L. Cannillo

Anticipazioni – Milena Tagliavini

Pubblicato il 28 maggio 2022 su Anticipazioni da Adam Vaccaro

Anticipazioni
Vedi a: https://www.milanocosa.it/recensioni-e-segnalazioni/anticipazioni
Progetto a cura di Adam Vaccaro, Luigi Cannillo e Laura Cantelmo – Redazione di Milanocosa
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Milena Tagliavini
Inediti 2022
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Nota di lettura di Luigi Cannillo
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Nota di poetica
La mia scrittura segue gli stimoli della realtà, l’osservazione, l’attenzione ai “movimenti minimi” di ciò che mi circonda in un percorso che, in fondo, è uno sforzo per restare a osservare immersa nelle cose, insomma un “movimento-non movimento”. Senza sfoggio di ammonimenti o ragionamenti, ma solo con l’uso delle possibilità evocative degli oggetti e delle azioni. Nelle poesie si parla di “un brulicare minimo di vita dove la persistenza si coniuga alla trasformazione”. La rappresentazione concreta di gesti, di situazioni comuni, colloca il dettato poetico all’interno della vita qualunque. In questo modo la poesia diventa “quasi una preghiera materiale”.
La mia ultima raccolta ha il titolo “Ricognizioni” sia nel senso del linguaggio militare di uscite fatte perché possano offrire gli strumenti per affrontare l’esistenza, sia nel senso di un cercare di re-cognoscere, un conoscere di nuovo situazioni, che potrebbero altrimenti cadere nell’invisibilità, per avere la possibilità di uno sguardo diverso sulla vita.

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Anticipazioni – Sabrina De Canio

Pubblicato il 11 maggio 2022 su Anticipazioni da Adam Vaccaro

Anticipazioni
Vedi a: https://www.milanocosa.it/recensioni-e-segnalazioni/anticipazioni
Progetto a cura di Adam Vaccaro, Luigi Cannillo e Laura Cantelmo – Redazione di Milanocosa
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Sabrina De Canio
Inediti 2022
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Nota di lettura di Adam Vaccaro

Nota di poetica
Per me la poesia, cornice di tutte le arti, è inutile ma necessaria, qualifica la nostra umanità ed è un atto di resistenza umana.

Sabrina De Canio

Servo e padrone

Di chi è il mondo?
Di chi è quell’altipiano?
Di chi è il sole,
il fiume, la pioggia e l’uragano?
Quanto costa
la mia voce libera
dal nodo che la strozza.
La testa morde la coda
con espressione indemoniata
se l’agguanta
la ritorce con furore.
Non riconosce
lo stesso cuore.

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Luigi Cannillo – “Between Windows and Skies”

Pubblicato il 8 maggio 2022 su Recensioni e Segnalazioni da Adam Vaccaro

L’imprendibile
Tra le luci e l’ombra della vita

Adam Vaccaro

Luigi Cannillo, Between Windows and Skies, Selected Poems 1985-2020.

Gradiva Pubblications, NY, 2022. Con Traduzione di Paolo Belluso.
E la Prefazione di Luca Ariano

