Ingannevole è la prosa sopra ogni cosa.Viaggio nella narrativa erotica scritta dalle donne. di Chiara Cretella
Chiamo vergine la donna che ha fatto l’amore con un solo uomo.
Emmanuelle, L’antivergine.
La narrativa delle giovani scrittrici degli ultimi anni sembra essersi attestata su un livello comune di condivisione culturale. Si può partire dalla definizione di «scrittura dell’ombelico», come viene intesa dai Wu Ming ad esempio, che indicano con questa locuzione la letteratura intimistica e non impegnata, tipica espressione della repressione culturale in atto in Italia, e si può approdare alla «scrittura dell’utero» per rubare una definizione a Renato Barilli.[1] La fascia di questo genere letterario si allarga a tematiche differenti, ma spesso declinate con l’uso topico della prima persona, ad indicare un luogo di una geografia di pensiero, prima che letterario. Spesso queste scritture femminili privilegiano la forma diaristica.
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