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Il vento freddo delle cose

Pubblicato il 19 febbraio 2016 su Senza categoria da Adam Vaccaro

SITUAZIONE ECONOMICA DEL NOSTRO PAESE: RENZI DEVE RIMANGIARSI LA VUOTA PROPAGANDA E LE RECENTI SMARGIASSATE

Governo. Per Renzi il vento è cambiato. Ieri doppio colpo sul fronte dell’economia: l’Ocse che corregge al ribasso le previsioni di crescita e l’allarme della magistratura contabile. L’ira della commissione Ue non è scemata e l’attacco di Monti è un segnale pessimo per il premier

Il gelo sopra palazzo Chigi

di Andrea Colombo

sul Manifesto di venerdi 19 febbraio 2016

e su Pagine on-line

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Diseguaglianza e democrazia

Pubblicato il 16 febbraio 2016 su Saggi Società da Adam Vaccaro

Diseguaglianza e democrazia.

Intervista a Branko Milanovic

di Nicola Melloni

Fonte: Micromega

Nell’intervista che presentiamo, Branko Milanovic, uno dei maggiori esperti di diseguaglianza economica, riflette sull’impatto politico dell’allargamento di quest’ultima nei paesi occidentali. Quale democrazia, dunque, in una realtà economica sempre più diseguale?

Branko Milanovic è Visiting Presidential Professor alla City University di New York, ed in passato lead economist presso il centro di ricerca della Banca Mondiale. È uno dei maggiori esperti di diseguaglianza economica, autore di numerosi libri tra cui World Apart (2005, Princeton), The Haves and Have-Nots (2010, Basic Books, tradotto in Italia dal Mulino, “Chi ha e chi non ha”), e, di prossima uscita, di Global Inequality: A New Approach for the Age of Globalization (Harvard, 2016). Nel suo seguitissimo blog, http://glineq.blogspot.ca, tratta di temi legati alla diseguaglianza e alla politica contemporanea. Con Micromega ha parlato del suo prossimo libro, dell’importanza della diseguaglianza economica nel discorso politico corrente e dei problemi del capitalismo globale.

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Salva Banche e Risparmiatori

Pubblicato il 9 gennaio 2016 su Senza categoria da Adam Vaccaro

Salva Banche, le vittime saranno a Roma il 12 gennaio davanti alla Consob

Fonte: redazione di Controlacrisi di mercoledi 6 gennaio 2016


I risparmiatori vittime del Salva Banche si danno appuntamento il 12 gennaio alle ore 10:00 davanti alla Consob, in Piazza Verdi a Roma. Dopo la grande partecipazione e il grande seguito della manifestazione del 22 dicembre in Via Nazionale (Banca d’Italia), Federconsumatori, Adusbef e il comitato delle Vittime del Salva Banche annunciano un nuovo presidio a tutela dei risparmiatori.
“Tutti i responsabili saranno chiamati all’appello. Dopo le proteste a Montecitorio, davanti alle banche coinvolte e a Bankitalia, stavolta sarà il turno della Consob. Colpevole anch’essa della mancata vigilanza su una situazione che ha mandato in fumo i risparmi di migliaia di cittadini indotti ad acquistare prodotti finanziari ad alto rischio senza la dovuta informazione” dichiarano Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti, presidenti di Federconsumatori e Adusbef.
“I cittadini hanno diritto a vedere rimborsate le somme che hanno perduto a causa della scorrettezza dei comportamenti delle banche e della “distrazione” delle autorità che avrebbero dovuto vigilare. Non ci accontenteremo di soluzioni parziali e insoddisfacenti palliativi – aggiungono i due Presidenti – Invitiamo tutti i cittadini coinvolti, ma anche tutti coloro che sono solidali e sensibili a questa gravissima vicenda, a prendere parte alla manifestazione per far sentire la propria voce e richiamare la Consob alle proprie responsabilità. L’obiettivo che ci siamo prefissati non è solo quello di veder risarcite tutte le vittime, ma anche far sì che quanto accaduto non possa più ripetersi, grazie ad una vera ed attenta vigilanza, nonché all’adozione di normative e provvedimenti efficaci per superare l’asimmetria informativa tra chi investe e chi propone l’investimento”.