Con Luigi Cannillo ho condiviso decenni di scambi umani e culturali, dentro e fuori la lunga appassionante esperienza di Milanocosa. Eppure, il percorso di conoscenza è interminabile e mai prendibile completamente. E con tale assunto entro con mani e occhi in questa sua raccolta antologica che attraversa i suoi libri precedenti, più alcuni per me significativi e illuminanti inediti.
La sua lettura mi consente, tuttavia, di fare un punto sia pure interrogativo e aperto su quanto ho man mano definito dei suoi modi di intendere e fare poesia. Nel corso degli anni ho evidenziato tre fonti costitutive del suo poièin: Memoria di legami, intellettuali e affettivi; Corpo, col suo centro motore nell’eros e la matericità del suo universo mentale, che per Rita Levi Montalcini è funzione di ciò che chiama cervello bagnato; infine, la Lingua, o meglio la ricchezza delle lingue del corpo, che nella poesia confluiscono e determinano faglie di sensi mai completamente escussi. Ne deriva, nella struttura testuale di Cannillo, un accento di ricerca e bisogno di legame musicale tra Testo e Altro.
Da queste brevi premesse, procedo nella lettura di questa antologia, partendo da nuclei di sensi che avevo evidenziati in un mio saggio del 2000 (svolto con la mia metodologia dell’Adiacenza, in cui facevo una analisi comparativa tra i testi di Cannillo e quelli di Annamaria De Pietro), pubblicato sul N. 33 della Rivista “TESTUALE”(*). In questo saggio mi focalizzavo sui suoi libri di allora, Sesto senso (Campanotto, Udine 1999) e Volo simulato, in cui avevo individuato uno stile e un moto di costruzione del testo, che parte dalle zone basse, emozionali, del corpo e della sua cosmogonia, per espandere in un moto ascendente i vettori dei sensi verso aree alte e speculative. E specificavo che il moto si esplicava in “ricerche di misura ed eleganza di sé-duzione… perennemente rattenuta e in bilico tra esplosioni implacabili e infaticabili accumuli e silenzi…di un equilibrio impossibile”, in cui il Soggetto Scrivente “riesce a inventare momenti di ‘voce ferma/ la nostra salvezza’” (Sesto senso), in un incrocio etico ed estetico di tensione totalizzante e molteplicità di lingue della poesia, premessa dell’ipotesi di Adiacenza, oltre che di forma e stile dei testi più ricchi.
Aggiungevo che se il movimento di seduzione tra il Sé e l’Altro, di cui il testo è trama e tramite, vuole collocarsi ed essere corpo vivo tra altri corpi, deve riuscire a “uscire dalla parola” per non rimanere in un universo alienato. Il che implica farsi amare e ascoltare, farsi capire e vedere, non tanto per essere parola simpatica o odiosa, ma semplicemente per essere. Insomma la parola deve farsi comunicazione complessa (come intesa da Antonio Porta), se non vuole ridursi a suono, o a disegno, immagine, o a qualsiasi altro costitutivo parziale (spesso totalizzato) del proprio specifico.
E a tale proposito, rilevavo come tra Volo simulato e Sesto senso ci fosse continuità nella tensione del testo tra la sensisitività pre-linguistica, o pre-testuale, e una decisiva fruizione post-testuale.
Credo che stia in questo moto e tra il nucleo generativo e vitale della ricerca espressiva di Cannillo. Non a caso, il titolo di questa raccolta antologica si dirama da esso, disegnando il moto da una stanza al cielo. Moto richiamato anche nella immagine di copertina, in cui è già evidente che qui non ha nulla di mistico, rimanendo fortemente innervato nel corpo-identità, che può diventare statica ed egolalica prigione, o uscita e volo di liberazione e rinascita. Il punto è che tali sensi diventano reali solo attraverso l’Altro, vitale e imprendibile come l’elemento invisibile che si espande fuori dalla finestra.
I libri successivi proseguono e accentuano tale moto, entrambi col Cielo nel titolo, il primo disegnato nella propria stanza, con sensi apparentemente di minimalismo da Linea lombarda (Cielo privato, Joker 2005) e il secondo (Cieli di Roma, Lietocolle, 2006), in spazi e tempi capitolini.
Nell’antologia seguono poi testi, sia da libri successivi incentrati più su memorie e perdite dolorose, sia inediti. E cerchiamo ora di comparare il nucleo di sensi finora evidenziato con quanto emerge da questi ultimi, nei quali troviamo consonanze, ma anche divaricazioni. Il che conferma la complessità mai univoca e paradossale della poesia, se questa si svolge nell’universo molteplice e mutevole della vita, di cui si fa eco adiacente delle mille voci e degli infiniti lampi che ne colorano il fascino, le tragedie, il tormento e la gioia.
Prendiamo perciò alcuni versi che tendono a contrapporre moto e sensi opposti a quelli fin qui colti:
“Tra l’armatura e il cielo/ pesa intera la nostra gravità/ frutto e grandine, ogni evento/ si strappa e precipita/ invocando il suolo” (p.60). Cioè, il moto di uscita e liberazione dalle nostre prigioni, è illusorio se ignora le forze che lo negano. Ogni tensione e azione se vuole dunque essere reale, deve essere dialetticamente concepita, altrimenti non libera né fa alcunché, e rimane patetico flatus voci.
Altrettanto, per quel che riguarda la fondamentale necessità di essere, cioè di essere conosciuti e riconosciuti nella propria identità, citiamo le vive memorie del testo di p.88:
“Un bambino con un fiocco azzurro/ …/ In un’aula eguale estranea,/ fissare il maestro negli occhi/ sapere dallo sguardo la clemenza/ e il rancore…”; o queste di p. 86: “È l’ora della rincorsa per tutti/ tranne uno che il sole non scalfisce/ che vive d’ombra, in un albero nudo/ un eremita che dal silenzio/ delle scale sente chiamare/ Non c’è più nessuno, maestro, scrivi”; cui seguono a p.90: “La mia natura è percorrere/ la scala di servizio, accomodarmi/ a dormire nel gradino stretto/…/ Non mi avrete alla ricreazione/ salirò sull’albero/ più alto del giardino” (p.90).
In questi squarci di memorie infantili è dunque nato quel moto opposto delineato? Sappiamo però che nulla cancella le pietre e i gradini su cui abbiamo cominciato a camminare, a dare forma al mondo e a noi stessi. Nessuno di noi abbandonerà mai del tutto quel primogiardino mentale e disegno del mondo, di cui parla Claudio Magris. Tutto è sempre molteplice e complesso, e il percorso espressivo di Luigi Cannillo ne è forma, oscillante su un crinale di tensione di condivisione e vocazione solitaria, in un intreccio di tutti di luce e ombra, di cui quest’ultima è caldera decisiva e fonte profonda di lapilli sospesi di attimi d’infinito, tra cielo e terra.
8 maggio 2022

