Anticipazioni – Michele De Luca
Anticipazioni
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Progetto a cura di Adam Vaccaro, Luigi Cannillo e Laura Cantelmo – Redazione di Milanocosa
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Michele De Luca
Quattro poesie inedite
Con nota di lettura di Lara Cantelmo
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Nota di poetica
Il mio sistema “binario” ha il suo principio dalla pittura, linguaggio primario frequentato fin dall’infanzia e poi negli studi. Col tempo le esperienze musicali e teatrali mi hanno gradualmente avvicinato alla fruizione e poi alla pratica della letteratura, quindi inesorabilmente alla sua più acuta e immediata forma espressiva: la poesia. Una poesia che parte dal suono e si compiace della musicalità del verso, del suo piacere auditivo e avvolgente. E’ il concetto di “rivelazione” che mi ha spinto all’indagine acustico-concettuale della parola, spesso mescolato o addirittura partorito dalla compiacenza manuale del disegno, della grafia, dell’automatismo e del gesto attraverso serie di parole, quasi elenchi potenzialmente infiniti di titoli e situazioni intuitive. Queste si concatenano in rime, gergalità, risvolti compositivi, compressi e spesso brevi, oppure si esplicano in minute grafiche, poesie visive o pagine di possibili futuri libri d’artista.
L’esplorazione della ricerca pittorica e le sue rivelazioni di spazi inconcepiti e di ritmi interiori verbali e gergali mi portano a una mimesi visivo-sonora di descriptio letterale di questi accadimenti in atto, quasi in forma di scrittura automatica (di surrealistica memoria?). D’altronde fra espressionismo, informale e surrealismo è partita la mia ricerca visiva avanzata, nei primi anni Ottanta, spesso abbinata a una sua pratica scritturale che ben poco chiariva concettualmente la visività ma, anzi, probabilmente la complicava.
I piccoli universi che nascono da questi connubi portano a frammenti, flash di penetrante psichismo, scivolano in rivoli di sparsa versificazione che poi confluiscono in un nucleo, un nerbo di rivendicazione di una corposa o lacerante passionalità in forma nostalgica o, a volte, tragicamente panica. La scrittura diventa quindi autobiografismo spinto, in fase mimetica: calembour, versicoli, giochi di parole o nonsense che però sonoramente fluiscono in andamento armonico di fibrillazione poetica, intenta a indagare un cosmo interiore irrivelato ed esterrefatto.
Anticipazioni – Andrea Diella
Anticipazioni
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Progetto a cura di Adam Vaccaro, Luigi Cannillo e Laura Cantelmo – Redazione di Milanocosa
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Andrea Diella
Inediti
Con nota di lettura di Adam Vaccaro
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Nota di poetica
In un mondo che guarda sempre di più la sua superficie specchiandosi in essa e lasciando gli angoli più profondi e sublimi dell’esperienza di vita, negli angoli più scuri di una via, nascono i miei versi intrisi di esistenza di strada, d’amori, musica e ribellione vissuta fino all’osso, per lasciare un messaggio, seppur spesso criptico, di riflessione per tutti e far venire a galla tutto quello che c’è di magnifico, negli abissi degli spiriti che osservano tutto da dentro al di fuori di noi stessi.
Cuore di Nebbia – Laura Cantelmo
Laura Cantelmo, Cuore di nebbia e altri paradisi,
Poesie 2015-2020, puntoacapo – Collezione Letteraria
Una breve nota di Angela Passarello
Una poesia ricca di riferimenti letterari, illuminata dalla visione del mondo, dal credo utopico, così ben radicato nel pensiero dell’autrice :” fuggendo sui monti feriti, nell’ultimo inferno d’aprile/scrivemmo/ da uomini con parole di sangue e di neve, la storia/…” I nomi scelti nella titolazione della silloge “cuore nebbia paradisi… “ esprimono già la potente volontà di un dire, che sa da che particolare il significato delle parole, portatori di senso. E’ un viaggio reale, dove la personale nave poetica, viaggiando, indica i porti dell’approdo, i luoghi della memoria, della relazione, da custodire condividendo.
