S. Pecchiari

Alle spalle delle cose – Sandro Pecchiari

Pubblicato il 27 aprile 2024 su Scrittura e Letture da Adam Vaccaro

Le domande e risposte aperte della canoscenza poetica
Adam Vaccaro

Sandro Pecchiari, Alle spalle delle cose, Vita Activa Nuova, 2022

C’è, nel nondetto di questo libro di Sandro Pecchiari, una domanda: da dove partire? Da quale luogo avviarsi, se la poesia è intesa come moto verso una maggiore conoscenza che aggiunge e va oltre le acquisizioni delle altre discipline? Se rifiuta di rimanere esercizio supponente quanto illusorio e patetico, separato dal mondo?
Una lampada è offerta dalla dedica dell’Autore, in esergo del libro, “A tutti i ‘genius loci’ della mia vita”, che coniugata col titolo compone un ossimoro. Il primo è nucleo centrale di matericità e sacralità che, al pari del poièin, produce ed è al tempo stesso prodotto da uno stato modificato di coscienza, recalcitrante e impossibile da prenderne l’essenza con qualunque metodo scientifico o semplicemente raziocinante. Le supponenze dell’Io sono messe alla porta, ma ecco che da qui resiste nel rientrare in gioco, alle spalle delle cose, o meglio della Cosa, Casa della complessità e della sua (im)possibile canoscenza.
Questo libro risponde perciò con una sua specifica declinazione di Adiacenza tra i linguaggi costitutivi dell’umano, dai segni algoritmici dell’Io, necessari ma insufficienti a conoscere l’infinito ignoto, agli invisibili segni di umori e amori di radici e foglie, dentro e fuori di noi.
Concordo perciò con quanto conclude nella nota in postfazione Giuseppe Vetromile: “Sono versi che denotano la grande capacità di Pecchiari del suo profondo scrutare attraverso i muri e le stanze del mondo…grazie proprio alla sua poesia”. L’ardua, interminabile scommessa di aggiungere, attraverso questa cosa indefinibile e necessaria che chiamiamo poesia, è qui esposta tra squarci di luce, briciole di pane, pietre mancanti nella fabbrica della casa-mondo, alla ricerca di una bellezza che va oltre la meraviglia, sul crinale tra simbolico e reale. È da qui che la fame di umanità continua ad accendere foreste, mari e giardini della vivificante immaginazione, tradotta in versi tesi a un infinito perseguito, che non smette di voler trasmettere e condividere la sua passione di conoscenza.

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Voci di Pace 4

Pubblicato il 17 dicembre 2023 su Temi e Riflessioni da Adam Vaccaro

Voci di Pace 4

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Milanocosa cura questa rassegna di Voci che vogliono testimoniare, senza retorica e schieramenti di tifoserie acritiche, il bisogno di creare un’altra prospettiva umana rispetto alle derive sempre più gravi dell’orizzonte internazionale, in cui appare senza alternative uno stato di guerra assoluta (come definita da Cacciari), di distruzione totale dell’avversario, con logiche imperiali e sbocchi di terza guerra mondiale, che rendono patetico il sogno e bisogno umano di relegare nel macero della Storia la cultura di guerra per la cultura di Pace di una Fenice Resistente.

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Anticipazioni Zoom – II Terna

Pubblicato il 24 aprile 2021 su Anticipazioni da Adam Vaccaro

Anticipazioni Zoom – II Terna

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Adam Vaccaro ti sta invitando a una riunione pianificata in Zoom.

Argomento: Zoom meeting invitation – Riunione Zoom di Adam Vaccaro
Ora: 30 apr 2021 06:30 PM Amsterdam, Berlino, Roma, Stoccolma, Vienna

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Anticipazioni – Sandro Pecchiari

Pubblicato il 14 settembre 2020 su Anticipazioni da Adam Vaccaro

Anticipazioni
Vedi a: https://www.milanocosa.it/recensioni-e-segnalazioni/anticipazioni
Progetto a cura di Adam Vaccaro, Luigi Cannillo e Laura Cantelmo – Redazione di Milanocosa

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Sandro Pecchiari

Selezioni dalla silloge inedita
Desunt Nonnulla – Piccole Omissioni
Inediti

Con un commento di Luigi Cannillo
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Breve nota di poetica
Silloge poetica seguendo la definizione dei giorni di un ricovero ospedaliero.
Affrontare un’operazione di cancro costringe a fare i conti con una maternità proibita ad un corpo di sesso maschile e apre al conflitto mitologico tra un padre/madre che necessariamente deve sopprimere il figlio.
L’uccisione non rituale costringe ad un ripensamento del linguaggio per narrarsi, partendo da suoni inarticolati fino alla richiesta articolata di aiuto.
Le poesie aprono al rapporto difficile tra ruoli e alle figure che si sgretolano e vanno ricreate.
Il Desunt Nonnulla implica una mancanza nella conclusione, come nella scelta di Marlowe di non terminare il suo Ero e Leandro nella fine tragica ben conosciuta, ma di trattenere la trama nel momento dell’incontro felice tra i due amanti. Scelto ironicamente perché qui certamente non c’è una conclusione che non sia una privazione nella continuità dell’esistersi.
Sandro Pecchiari

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