Intervista a Rodotà
Intervista a Stefano Rodotà:
«È il momento di unire le forze
dei movimenti»
di Eleonora Martini sul Manifesto di domenica 4 agosto 2013
La grazia a Berlusconi? «Inaccettabile. Anche perché sarebbe come fare di Napolitano una sorta di super-Cassazione che elimina tutti gli effetti della condanna». Intervista al giurista Stefano Rodotà che parla di «rischio istituzionale e costituzionale che non va corso». È un momento delicato questo per il Paese, dice Rodotà, che richiederebbe un po’ di «coraggio e lungimiranza politica» da parte dei partiti. «Subito la riforma della legge elettorale, e poi il voto», auspica. E nel frattempo, «insieme ad altri», sta pensando a un modo di «unire le forze di quei soggetti civili, politici e sociali» tornati da tempo protagonisti e che ora «non possono più essere trascurati».
La giustizia negata
Abbiamo scelto alcuni degli articoli – di Giuseppe Di Lello, Antonio Padellaro e Marco Travaglio – che fanno al meglio il punto della situazione, dopo le speranze suscitate dalla sentenza della Cassazione.
Come previsto, il PDL sbraita e minaccia, mentre tra PD sbrindellato, moniti alla Napolitano e carenze del resto è difficile vedere sviluppi di uscita civile dalla situazione. In cui una massa di cittadini sta sempre peggio e la casta politica continua a garantire solo se stessa.
Gli articoli che seguono sono stati ripresi e diffusi anche da “PAGINE ON LINE”A.V.
LARGHE INTESE CON UNO COSÌ ?
Antonio Padellaro sul Fatto quotidiano di venerdi 2 agosto 2013
La prima cosa che viene in mente è: ma come si permettono di manomettere la Costituzione italiana questi signori delle larghe intese quando il leader primario dell’alleanza di potere nata sul tradimento del voto popolare è da ieri ufficialmente un pregiudicato, condannato in via definitiva dalla Cassazione per il reato gravissimo di frode fiscale? Le 200mila firme raccolte in pochi giorni sotto l’appello del Fatto ora possono diventare rapidamente 500mila. Forza, dimostriamo che la democrazia dei cittadini è più forte dei giochi di palazzo. La seconda considerazione riguarda il pregiudicato Silvio Berlusconi. Che a tarda sera ha lanciato il suo videomessaggio elettorale. L’aria sofferente, lo sguardo lacrimoso, ci ha raccontato la solita barzelletta del grande imprenditore e dell’eccelso statista perseguitato dalle toghe rosse per poi concludere la tiritera annunciando l’intenzione di riprendersi il governo del Paese riesumando il cadavere di Forza Italia.
Analisi e denunce
Palmiro Prospero, maestro di libertà
di Marco Travaglio sul Fatto quotidiano di lunedi 17 giugno 2013
Un volgare articolo di Michele Prospero sulla fu Unità, intitolato “Travaglio, il ‘giornalismo servo’ contro i ribelli M5S”, ci dà l’occasione per fare il punto sul Fatto Quotidiano e sullo stato dell’informazione e del potere in Italia. Fin da quando siamo nati, a chi ci domandava quale fosse la nostra “linea politica”, abbiamo risposto: la Costituzione. In un sistema informativo disegnato a immagine e somiglianza di quello politico-partitico, fu come bestemmiare in Chiesa. Non avendo altro padrone che i lettori, il Fatto risponde soltanto a loro e alla coscienza dei suoi giornalisti. Per questo non ha mai taciuto una notizia, anzi ne ha date molte che gli altri tacevano. Ha preso e prende posizione, certo, ci mancherebbe: la sua posizione, non quella di altri, che non ha il piacere di conoscere. Abbiamo le nostre idee, ben chiare e radicate, e in base a quelle giudichiamo ciò che accade. Chi fa proprie le nostre posizioni e battaglie ci piace. Chi va in altre direzioni non ci piace. La nostra intransigenza sulla legalità (non solo penale, ma anche costituzionale e contro tutti i conflitti d’interessi) e sul rinnovamento della politica ci ha portati ad apprezzare molte battaglie prima di Di Pietro, poi di Ingroia e del Movimento di Grillo. Ma anche a rimpiangere lo spirito dell’Ulivo modello 1996, poi tradito dai partiti che avrebbero dovuto farsene portavoce. E a sostenere i cani sciolti del Pd e i movimenti di base tipo OccupyPd che contestano l’inciucismo dei vertici. Questo non ci ha impedito di criticare le sciagurate scelte di classe dirigente da parte di Di Pietro, la frettolosa e improvvisata entrata in politica di Ingroia, certe sparate di Grillo con annesso deficit di democrazia interna al M5S.
