmente dimostrare il M5S, finora ridotto – almeno a Roma – a un miserevole infantilismo da Asilo Mariuccia: dossier, pettegolezzi, chiacchiericci da bar sport anzi da social network, polemicuzze cacofoniche perlopiù sul nulla (i “compensi d’oro” che, per tutte le nomine, assommano per ora a meno 1 milione, contro i 5 di Marino e i 6 di Alemanno), ripicche e giochetti correntizi, batracomiomachie da vecchia partitocrazia. Come se non si trattasse della capitale d’Italia, ma di un paesino di campagna. Come se il M5S non si giocasse lì tutte le chance per accreditarsi come forza di governo. Come se non fosse noto che i poteri marci – politici, affaristici ed editoriali – hanno puntato il massimo della posta sul fallimento pentastellato a Roma per rimettere le grinfie sulla mangiatoia.
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