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Festival di Lugano Poestate 2022

Pubblicato il 3 maggio 2022 su Arte e Mostre da Maurizio Baldini

Memo:

Festival Internazionale di Lugano Poestate 2022 26a Edizione – 1-4 giugno

3 giugno: Gilberto Isella presenta Adam Vaccaro con Luigi Cannillo, Còlaudia Azzola e Laura Cantrelmo –

Poeti da Milano, Tra sogni e Bisogni di Comunità

Vedi Programma e informazioni del Festival luganese, ideato e diretto da Armida Demarta, dal 1997

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Anticipazioni – Anna Spissu

Pubblicato il 28 aprile 2022 su Anticipazioni da Adam Vaccaro

Anticipazioni

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Progetto a cura di Adam Vaccaro, Luigi Cannillo e Laura Cantelmo – Redazione di Milanocosa

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Anna Spissu

Poesie incivili – Inediti

Con nota di lettura di Laura Cantelmo

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Nota di poetica
Ho sempre pensato alla poesia come a una porta che permette di attraversare il reale e di raggiungere una dimensione più profonda della vita, sia che si tratti di guardare il mondo circostante sia che si tratti del nostro mondo interiore. In questo senso ritengo che la poesia sia “profetica”, (qualità che appartiene alla sacralità) perché permette di comprendere sentimenti e avvenimenti che la ragione spesso allontana. Il mio percorso poetico privilegia l’esplorazione dei sentimenti con uno sguardo particolare al mondo femminile ma non è esente dal sentire civile in senso ampio del mondo che ci circonda.

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Anticipazioni – Antonella Doria

Pubblicato il 23 marzo 2022 su Anticipazioni da Adam Vaccaro

Anticipazioni
Vedi a: https://www.milanocosa.it/recensioni-e-segnalazioni/anticipazioni
Progetto a cura di Adam Vaccaro, Luigi Cannillo e Laura Cantelmo – Redazione di Milanocosa
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Antonella Doria
Inediti 2021

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Nota di lettura di Luigi Cannillo.
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POETICA del Dire e del Tacere.
La mia Idea di Poesia è una – PoesiaMondo. Una Poetica del Dire e del Tacere del Mondo e della Vita, dei Sogni e delle Passioni che ‘muovono le Montagne’. La Poesia mi ha cresciuta confortata fortificata, come è ben argomentato nell’introduzione a “Millantanni” da Giulia Niccolai. La Poesia mi ha insegnato soprattutto che è necessario scrivere “ciò che ditta dentro” e – se è lecito sostenere che la Poesia è Forma (anche Forma) -allora la mia ricerca linguistica, libera da schemi e nodi, ricerca la Sua Forma, in un gioco talvolta a Dire, talvolta a Tacere… a nascondere… In un andamento vario, quasi Jazz.