Presidenzialismo?
Stefano Rodotà:
“Presidenzialismo?
Strappo alla Costituzione”
In un intervento su la Repubblica, il costituzionalista ha bocciato su tutta la linea i propositi avanzati dall’esecutivo di larghe intese sui cambiamenti della carta costituzionale: “Sono altre le priorità”
di Redazione Il Fatto Quotidiano | 7 giugno 2013
Nel tempo ingannevole della ‘pacificazione’, il conflitto giunge nel cuore del sistema e mette in discussione la stessa Costituzione”. Non usa mezze parole Stefano Rodotà per bocciare in partenza i propositi di cambiare la carta dello Stato avanzati dall’esecutivo di larghe intese. Con un intervento su la Repubblica, il costituzionalista attacca “una politica debole, da anni incapace di riflettere sulla propria crisi” che ora “compie una pericolosa opera di rimozione e imputa tutte le attuali difficoltà al testo costituzionale” puntando verso il presidenzialismo che è “in contraddizione con il modello della democrazia partecipativa” e oggi “finisce con l’apparire una pulsione suicida l’allontanarsi da esso”.
Lafontaine: non abbiamo più bisogno dell’Euro
Il leader storico della sinistra tedesca, Oskar Lafontaine, con un importante commento su Handelsblatt, insiste sull’attacco alla moneta unica: l’Euro è un fallimento, abbiamo bisogno di un nuovo sistema monetario europeo.
“Basta Euro”, per Oscar Lafontaine
“Basta Euro”.
Oscar Lafontaine sferza la Linke
Possibilità di cambiamento
Due mesi fa al teatro Valle Occupato di Roma, si tenne il primo incontro dei diversi comitati nazionali che si occupano dell’audit sul debito e la ri-pubblicizzazione della cassa Depositi e prestiti. Quello che segue è il risultato di mesi di lavoro che si sono conclusi sabato scorso a Firenze in una assemblea nazionale. Quello che occorre fare ora è dare inizio a una campagna di opinione pubblica fatta di manifestazioni,menti di lotta, coinvolgimento con i parlamentari e le parlamentari disponibili ad appoggiare questa piattaforma. Commenti e ulteriore divulgazione sono naturalmente preziosi e indispensabili. Daremo notizia delle iniziative locali che si terranno presto un po’ in tutta Italia.
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8 PUNTI (VERI) PER CAMBIARE IN 100 GIORNI
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Nell’attuale bailamme politico-istituzionale che ci riporta al metodo degli accordi sottobanco di prima e seconda Repubblica, è legittimo ed urgente chiedersi quali otto punti, veri, concreti e trasformativi, un governo di discontinuità con il passato possa realizzare nei suoi primi cento giorni per riappropriarsi e socializzare la finanza pubblica, come snodo chiave del cambiamento.
1. Decreto legge per l’istituzione di una commissione di indagine sul debito pubblico che, rendendo pubblica adeguata documentazione e predisponendo meccanismi di partecipazione popolare, analizzi ed individui quale parte del debito pubblico italiano possa essere considerata “illegittima” e quindi non vada ripagata. In attesa delle risultanze della Commissione, immediato congelamento di tutti gli interessi sul debito pubblico maturati per la sottoscrizione di prodotti finanziari derivati.
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