Poesia

BookCity 2019: Progetto Teatro-Poesia

Pubblicato il 30 ottobre 2019 su Eventi Milanocosa da Maurizio Baldini

17 novembre 2019 – ore 11

SIAM – Società d’Incoraggiamento d’Arti e Mestieri
Aula Magna – Via Santa Marta 18, Milano
L’Associazione Culturale Milanocosa
Presenta
A cura di
Adam Vaccaro
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AttraversaMenti


“Il peso della memoria” di Giancarlo Montelli
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Echi di Teatro
Voci di Poesia

Da una idea di Gabriella Galzio, elaborata con Milanocosa, sono messi in relazione testi poetici e
opere teatrali ritenute consonanti. Dunque una azione ri-creativa tra coppie di Autori,
che nella sua realizzazione affiancherà recitazione di attori e letture poetiche.
Con
Shakespeare (Romeo e Giulietta) e Gabriella Galzio, Shakespeare (Amleto) e Rinaldo Caddeo,
Calderon de la Barca e Giacomo Graziani, Yasmina Reza e Paolo Quarta,
Euripide e Laura Cantelmo, Eduardo De Filippo e Luigi Cannillo,
Bertolt Brecht e Adam Vaccaro, Alfred Jarry e Claudia Azzola
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E contributi di Musica e Danza su testi di Roberto Sanesi
con Federico Sanesi, voce e percussione – Nuria Sala, danza
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Progettazione e elaborazione grafica a cura di Marcello Montedoro
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Regia e letture sceniche a cura di Giacomo Guidetti e Barbara Gabotto
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Entrata libera

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BookCity 2019: Tra Lampi e Corti – Adam Vaccaro

Pubblicato il 29 ottobre 2019 su Eventi Milanocosa da Maurizio Baldini

Casa delle Arti – Spazio Alda Merini
Via Magolfa 32, 20143 Milano

16 novembre 2019 – H 14.00


Associazione Culturale Milanocosa
E
Marco Saya Edizioni
presentano

Tra Lampi e Corti

di Adam Vaccaro
poesie tra fotografia e cinema
La ricerca di Adam Vaccaro focalizza con questo libro due forme espressive che caratterizzano l’epoca moderna, traendone per la propria poesia comunicazione e pensiero critico, attraverso lampi di immagini e brevi narrazioni dell’epica del quotidiano ignoto.

Dialogano con l’autore
Eleonora Fiorani, Gabriella Galzio e Vincenzo Guarracino

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La poesia di Mauro Macario e Antonio Spagnuolo

Pubblicato il 8 ottobre 2019 su Eventi Milanocosa da Maurizio Baldini

Via Laghetto 2 – Milano

23 ottobre 2019 – h. 17,30

 

Associazione Culturale Milanocosa

in collaborazione con puntoacapo Editrice

 

presenta

a cura di Adam Vaccaro

 

Mauro Macario e Antonio Spagnuolo

Il peso della poesia italiana di peso

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In dialogo con gli Autori

Mauro Ferrari e Adam Vaccaro

 


Entrata libera

 

 scarica la locandina

 

Sinfonie d’Autunno

La musica resistente di Antonio Spagnuolo

In ISTANTI O FRENESIE, puntoacapo, nov. 2018 – POLVERI NELL’OMBRA, Oèdipus, lug. 2019

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Anticipazioni – Stefania Di Lino

Pubblicato il 1 ottobre 2019 su Anticipazioni da Adam Vaccaro

Anticipazioni
Vedi a: https://www.milanocosa.it/recensioni-e-segnalazioni/anticipazioni
Progetto a cura di Adam Vaccaro, Luigi Cannillo e Laura Cantelmo – Redazione di Milanocosa

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Stefania Di Lino

Inediti 2019
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Con un commento di Adam Vaccaro

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Nota dell’Autrice
“Molte esperienze non sono dicibili, accadono in uno spazio in cui mai nessuna parola è penetrata” (R.M.Rilke)
‘La presenza di un corpo non muoverà mai desiderio quanto la sua assenza.’ (U.Galimberti)

