P.Gioia

Presentazione Seeds – Bollate

Pubblicato il 18 novembre 2014 su Recensioni e Segnalazioni da Maurizio Baldini

BookCity Milano

Biblioteca Comunale, Piazza Carlo Alberto Dalla Chiesa 30 – 20021 Bollate (MI)

14 novembre 2014 – H 20,45

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Adam Vaccaro, Seeds (Semi), Chelsea Editions, New York

Dialoghi con l’Autore

alla ricerca di semi di senso sotto il sole del pensiero unico

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Video di Roberto Caracci suhttps://www.youtube.com/watch?v=nNm2gjtvYNk

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Prolusione di Patrizia Gioia

Un ringraziamento a Bookcity e alla Biblioteca Comunale di Bollate per l’opportunità di questo momento e di questo luogo per condividere l’ultimo libro di Adam Vaccaro: SEMI edito da Chelsea Edizioni, con la traduzione inglese di Sean Mark.

Ho accettato l’invito di Adam Vaccaro e sono lieta di essere qui questa sera in un ruolo che mi piace e che spesso pratico, un ruolo del femminile, quello di accompagnatrice – senza nessuna velleità critica o letteraria – dentro l’altrui poesia e in questo caso dentro l’ultimo libro di Adam.

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Solitudine e isolamento

Pubblicato il 12 giugno 2014 su Temi e Riflessioni da Adam Vaccaro
Claudio Magris stamane sul Corriere si meravigliava che qualcuno gli chiedesse, una sera lui seduto sul marciapiede, sigaro in bocca, impermeabile alla tenente Colombo :” tutto bene?”

E forse che glielo chiedesse un altro da noi, un senegalese.

Ricordo che Panikkar diceva che, visti da fuori, ( cioè con lo sguardo dell’alterità che ci permette di vederci la caricatura dell’umano che siamo diventati) “ gli europei sono quelli che quando si incontrano per strada non si salutano!”.

Figurarsi chiedersi: tutto bene?!

Io che invece lo chiedo tutto bene, (perché so cosa significa stare male ) mi meraviglio invece che non solo uno come Magris, o una come la Marylin si possano trovare la sera, soli, in un casa bella e vuota o sul marciapiede per un sigaro.

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D. Barenboim e E. Said: Knowledge is the beginning

Pubblicato il 25 ottobre 2010 su Resoconti da Adam Vaccaro

HEMINGWAY, al Teatro Filodrammatici.

Pubblicato il 25 aprile 2010 su Resoconti da Adam Vaccaro

HEMINGWAY, al Teatro Filodrammatici.

Di Patrizia Gioia

Ci sono autori a cui sono stata a debita distanza. Una difesa dalla forza del fuoco che in quei libri sentivo divampare, certo sapevo di perdere molto, ma mi bastava la vita a cui dovevo farefronte. Anche i miei devi avevano un basta.

Hemingway era per me come uno di quegli uomini che ti si fa davanti e ti apre l’impermeabile e te la fa vedere nuda e cruda la vita. Ci vogliono gli anni per farsene una ragione della vita, ci vogliono sul tuo corpo almeno qualcuna di quelle ferite che lui ti mostra, averli attraversati quei campi di battaglia, esserti trovato con gli occhi negli occhi del nemico.

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