LA STRADA DELLA BETULLA
LA STRADA DELLA BETULLA di Carla Cantini(Moretti & Vitali, Bergamo)
LA STRADA DELLA BETULLA di Carla Cantini(Moretti & Vitali, Bergamo)
SECONDA LETTERA DI INTENTI
Giorgio Linguaglossa
Faccio seguito alla mia Lettera di intenti del 10 luglio 2010 nella quale caldeggiavo:
1) «che ciascuno degli addetti al comparto poesia che scriva su cose di poesia, esterni quello che pensa realmente intorno all’oggetto poesia e non quello che conviene (opportunisticamente) che si dica (per via degli scambi di relazioni e convenienze «politiche»); vorrei appena aggiungere che attendo di conoscere il parere dei vertici delle maggiori istituzioni della poesia italiana, perché la questione è di pubblico interesse e la cosa chiamata poesia è una questione pubblica.
Collettiva e promozione di arte, poesia, letteratura, teatro 8 luglio – 18 luglio 2010 Spazio Libero–Via Cafiero, 21 – Milano
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Cala il sipario sul Novecento? O sulla poesia?
La morte di Edoardo Sanguineti
Gio Ferri
I lettori di Testuale 46 ricorderanno una breve scheda in cui si deprecava la vicenda dello Scandaloso merinismo. Non si trattò d’essere troppo severi verso una povera, (non innocente!) creatura, Alda Merini. Si volle stigmatizzare l’insipienza di certa pseudocritica e soprattutto la crassa ignoranza, per altro funzionale (gli ignoranti sono sempre assai furbi!) ad una squallida mistificazione culturale, di quell’establishement che sta portando il nostro paese ai livelli più infimi di una già fin troppo misera massificazione (televisiva in particolare). Scandalosi furono i funerali di stato e l’esaltazione di una infelice scrittrice di ‘pensierini’, poco più che miseramente infantili, elevata al riconoscimento di una delle maggiori poetesse del Novecento!
Amarore di Alessandro Ghignoli, Kolibris Edizioni, 2009
Rosa Pierno
Non chiusa la costruzione frasistica, le proposizioni restano in sospeso, aggettanti, sporte nel vuoto creato dal mancamento non solo della volizione, ma della stessa possibilità di costruire definizioni, mentre realtà di conseguenza resta altrettanto drammaticamente sfilacciata. E’ naturale che una simile forma faccia uso di un uso sapiente e originalissimo di costrutti ipotetici, di gerundi,di prelievo aggettivale, di ripescaggio lessicologico, di tempi verbali genericamente non accordati al soggetto, i quali solo stratificandosi costituiscono la pur solida base d’appoggio con cui affacciarsi nel baratro.
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