Il punto su democrazia e partiti
“Da che pulpito”diMarco Travaglio sul Fatto quotidiano del 19 gennaio 2017
(e da Pagine On Line del 20 gennaio 2017)
Ora che il Tribunale di Roma ha dichiarato eleggibile Virginia Raggi, respingendo il ricorso pidino che voleva sloggiarla dal Campidoglio per il contratto firmato con i garanti Grillo e Casaleggio, i 5Stelle e i partiti dovrebbero evitare di cadere in due errori opposti e speculari: i 5Stelle quello di ritenere che il discorso sulla loro democrazia interna sia chiuso e che non occorra alcuna regolamentazione per le forze politiche; i partiti quello di far rientrare dalla finestra ciò che è uscito dalla porta, cioè di approvare una norma che metta fuorilegge il M5S se non si trasforma in partito. L’articolo 49 della Costituzione stabilisce che “tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale”. Concorrere, non gestire in esclusiva. Dunque c’è vita (politica) oltre i partiti: per esempio nei movimenti. Ora, da 68 anni l’art. 49 attende di essere attuato con una legge ordinaria sulla responsabilità giuridica delle varie formazioni politiche. Che oggi sono equiparate ai circoli privati e alle bocciofile, mentre dovrebbero riconoscersi in un pacchetto minimo di diritti e doveri.
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