Anticipazioni – Pancrazio Luisi
Anticipazioni
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Progetto a cura di Adam Vaccaro, Luigi Cannillo e Laura Cantelmo – Redazione di Milanocosa
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Pancrazio Luisi
Inediti
(Testi tratti dalla raccolta inedita Ajmâre in dialetto lucano di Tricarico)
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con una nota di Luigi Cannillo
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Nota dell’autore
I testi qui pubblicati fanno parte di una raccolta inedita, Ajmâre, in dialetto tricaricese. Da dove nasce questa che considero una relativa deviazione dal percorso in lingua sinora seguito? Da una scoperta e da una ri-scoperta. La scoperta attiene allo studio della poesia dialettale contemporanea: tra tutti Loi, Baldini, Giannoni, Pierro. Una poesia ingiustamente relegata a rango minore.In un’epoca tendenzialmente votata all’appiattimento e alla progressiva riduzione della profondità storica, la ri-scoperta del dialetto, dopo 50 anni di rimozione totale (in famiglia a Milano era vietato, bisognava integrarsi…), ha significato per me anche la riscoperta di un mondo che credevo perduto per sempre.
La coincidenza con alcuni snodi esistenziali ha fatto il resto. Se volevo parlare di quel mondo, avevo bisogno di un’altra lingua, il dialetto appunto che ho parlato fino all’età di 11 anni. Ho cercato di vestire i panni dell’archeologo (e dell’antropologo) giacché si trattava di portare alla luce reperti di un mondo scomparso (linguistici e culturali propri della civiltà contadina). Col distacco del ricercatore, senza nostalgie o richiami etnici. Una questione che ormai riguarda anche la “civiltà operaia” (le grandi lotte degli anni ’60 e ’70). Per ognuno di noi c’è un porto sepolto da riportare alla luce. Un atto di riparazione contro la rimozione collettiva.
BIBLIOTECA VIGENTINA – INCONTRI CON GLI AUTORI
SISTEMA BIBLIOTECARIO MILANO
BIBLIOTECA VIGENTINA
C.SO DI P.TA VIGENTINA 15
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LA FORMA E L’ASPETTO
Anno X – Incontri a parole
A CURA DI CESARE VERGATI
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INCONTRO CON GLI AUTORI
LUNEDI’ 8 OTTOBRE – ORE 18,15
ANNAMARIA DE PIETRO – POETA
ADAM VACCARO – POETA, CRITICO, OPERATORE CULTURALE
LUIGI CANNILLO – POETA, SAGGISTA, TRADUTTORE, CURATORE
CESARE VERGATI – SCRITTORE POETA
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Entrata libera
fino a esaurimento posti
Anticipazioni – Francesco De Napoli
Anticipazioni
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Progetto a cura di Adam Vaccaro, Luigi Cannillo e Laura Cantelmo – Redazione di Milanocosa
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Francesco De Napoli
Inediti
Epigrammi
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Con un commento di Adam Vaccaro
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BREVE NOTA DI POETICA
La mia produzione poetica si snoda seguendo due diversi registri o filoni. Il primo, lirico-esistenziale, si sviluppa dipanando il sottile filo d’una memoria elaborata come simbolo ed espressione d’un mondo, quello del “profondo Sud”, ormai dileguatosi. Il secondo, satirico-epigrammatico, è impegnato nell’impietosa osservazione della società in cui viviamo, con condanna di malcostume e abiezioni.
Sono due versanti non antitetici, bensì complementari, d’una poetica volta a penetrare e abbracciare le manifestazioni più inquietanti o paradigmatiche dell’esistenza, che sembra aver rinnegato del tutto i bei sogni di libertà, fratellanza, giustizia, uguaglianza.
Gabriela Fantato – La seconda voce
Gabriela Fantato, La seconda voce
Transeuropa, Massa, 2018 – pp. 64
Rivendicazione umile, è l’ossimoro che emerge da questi testi, immersi e innestati nel flusso ardente e circolante nelle carni di chi scrive. Che viene rivissuto, rivisitato e fatto fonte incessante di Rinascita, di Parola e Voce nuova, appunto, di seconda voce, che dà il titolo e il senso della raccolta. Seconda, quindi, che qui non ha riverberi di secondario, minore, ma di rinnovata vita nova. Termine che è anche nel nome della Collana di poesia, “NUOVA POETICA”, che accoglie il testo. E che sia un caso o meno, non importa.