Si scrive per assenza, per una mancanza permanente, e per l’incongruente stridore delle cose che pure continuano ad esistere malgrado tutto, ignare. Si scrive per sottrazione, nel tentativo compulsivo di trovare un senso e di lasciare una traccia del passaggio. Si scrive per tentare di fermare l’oblio, la dimenticanza che tutto cancella, come fossimo, tutti noi, scritti sulla sabbia. E si aspetta l’onda che arriva, che sicura arriverà quest’onda di stupore, obbedendo anch’essa a chissà quale oscura legge che regola il finire che il ri-cominciare. E il finire e il ri-cominciare si ripetono mai uguali, come fossero sempre nuovi. Ma si nasce e si muore sempre allo stesso modo, che pure per ognuno è nuovo.
Mi chiedo se vi sia altro, non legato a tutto questo, di cui valga la pena scrivere.

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Adam Vaccaro – Tra Lampi e Corti

Pubblicato il 25 settembre 2019 su Eventi Milanocosa da Maurizio Baldini

Eventi La Feltrinelli Parma

Via Farini 17 – 43121 Parma

a cura di Roberto Ceresini

Lunedì 7 Ottobre – ore 18,00

Luca Ariano e Edmondo Busani

in collaborazione con Associazione Culturale Milanocosa

presentano

Tra Lampi e Corti

di Adam Vaccaro

poesie tra fotografia e cinema

La ricerca di Adam Vaccaro focalizza con questo libro due forme espressive che caratterizzano l’epoca moderna, traendone per la propria poesia comunicazione e pensiero critico, attraverso lampi di immagini e brevi narrazioni dell’epica del quotidiano ignoto.

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Anticipazioni – Donato Di Poce

Pubblicato il 15 settembre 2019 su Anticipazioni da Adam Vaccaro

Anticipazioni
Vedi a: https://www.milanocosa.it/recensioni-e-segnalazioni/anticipazioni
Progetto a cura di Adam Vaccaro, Luigi Cannillo e Laura Cantelmo – Redazione di Milanocosa
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Donato Di Poce
Inediti

Con nota di lettura di Laura Cantelmo

Nota Poetica

Gli inediti presentati (tre poesismi e tre poesie) definiscono bene i miei interessi artistico/poetici, una ricerca della vitalità tellurica della poesia, dell’Arte e della bellezza. Le mie pubblicazioni sono sempre nel solco della contaminazione di linguaggi poetico/visivi. I miei aforismi, sono stati definiti dalla critica “Poesismi” proprio per rimarcare l’incontro tra aforismi e poesia.

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Adam Vaccaro – Tra Lampi e Corti

Pubblicato il 11 settembre 2019 su Recensioni e Segnalazioni da Adam Vaccaro

Adam Vaccaro, Tra Lampi e Corti, Marco Saya Ed., Milano 2019

Affondare le mani e gli occhi nel presente – Da Sein, “essere nel mondo” secondo Heidegger – per scandagliarlo come ultima e inarrestabile pulsione, perché non esiste altra via, se la propria realtà socioeconomica e culturale risulta inaccettabile, questo è il tema fondante dell’architettura poetica di Adam Vaccaro. Con la passione che lo contraddistingue il suo occhio attento e disincantato affida alla parola poetica il suo grido di rifiuto e di protesta.

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Anticipazioni – Annalisa Ciampalini

Pubblicato il 12 luglio 2019 su Anticipazioni da Adam Vaccaro

Anticipazioni
Vedi a: https://www.milanocosa.it/recensioni-e-segnalazioni/anticipazioni
Progetto a cura di Adam Vaccaro, Luigi Cannillo e Laura Cantelmo – Redazione di Milanocosa
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Annalisa Ciampalini
Inediti
Con una nota di Luigi Cannillo