In tutte le sette sezioni risaltano indelebili amicizie, figure bibliche, miti e riti, emblemi o vittime della sopraffazione del male creato dall’uomo, agguerrito, distruttore: “Sisfanno sotto la terra quelle/ giovani donne di Siria, le tombe/…Risorgete anime pure, donne del Rojava/..”
La parola poetica di Laura Cantelmo si fa grido salvifico, denunciante preghiera. Ora nel richiamo Shakespeariano: non sarà il sangue ad imbrattare i calici,/ ma vino sincero, distillato dalle fate…ora nella parola degli antichi, rinnovata da diversi autori e autrici contemporanee “ Gente di Corinto, voi superbi custodi di superiori geni, del vostro odio io non so che farne/ sono qui barbara e donna ricca di arti e di saperi…/ (Christa Wolf). Vivificando e immergendo nelle fonti originarie del sapere la poesia si fa varco, possibilità di soglia benefica del reale.
In “Cuore di nebbia…” ritroviamo il navigare sapiente nelle acque che, nonostante già navigate, l’autrice ripercorre, con l’audacia di chi non può fare a meno di questo andare, aggiungendo coraggiosamente una scheggia a l’insondabile verità della poesia. Di questo filmare- fermare, fra le pagine, restano le amicizie, gli incontri, la storia, le perdite, le utopie, la bellezza di una natura che offrendosi, si lascia attraversare, nonostante tutto.
È nelle radici del pensiero che la poetessa indica lo scavo, la ripresa, ed è in quel simbolico e reale luogo del sempre presente che è necessaria l’esplorazione della parola: Mediterraneo di sale e di sangue dolce pugnale confitto nella carne… ancora luogo di stragi …croce di eros e thanatos… insanguinati da tradimenti e stragi. Bagnati gli occhi nel tempo della storia, nella geografia umana e terrestre, la poesia di Laura Cantelmo, custodisce richiami omerici, paesaggi della scrittura letteraria, echi di utopie mai sopite, luoghi da ripercorrere. Memorie necessarie per scardinare il mortifero che ci circonda quotidianamente. Parola poetica che navigando ci conduce verso speranze da costruire. “Mehari Litchi, era l’eco di Goethe/ mehari Litchi ripetevi carezzando storie/ di lontani amori, dell’amato Callimaco/ e degli autori pulsanti dentro il carsico/battito autunnale
Anticipazioni – M.Luisa Vezzali
Anticipazioni
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Progetto a cura di Adam Vaccaro, Luigi Cannillo e Laura Cantelmo – Redazione di Milanocosa
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Maria Luisa Vezzali
Inediti da
IL BUCO NEL TEMPO
Con nota di lettura di Luigi Cannillo
Nota di poetica
I versi qui riprodotti provengono da un’opera in fieri dal titolo Lo spettro di casa (dal 2023 al 1977 e ritorno), che consta di tre sezioni: Il buco nel tempo, La finestra sul cortile e Nell’anno abbacinante. Le tre parti sono pensate come sorta di capitoli di un “romanzo” che scaturisce dal ripiegamento sull’interiorità che hanno originato i mesi di segregazione in casa durante il lockdown con la relativa concentrazione sulla facoltà memoriale. Da qui è partito un viaggio a ritroso verso un tempo – il 1977 – e un luogo – il quartiere popolare della Bolognina – che rappresentano un incipit identitario fondamentale nella costruzione dell’individuo che ora sono. Mentre la prima sezione trasporta nella coscienza di un’adolescente bolognese in un periodo che è stato cruciale anche per la storia della città e dell’Italia, la seconda offre uno sguardo sull’ambiente e sui suoi abitanti. Nella terza, infine, il viaggio ritorna al presente per riflettere sulla potenza della memoria e sulla sua miseria quando “funghisce su di sé”, sulle contraddizioni della contemporaneità e sulle faglie della scrittura. Da quanto detto, emerge con chiarezza quanto la poesia non rappresenti per me l’accensione imprevedibile dell’ispirazione, ma la laboriosa, obliqua ipotesi di un progetto, all’interno del quale i testi si tengono l’un altro e dialogano metricamente, linguisticamente, tematicamente. All’interno del quale nella dialettica di interno ed esterno, techne e inconscio, tradizione e ricerca tento di capire qualcosa di più su di me e sul mondo.