Conta che l’elaborazione del nuovo, implica conoscenza, quindi passione per ciò che precede, pur senza appiattimento acritico da epigono: rivendicazione ferma e umile di amore, capace di ridare vita nuova alla ricchezza racchiusa, impressa e trasmessa nella e dalla Poesia che più ci coinvolge – vedi il poemetto che chiude il libro, Marina Cvetaeva, l’ultima notte.
Ma questo è solo uno dei due flussi radicali che genera la poesia di Gabriela – in particolare in questa raccolta –, quello che trae alimento da voci e scritture precedenti. L’altro alimento del libro è innervato nel contesto storicosociale, in cui l’esperienza – a diretto contatto o a distanza, nel tempo e nello spazio – sa trarne intensità ed essenze di fiori e tenebre. Sa farsi carne del Soggetto Storicoreale (SSR), per poi tradursi in voce del Soggetto Scrivente (SS).
Nel libro agiscono entrambi questi due corpi radicali, come pilastri costitutivi di una forte tensione alla totalità intra e intersoggettiva, che chiamo Adiacenza, che costruisce forma e intreccio delle lingue del testo e delle sue forze della forma, tratte dunque sia dalla stanza che nella strada.
Voce e parole che vogliono farsi Verbo sacrale (come sottolinea in Prefazione Laura Liberale), ispirato sia dal canto di carte – per l’Autrice – alte, sia da pre-testi incarnati da vite altre, fonti di dittati amorosi ed etici che impongono il dono di restituzioni degne, tra-dotte in materia e passione di poesia. Scorrono così, quasi come ex voto, memorie e figure che vanno da affetti famigliari a squarci di esperienze politiche condivise, a vicende drammatiche singole e collettive.
Ne scaturisce un moto che fa parlare di nuovo o dà voce a chi/cosa non ha mai parlato, vittime – in particolare femminili, benché prive di aloni femministi – i cui nomi tendono ad ammassarsi e a sparire irrilevanti: “il tormento sfiora le cose”, canta un verso, e sta in questo tormento la linfa adiacente che si fa “seconda voce”, di una pietas riparatrice contro una “Unica certezza, unica sorte/ una comunità d’ignoti, in marcia, in ressa,/…/dentro l’addio.” (Cancellazione, p.14)
Sacralità amorosa, animale e materica, un filo rosso conduttore dell’espressività di Gabriela, condensato nei versi intensi di La materia dei sogni e Materica, delle pp. 18 e 19: “Ecco il sangue giusto che ci corre,/ quel sempre scendere e poi ancora risalire,/…/…ancora e ancora/ a ogni vento”; e “Siamo carne, semplice materia/ – ossa, nervi sottilissimi noi siamo/…eppure, eppure se ti vengono dei sogni,/…/ vanno dove non t’aspetti/…e lì si ricomincia”. Precedono e seguono versi di altri due testi, Invocazione, e Invocazione II – non casualmente collocati subito prima e subito dopo, alle pp. 17 e 21 –, che abbracciano e insieme definiscono il nucleo della poetica di Fantato, non solo di questo libro: “Invoco quello stare dritto/ davanti e dentro il mondo”(p.17), e “Vita, vita schiacciata, vita che salva/ non sei, vita dei senzanulla,/ dei perduti e andati, dei mai trovati,/ vieni! vieni, vita dei senzavoce,/…/ Vieni, vita – sono qui, ti ascolto.”
Anche solo da pochi versi si possono cogliere i loro ritmi, con battiti omofonici e palpitanti, di un corpo del SSR, teso a comporre sequenze del SS di “parola materiale e lirica” (Leopardi). Ritmi che, come sopra detto, tra spazi intimi e luoghi aperti percorrono il crinale del trambusto di tragedia e gioia, tra fede e speranza nella ciclicità fenomenologica che “lì si ricomincia”, tra possibili rinascite e smarrimenti di un amore per la vita che resiste nelle proprie profondità inconsce e animali. Un tema che non si estingue in Gabriela (vedi L’estinzione del lupo, Empirìa, 2012).