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Google – Il nome di Dio – Letture4

Pubblicato il 11 febbraio 2022 su Recensioni e Segnalazioni da Adam Vaccaro

Google – Il nome di Dio – In quattro quarti di cuore, di Adam Vaccaro
puntoacapo Ed. Pasturana (AL), 2021

La poesia come motore di ricerca critica
di Luigi Cannillo

Sacro e profano, entità digitali e vite esemplari, attualità e memoria si intrecciano nella nuova raccolta di Adam Vaccaro. L’alveo nel quale si articolano e fluiscono le poesie viene esposto chiaramente nella nota dell’Autore in conclusione del volume: l’analisi politica e socioeconomica sugli effetti del neoliberismo e della globalizzazione finanziaria insieme allo sviluppo di un universo massmediatico invasivo e spersonalizzante. I testi quindi sono nati “dall’intreccio di doloroso disagio, passione ferita e volontà di Resistenza vitale”, contesto dal quale la poesia attinge direttamente e criticamente. Lo fa strutturandosi in sezioni che riprendono, ognuna attraverso un colore, il motivo del Cuore come centro di energia e intelligenza che si fa prima nero nel rifiuto e nella negazione, poi rosso nella passione e viola nella paura e infine bianco nella fonte profonda dei valori originari e della possibile rinascita: “Cosa possono dire le stesse cose che ci/ Appaiono inerti – polvere di morte che/ Improvvisamente si alza e ritrova il volo”. È, volutamente, un percorso a U nel quale, iniziando dallo scavo e dalla discesa nell’oscurità, si risale, dopo aver toccato il fondo, verso la luce. Un percorso dantesco al quale sembra alludere anche la foto di copertina di Valeria Vaccaro, con una imbarcazione direzionata verso i colori dorati e vermigli che possono appartenere al tramonto, ma, contemporaneamente, anche a un’aurora.
I testi così suddivisi nelle quattro sezioni hanno origini e datazioni diverse che formano una sorta di diario liberamente impaginato secondo i contesti tematici e che, allo stesso tempo, comprendono sia poesie più recenti che altre, edite, risalenti ad anni precedenti ma che in questa modalità assumono un nuovo valore. L’approccio e il tono sono talvolta di tipo più narrativo e colloquiale, altre volte più lirico ed evocativo. Ma comune è la ricerca espressiva: le invenzioni linguistiche, i giochi di parole mai fini a se stessi ma tesi alla scoperta dei molti significati di unità verbali che vengono composte e scomposte all’interno di campi semantici stranianti (quello tecnologico) o edificanti (quello del mondo naturale). E le allitterazioni, la sillabazione ripartita negli enjambement, le assonanze che si dipanano spesso per unità lessicali molto estese, a volte creando mulinelli linguistici e sonori: “Soros dal cuore d’oro/ dacci oggi il tuo miliardo/ quotidiano che ci fa correre/ a strappare salvare vite/ disperse e affamate/ sommerse dall’oro che/ gronda dalle mani degli/ invisibili quattro gatti […]”. Soprattutto nelle prime sezioni ricorre uno spirito caustico e sarcastico che mette in luce gli aspetti più assurdi della condizione di dipendenti digitali e cittadini ammaestrati, ridotti continuamente a uno stato infantile attraverso il linguaggio lezioso e affabulatorio usato dagli adulti per convincere e rassicurare i più fragili e suggestionabili. E anche come parodia dei messaggi evangelici, la cui forma mette in evidenza la pervasività e i tentativi di indottrinamento delle nuove Entità/Divinità informatiche con la loro attività manipolatoria. Primo fra tutti spicca Google insieme ad altre entità dotate di ultra-poteri: “Alexa, piccola madonnina sul comodino/ raggino che muto ascolta e registra attento/ i tuoi comandi anche quando sono solo/ battiti del tuo cuore…”.
Accompagna la raccolta un notevole apparato critico composto, oltre che dalla citata Nota dell’Autore, dalla prefazione di Massimo Pamio, dal saggio-postfazione di John Picchione, e da una nota dell’Editore nel risvolto di copertina. Questi contributi offrono, ciascuno a suo modo, spunti efficaci per contestualizzare e approfondire le tematiche presenti. Molti sono i riferimenti ad autori compagni di viaggio della poetica di Vaccaro, Antonio Porta innanzitutto, con Mario Lunetta e Alberto Mario Moriconi. Aggiungerei il nome di Luigi Di Ruscio sia per le poesie di aspra critica alla civiltà industriale, in particolare contro le divisioni di classe e l’organizzazione alienante del lavoro ma anche negli squarci di gioia di vivere e per la bellezza della natura. Anche in Vaccaro interagiscono critica, indignazione e vitalità che si alternano in questo caleidoscopio di cuori e colori. Alle nuove divinità si contrappongono le storie comuni di eroi del quotidiano (il ristoratore emigrato, “Nella cucina di Shakespeare”, l’immigrata, “Mira a Milano”, la stiratrice/rammendatrice, in “Rosina e l’orchestra tv”) e le radici della famiglia dell’autore: nella fotografia e nelle parole del padre, nel ricordo della suocera Vilma, staffetta della Resistenza, fino alle figure portatrici di luce della moglie Chris, dei figli e dei nipoti.
Google – il nome di Dio tiene così uniti i suoi Cuori e colori attraverso un percorso temporale esteso ed elastico, partendo dagli aspetti salienti della contemporaneità e della attualità e poi risalendo e trovando slancio e rigenerazione dai nuovi nati come dalla memoria delle Origini: “Profumami origano di colline molisane/ […]/ questo mio stare qui/ ai piedi del monte più duro da scalare/ […]/ Forse è il tuo profumo/ che trascolora assaporando/ questa pizza colma di vita/ tempestata dai tuoi verdi coralli”.
12 febbraio 2022 Luigi Cannillo