Ballerina di fila – Mauro Macario
Mauro Macario, Ballerina di fila, puntoacapo ed., Pasturana 2021
Figlio del grande comico Erminio Macario – “il Commendatore”, capocomico della Compagnia di giro che nella finzione non ha legami parentali con Marco, il giovane protagonista – Mauro Macario entra nella trama di questo romanzo autobiografico, che lui stesso definisce necessario, con la bruciante intensità e l’amarezza che caratterizza ogni suo scritto, a partire dalla fitta produzione poetica la cui alta qualità e originalità sono ormai ampiamente riconosciute. Una storia animata dalle dinamiche relazionali di una frequentazione quotidiana segnata da umanissime vicende, da affetti e amori più o meno fugaci, da amicizie, rivalità e solitudini lenite dalla tenerezza di improvvise intimità – tale era la vita quotidiana di una Compagnia di giro.
Il romanzo intende conservare la memoria storica degli anni in cui il genere teatrale d’intrattenimento chiamato Varietà assumeva i caratteri del Musical, che da noi si chiamò Rivista con un’intonazione meno grandiosa, rispetto allo spettacolo statunitense, che conservava, però, la dignità del teatro drammatico. Spettacolo d’evasione per eccellenza, che gareggiava con la magia del cinema, grazie all’emozione della vicinanza, della gravitas del corpo, della duttilità vocale di coloro che agivano sulla scena. Torna alla mente il felliniano Ginger e Fred (1985) che metteva a confronto la poesia di quel mondo con la volgarità della scena televisiva. Questo lo scenario del romanzo di Mauro Macario, che di quel teatro restituisce la genuinità e la serietà entro l’esperienza di vita palpitante di legami affettivi – ora profondi ora effimeri – e di fragili speranze. Nella cerchia degli affetti spicca la presenza del “Commendatore”, il cui demiurgico sguardo tutto vede, riuscendo, grazie al suo carisma, a conservare l’unità e l’armonia in quella temporanea famiglia costituita dalla Compagnia. Figura, la sua, che pur restando sullo sfondo, è circonfusa dall’alone mitico che un figlio molto amato riserva a un padre tenero e imprescindibile.
Tra le incertezze e le emozioni dell’esordio teatrale del giovane Marco irrompe una ballerina oggetto del desiderio vicenda personale di struggente intensità, la storia d’amore con Erika, ballerina di fila, che diviene il nucleo centrale nella trama del romanzo. Un’operazione di memoria intesa a fare i conti con un passato che assumerà nella conclusione le dimensioni di una tragedia.
Come si conviene a un romanzo di formazione, l’improvviso affacciarsi dell’amore all’orizzonte di Marco delinea lo sbocciare alla pienezza della vita e, in quanto esperienza suprema, sottolinea il passaggio dal bisogno di assoluto dell’adolescenza alla presunta “misura” della maturità. Il padre e altre figure minori che ruotano intorno a quell’evento rappresentano la cerchia di rapporti all’interno della quale si celebra quel distacco.
Nella quotidianità di un genere di spettacolo che si muove tra il comico e il poetico, la passione divampa, come comprensibile, in un alternarsi di momenti di felicità e di dolore, tant’è che la acerba rimembranza dell’amore di Marco si muove dentro la costellazione delle altre relazioni, inevitabilmente precarie e in quanto tali segnate da un senso di perdita. Vale a dire che il piano della realtà, costituito dal lavoro e dalla vita degli attori, si confronta specularmente con la dimensione onirica tipica dell’adolescenza in cui si muove Marco, con il timore della perdita dell’amata.