Luglio 2018
PAIDEIA – N. 42/43
Anticipazioni – Rosa Salvia
Anticipazioni
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Progetto a cura di Adam Vaccaro, Luigi Cannillo e Laura Cantelmo – Redazione di Milanocosa
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Rosa Salvia
Inediti
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con una nota di Luigi Cannillo
Nota dell’autrice
Questi miei componimenti inediti sono nella raccolta in fieri Tempo innocente in cui affronto le interrogazioni fondamentali sull’essere e la condizione umana nel tempo che si comprime e si dilata aprendosi a tutte le possibili direzioni partendo da un punto focale di concentrazione, nel quale il mondo interiore e quello esteriore si incontrano traducendosi – per il tramite della immagine poetica o della metafora – l’uno nell’altro.
Attraverso l’elaborazione di un linguaggio della filosofia e della poesia insieme, che unisca i valori formali a quelli concettuali, la lirica al discorso, il rigore filosofico all’altrove poetico e all’eros, tornano intatte le grandi domande degli inizi, Caso o Necessità, vuoto o indifferenza, sopravvivenza o nulla, Tempo lineare e Tempo circolare. La raccolta comprende quattro sezioni: Tempo innocente (il tempo dell’arte e della poesia), Tempo che soffre (il tempus edax che ci strappa a noi stessi), Infinitesimi di logos (“un sapere mutilo” fatto di interpretazioni e di contrasti, che tuttavia è l’unico sapere dato all’uomo), L’eros (inteso platonicamente come via alogica verso l’Assoluto che rimane ad ogni modo tensione) fermo restando il procedere frastagliato e rapsodico dell’essere che guarda alla caducità e al suo mistero come alle due dimensioni fondanti della vita.
Testuale – N.61-62
TESTUALE
critica della poesia contemporanea
n.61/62/2018
Autori
Giorgio Barberi Squarotti, Adriano Spatola, Giacinto Scelsi
Rosa Pierno, Gio Ferri, Luigi Cannillo, Adam Vaccaro
“Letterale”
Recensioni
Eleonora Fiorani, Marica Larocchi, Fausta Squatriti
Alessandra Carnaroli, Michelangelo Coviello, Michele Zaffarano,
Luciano Troisio, Andrea Rompianesi, Luciano Fusi
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TESTUALE 61 / 62 / 2018
Direzione
Gio Ferri, Rosa Pierno
Consulenza critica e redazionale
ITALIA: Renato Barilli, Marosia Castaldi, Ottavio Cecchi, Cesare De Michelis,
Anticipazioni – Lidia Sella
Anticipazioni
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Progetto a cura di Adam Vaccaro, Luigi Cannillo e Laura Cantelmo – Redazione di Milanocosa
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Lidia Sella
Inediti
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Con un commento di Adam Vaccaro
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Nota dell’Autrice
I poteri forti ci hanno rinchiuso in una gabbia a forma di 1. Hanno impiccato i sudditi al gancio di un’unica verità. Si sono arrogati il diritto di stabilire in esclusiva ciò che è buono/giusto/sacro.
E noi siamo tenuti a uni-formarci. Schiavi di regole cervellotiche impartite dalla cupola mondialista.
Costretti a inchinarci davanti alle superstizioni monoteiste. Obbligati a percorrere la carreggiata a senso unico del pensiero politicamente corretto.
Omologazione, sradicamento e meticciato globale minacciano la specificità dei popoli, negano la pluralità delle idee, e del sentire, abbattono l’albero della tradizione. I poeti non hanno altra arma che le parole e la fiamma del pensiero. Perché allora non usarle per contrastare l’oppressore e gli invasori? Traduciamo in un grido catartico l’indignazione contro la barbarie dell’ignoranza e della bruttezza. Scuotiamo le coscienze di chi è inconsapevole. Opponiamoci al tragico destino di decadenza ordito contro di noi. Che almeno un segno di ribellione resti, un riverbero umano nella terra desolata del declino.
Luigia Sorrentino sul blog di Poesia della Rai – RaiNews
Segnalo il post che Luigia Sorrentino, curatrice su Rai News de Il primo Blog di poesia della Rai, ha dedicato alla mia poesia.
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http://poesia.blog.rainews.it/2018/06/adam-vaccaro-fare-poesia-oggi/#more-62130
Adam Vaccaro
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