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A partire da Dante – Online e In presenza

Pubblicato il 1 novembre 2021 su Eventi Milanocosa da Adam Vaccaro

La Presenza di Dante a 700 anni dalla morte.
Testimonianze di voci contemporanee.

Progetto proposto da Rinaldo Caddeo e sviluppato da un intenso lavoro collettivo, con ricchi contributi corredati da voce e apporti visivi e sonori di B. Gabotto e G. Guidetti. Sono contributi ri-creativi dedicati non solo a Dante Poeta, ma anche alla sua visione critica, letteraria e sociale, che a 700 anni dalla morte sono per noi presenza viva rispetto ai complessi problemi che affrontiamo oggi, appunto, A partire da Dante. (A. Vaccaro)

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Anticipazioni – Alessandro Cabianca

Pubblicato il 15 ottobre 2021 su Anticipazioni da Adam Vaccaro

Anticipazioni
Vedi a: https://www.milanocosa.it/recensioni-e-segnalazioni/anticipazioni
Progetto a cura di Adam Vaccaro, Luigi Cannillo e Laura Cantelmo – Redazione di Milanocosa

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Alessandro Cabianca

Quattro inediti
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Nota di lettura di Luigi Cannillo

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Nota di poetica
Concepisco la poesia non come ispirazione ma come visione del mondo, in cui quindi ogni singola poesia è concatenata alle altre in una struttura che fa di ognuna un piccolo passo nella progressione di una costruzione, o decostruzione, del reale. Nei testi che seguono, si può intravedere poco il rapporto con tutti gli esseri, non solo gli umani, animali, piante, oggetti, luoghi, fonti dei processi di “germinazione” e di costruzione progressiva di ogni mio testo, a partire da una parola, da un verso o da una atmosfera precedente. Come pure da un evento, da un contesto, dall’immaginifico creativo che ci viene dalla cultura o dalla storia o da personaggi che hanno segnato tracce su cui la società si è evoluta. E che sia il lettore a valutare come in questi quattro testi agiscono queste mie argomentazioni,

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A partire da Dante – 5a Tappa Zoom

Pubblicato il 3 ottobre 2021 su Eventi Milanocosa da Adam Vaccaro

Grazie a tutti i partecipanti, autori e pubblico.

E faccio seguire, come con i precedenti incontri, un sintetico resoconto di questa 5a Tappa, che ha confermato approfondimenti tematici, ben oltregrazie a Dante – il letterario. Un Oltre (metafora centrale del suo viaggio) ogni collocazione strumentale, ideologica o teologica, che dona a noi contemporanei sollecitazioni di pensiero critico, oggi penosamente carente entro gli appiattimenti ideologici, identitari e mercantili, interconnessi al capitalismo globalizzato.

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