Parole terremotate
Il primo effetto di sconvolgimenti naturali e di correlative conseguenze tragiche, come quelli di un terremoto – in particolare se di forte intensità come quello che si è verificato la notte scorsa in Centro Italia – è la difficoltà di articolare parole adeguate di condivisione, prima di tutto emotiva e priva della retorica.
Non riesco a soddisfare il desiderio di esprimere condivisione con le vittime di quest’ultimo evento sismico, se non recuperando le emozioni vissute nel mio paese di origine, nell’occasione di una delle scosse dello sciame sismico del terremoto che lo colpì nel 2002. La sensazione prodotta da tale esperienza è un terrore che perde le parole e la capacità di dire. In quella occasione le parole finite in qualche vuoto indicibile, mi rifiorirono solo col rapporto, seppure anch’esso sconvolto, con gli altri. Ne nacque il testo che segue, in dialetto e con traduzione in italiano, che vuole dire in primo luogo questo: le parole – di poesia e non – e la vita nascono dal bisogno di scambio e condivisione, in particolare in casi sconvolgenti come quest’ultimo terremoto.
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