Nota dell’autrice
Ho sempre avuto la passione per le cose piccole, per la frammentazione dell’intero, per l’osservazione da vicino. Sono affascinata da tutto ciò che non si manifesta con tinte forti e resta sottotraccia, ma che poi, col tempo, si rivelerà significativo. Allo stesso modo, coloro che si muovono senza suscitare scalpore, che pensano, guardano e ascoltano in silenzio, da sempre mi suscitano interesse.
Tra queste persone, alcune si spingono oltre: sembrano scivolare nella trasparenza, essere invisibili per gran parte degli altri. E senza alcun motivo. Le persone di cui sto parlando sono sparse in maniera omogenea, non sono una categoria definita, per fortuna. Ma esistono, questo è certo. Vicino a loro c’è l’anima. L’anima intesa come mente che ragiona, immagina e sente. Ma L’anima, secondo questa accezione, come viene disegnata? Da chi è formato il mondo interiore di una persona? Cosa si scopre, e con quale parte del mondo si viene a contatto quando siamo, o ci sentiamo trasparenti? Sono questi i quesiti che motivano la mia ricerca poetica, appassionante e illuminante, a tratti faticosa.

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Gabriela Fantato – La seconda voce

Pubblicato il 10 luglio 2019 su Resoconti Esperienze da Adam Vaccaro

La seconda voce, Gabriela Fantato
Transeuropa, Massa, 2018 – pp. 64

Recensione pubblicata da “Il Segnale” – N. 113, Giugno 2019

Rivendicazione umile, è l’ossimoro che emerge da questi testi, immersi e innestati nel flusso ardente e circolante nelle carni di chi scrive. Che viene rivissuto e fatto fonte incessante di Rinascita, di Parola e Voce nuova, di seconda voce, che dà il titolo e il senso della raccolta. Seconda, quindi, che qui non ha riverberi di secondario, ma di rinnovata vita nova. Termine che è anche nel nome della Collana di poesia, “NUOVA POETICA”, che accoglie il testo. Coincidenza casuale o meno, non importa.
Conta che l’elaborazione del nuovo, implica conoscenza, quindi passione per ciò che precede, pur senza appiattimento acritico da epigono: rivendicazione ferma e umile di amore, capace di ridare vita nuova alla ricchezza racchiusa e trasmessa nella e dalla Poesia che più ci coinvolge – vedi il poemetto che chiude il libro, Marina Cvetaeva, l’ultima notte.
Ma questo è solo uno dei due flussi che generano la poesia di Gabriela – non solo in questa raccolta –, quello che trae alimento da voci e scritture precedenti. L’altro alimento del libro è innervato nel contesto storicosociale, in cui l’esperienza – a diretto contatto o a distanza, nel tempo e nello spazio – sa trarne intensità ed essenze di fiori e tenebre. Sa farsi carne del Soggetto Storicoreale (SSR), per poi tradursi in voce del Soggetto Scrivente (SS).
Nel libro agiscono entrambi questi due corpi radicali, come pilastri costitutivi di una forte tensione alla totalità intra e intersoggettiva, che chiamo Adiacenza, che costruisce forma e intreccio delle lingue del testo e delle sue forze della forma, tratte dunque sia dalla stanza che nella strada.
Voce e parole che vogliono farsi Verbo sacrale (come sottolinea in Prefazione Laura Liberale), ispirato sia dal canto di carte – per l’Autrice – alte, sia da pre-testi incarnati da vite altre, fonti di dittati amorosi ed etici che impongono il dono di restituzioni degne, tra-dotte in materia e passione di poesia. Scorrono così, quasi come ex voto, memorie e figure che vanno da affetti famigliari a squarci di esperienze politiche condivise, a vicende drammatiche singole e collettive.
Ne scaturisce un moto che dà voce a chi/cosa non ha mai parlato, vittime – in particolare femminili, benché prive di aloni femministi – i cui nomi tendono ad ammassarsi e a sparire irrilevanti: “il tormento sfiora le cose”, canta un verso, e sta in questo tormento la linfa adiacente che si fa seconda voce, di una pietas riparatrice contro una “Unica certezza, unica sorte/ una comunità d’ignoti, in marcia, in ressa/…/dentro l’addio.” (Cancellazione, p.14). Sacralità amorosa, animale e materica, un filo rosso conduttore dell’espressività di Gabriela, condensato nei versi intensi di La materia dei sogni e Materica, delle pp. 18 e 19: “Ecco il sangue giusto che ci corre/ quel sempre scendere e poi ancora risalire,/…/…ancora e ancora/ a ogni vento”; e “Siamo carne, semplice materia/ – ossa, nervi sottilissimi noi siamo/…eppure, eppure se ti vengono dei sogni,/…/ vanno dove non t’aspetti/…e lì si ricomincia”.
Precedono e seguono versi di altri due testi, Invocazione, e Invocazione II – non casualmente collocati subito prima e subito dopo, alle pp. 17 e 21 –, che abbracciano e insieme definiscono il nucleo della poetica di Fantato, non solo di questo libro: “Invoco quello stare dritto/ davanti e dentro il mondo” (p.17), e “Vita, vita schiacciata, vita che salva/ non sei, vita dei senzanulla,/ dei perduti e andati, dei mai trovati,/ vieni! vieni, vita dei senzavoce,/…/ Vieni, vita – sono qui, ti ascolto.”
Anche solo da pochi versi si possono cogliere ritmi, battiti omofonici palpitanti, di un corpo del SSR, teso a comporre sequenze del SS di canto materico (Leopardi). Ritmi che, tra spazi intimi e luoghi aperti percorrono il crinale di trambusto tragedia e gioia, di fede e speranza nella ciclicità fenomenologica che “lì si ricomincia”. Tra rinascite e smarrimenti di un amore per la vita che resiste nelle profondità inconsce e animali. Tema costante in Gabriela (vedi L’estinzione del lupo, Empirìa, 2012).
Marzo 2019