L’Autore sottolinea con grande efficacia l’unicità esaltante, dolce e tragica, dell’amore, l’estasi del sesso, i fremiti di paura dell’abbandono, elementi che lasciano presentire un finale amaro. Simbolicamente, infatti, è una tragica catastrofe a decretare il crollo delle illusioni e perfino la fine della Compagnia. Un improvviso incendio riduce tutto in cenere, dalle attrezzature ai costumi di scena, insieme ai sogni e alle illusioni già declinanti di Marco. Una svolta netta, che con molta crudezza e con continue dissolvenze condizionerà per sempre la sua idea della vita: “di una cosa era certo: se non l’avesse più rivista sarebbe andato incontro a un’esistenza desertificata, per molti chiamata, con orgoglio, maturità.”
Affinché quella storia perdesse quanto di unico e di assoluto che, pur col passare del tempo, ancora tormentava le fibre più intime di Marco, il poeta Macario ha voluto riprenderne in mano il filo, per ritrovare la ragione di quel travaglio, liberando quanto ad esso ancora lo vincolava. Richiamando in vita la memoria della felicità di quei giorni – atto catartico pari all’incendio finale del romanzo – tenterà di cancellare il deserto che inaridiva il suo essere.
Non conosciamo l’esito di quella operazione, ma la conserviamo per riflessioni future, poiché resta in sospeso la non trascurabile domanda sullo spazio che la vita matura può davvero riservare alla felicità degli umani.
L’isola dei topi di A. Bertoni a Milanocosa
Letture critiche di Milanocosa de L’isola dei topi di Alberto Bertoni
Dopo la presentazione di Alberto Bertoni del 9 febbraio scorso alla libreria Zanichelli di Bologna, di Google – Il nome di Dio, alla programmata presentazione a ChiAmaMilano del 9 marzo scorso de “L’isola dei topi”, ho voluto offrire con Laura Cantelmo e Luigi Cannillo una lettura multipla della galassia espressiva del libro – e non solo per sottolineare i non pochi coinvolgimenti dell’Autore, recenti e lontani, in iniziative di Milanocosa.
Invitiamo a leggere tali contributi utilizzando i link che seguono, di cui seguono brevi estratti: dallo sguardo complessivo della mia recensione del 6 luglio scorso (https://www.milanocosa.it/…/alberto bertoni-lisola-dei-topi) alle letture di L. Cantelmo e L. Cannillo, che si soffermano, rispettivamente, sui sensi concreti e immaginari relativi ai rapporti, da un lato col contesto storicosociale, dall’altro col bestiario, da cui scaturisce anche nel titolo del libro.
A.V.
Anticipazioni – Antonella Bukovaz
Anticipazioni
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Progetto a cura di Adam Vaccaro, Luigi Cannillo e Laura Cantelmo – Redazione di Milanocosa
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Antonella Bukovaz
Inediti
Con nota di lettura di Laura Cantelmo
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Nota di poetica
Il mio è verso libero, e lungo. Narro, come fosse una storia, gesti e vicende e cose. La poesia breve solitamente la tengo per me. Mi serve per restare tra parole che incespicano, riluttanti al ritmo, notturne e inutili. Le rileggo spesso e sempre le boccio e mai le cancello. Ma ora vivo un tempo stranito, non sento i confini, io, donna cresciuta qui, con Caporetto alle spalle. Le coordinate geografiche e politiche saltano continuamente sotto questo immutabile cielo.
L’isola dei topi- Alberto Bertoni
Via Laghetto 2 – Milano
9 marzo 2023 – H 18,00
Associazione Culturale Milanocosa
presenta
A cura di Adam Vaccaro
L’ISOLA DEI TOPI
Giulio Einaudi Editore, Torino, 2021
di
Alberto Bertoni
“…una scrittura che sa donarci con ormai matura cifra stilistica, stazioni di un viaggio …della ansimante ma inarresa ricerca di Senso…Che scova, ‘a giocare col fango’… il lampo che illumina: ‘E in principio fu il Verbo’ (p.104),…brillio di quell’attimo che placa un po’ la sete di virtude e conoscenza delle formiche nere sulla carta, la loro fame di energia per proseguire” (A. Vaccaro)
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