Fegato in cartolina – Rosanna Frattaruolo
Rosanna Frattaruolo
Fegato in cartolina – je vais te dire un secret
Il Convivio Editore, 2024
(Primo premio silloge inedita Concorso Guido Gozzano 2024)
Margherita Parrelli
È labirintico questo ultimo lavoro di Rosanna Frattaruolo, ma il punto è che ci si trova dentro senza essersi accorti di esserci entrati, almeno così è stato per me.
Inutilmente ho ripercorso la strada a ritroso, seguito la numerazione romana da I a XXXIV dei componimenti che, ingannevolmente, potrebbero sembrare il testo principale, le cartoline inviate da nord a sud, da est a ovest dell’Italia, gli innesti fotografici che portano il nome di organi del corpo e appaiono improvvise in alto a destra, in alto a sinistra e poi scompaiono altrettanto improvvisamente e soprattutto inspiegabilmente.
Inspiegabilmente sono riuscita ad attraversare il libro di Rosanna e, nonostante il senso di smarrimento al quale la mia natura ordinata sempre istintivamente si oppone, sono giunta non alla fine ma altrove.
In questo altrove ho dimenticato la mia irritazione che chiedeva: dimmi dove mi porti, fammi capire, e ho cominciato a fare quello che l’autrice fa a pagina 23: “come lui (il poeta russo Chodasevic) ho ballato sulle punte/ poi sono inciampata nelle parole”.
Sì bisogna saper inciampare nelle parole per seguire Rosanna in questo suo viaggio poetico e lasciarsi andare alla scoperta che sta dietro ogni inciampo, che ne è la causa involontaria.
E Rosanna ha una capacità incredibile di trasformare l’inciampo in occasione, in approfondimento, in ricerca del senso, in perdono e distacco, in rincorsa e abbandono.
Si sente l’urgenza del suo dire, ne trasudano i suoi versi, la loro corporeità che non è materiale, ma materica fatta di ossa, carne, organi, sensi, emozioni, di un certo malinconico distacco che nasconde la forza del sentire, come qui: “mi pare di camminare su zucchero di canna oggi/ la dolcezza ha sempre un prezzo/ la dipendenza da saccarosio è scientificamente provata/ voglio morire obesa d’amore”.
Credo di aver capito il segreto che volevi dire, Rosanna, ma averlo capito, devo ammettere, non è così importante come credevo all’inizio. Al contrario sento che questa comprensione non mi piace affatto, per consolarmene mi dico: non importa se alla fine ho capito, forse non ho capito veramente, posso dimenticare, posso tornare al fastidio iniziale, alla spinta che Rosanna mi ha dato per lasciarlo andare e perdermi nella sua estate che dura fino a gennaio.
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