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Anticipazioni – Silvana Baroni

Pubblicato il 1 luglio 2019 su Anticipazioni da Adam Vaccaro

Anticipazioni
Vedi a: https://www.milanocosa.it/recensioni-e-segnalazioni/anticipazioni
Progetto a cura di Adam Vaccaro, Luigi Cannillo e Laura Cantelmo – Redazione di Milanocosa

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Silvana Baroni

Inediti da
SUOLE di PARA
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Con commento di Adam Vaccaro

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Nota dell’Autrice
Aristotele dice – il limite è ciò in cui qualcosa finisce e qualcosa comincia. Penso che il linguaggio lavori proprio lì, su quel limite (borderline) dove risiede il dubbio, termina la certezza e inizia l’avventura. Su quel limite la parola si fa nuda. Non dice, fa. E fa miracoli denudando il mondo. Il poeta, con il proprio stile (appropriato stiletto) non solo combatte contro le falsità del mondo, mette a nudo la ferita, a volte la cura, a volte la esaspera. Infatti c’è chi, su quella linea di confine, crea una partitura sonora, chi denuncia l’inciviltà contemporanea, chi si abnega perché l’aldilà si palesi, chi s’immola per una nicchia d’immortalità, chi si denuda nel diario, chi gioca con il montaggio del linguaggio, affascinato da quanto s’è depositato in esso lungo la storia dell’umanità. Per quel che mi riguarda, credo di essere (non potrei non esserlo) un puzzle di tutti quei “chi” di cui sopra.
Questi inediti dovrebbero confluire in un prossimo SUOLE di PARA, titolo che vuole chiarire l’intento di questa ultima mia raccolta, il piacere di aderire il più possibile all’autenticità delle emozioni. Per “realtà” infatti intendo le sensazioni e le emozioni che provo, che non saprei con certezza indicare altra realtà se non quella che vedo, ascolto, gusto, odoro, tocco. Sensazioni piacevoli o sgradevoli dettate dalla fiducia o dalla delusione di fronte alla “realtà” altrui. Emozioni ovviamente in sintonia o discordi rispetto al teatro umano del momento.

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