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Italia 2014

Pubblicato il 28 novembre 2015 su Senza categoria da Adam Vaccaro

Povertà, deprivazione, esclusione:

dati dell’Italia 2014

di Roberto Ciccarelli sul Manifesto di martedi 24 novembre 2015 e su Pagine Online

Non c’è tregua per chi vive di annunci sulla crescita, mentre l’ottimismo non riduce le diseguaglianze galoppanti. In Italia la povertà non cala, oltre una persona su quattro, il 28,3% della popolazione, era a rischio povertà o esclusione sociale nel 2014. Il report dell’Istat sul reddito e le condizioni di vita degli italiani conferma un dato stabile nella crisi: il 19,4% è a rischio povertà, l’11,6% vive in famiglie gravemente deprivate e il 12,1% in famiglie a bassa intensità lavorativa. Il dato complessivo (28,3%) è supaeriore di quattro punti percentuali rispetto alla media dell’Unione Europea: il 24,4%. La povertà in Italia è inferiore solo alla Romania (40,2%), alla Bulgaria (40,1%), alla Grecia (36,0%), alla Lettonia (32,7%) e all’Ungheria (31,1%) ed è superato di poco da Spagna (29,2%), Croazia e Portogallo.

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Tra due fondamentalismi

Pubblicato il 21 gennaio 2015 su Saggi Società da Adam Vaccaro

Tra due fondamentalismi

Dinamiche capitalistiche, poteri occidentali e terrorismo islamico

Adam Vaccaro

L’ultima vicenda terroristica francese spinge a riflettere sugli attuali rapporti tra popoli, religioni e ideologie (sotto le quali, dovrebbe essere inutile ricordarlo, ci sono interessi economici contrapposti dello scacchiere mondiale), e a fare i conti con le proprie convinzioni, per rafforzarle o per interrogarsi su di esse, e magari rettificarle.

Credo sia utile un atteggiamento aperto, rispetto alle varie sfaccettature della situazione. Tra le quali c’è la necessità di darsi e dare dei limiti all’idea di libertà, in genere o praticata nel mondo occidentale. Spesso proclamata con sensi, accezioni e falsità ideologiche che fanno da corona alla sarabanda commerciale e propagandistica dei poteri in atto. Che rivendicano l’orgoglio di offrire il mondo migliore possibile in condizioni di massima libertà per tutti.

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Sciacalli e profittatori

Pubblicato il 14 gennaio 2015 su Temi e Riflessioni da Adam Vaccaro

GLI SCIACALLI E I PROFITTATORI DELLO SCONTRO DI CIVILTÀ.

ALCUNE CONSIDERAZIONI NECESSARIE DOPO PARIGI

di Giorgio Riolo

È il momento della retorica ributtante, del fiume di parole, del circo mediatico scatenato e senza freni, dei manipolatori di professione. I dominanti imperiali sono all’opera. Stregoni, non più apprendisti da molto tempo ormai, suscitatori, creatori e finanziatori di mostri, che qualche volta si rivoltano e non sono più controllabili a piacimento, per scatenare guerre “umanitarie”, “per la democrazia”, “per portare la libertà”. In Afghanistan, in Iraq, in Siria, in Libia, ovunque.

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Il salvaladri di Renzi

Pubblicato il 9 gennaio 2015 su Recensioni e Segnalazioni da Adam Vaccaro

Nuovo Cinema Paraculo

di Marco Travaglio

sul Fatto quotidiano di giovedi 8 gennaio 2015

(e su Pagine On Line del 9 gennaio 2015)

Garantire, come fa Renzi col consueto tono perentorio,che B.“sconterà la sua pena fino all’ultimo giorno”, equivale ad assicurare che le api continueranno a fare il miele, che le auto avranno ancora quattro ruote e le biciclette due, che la pioggia seguiterà a bagnare. Ovvietà da repartino psichiatrico: nessuno ha mai scritto che la soglia di impunità per le evasioni e le frodi sotto il 3% dell’imponibile dichiarato, infilata dalla sua manina nel decreto fiscale natalizio, avrebbe abbreviato la pena che B. sta scontando ai servizi sociali nell’ospizio di Cesano Boscone. Che non è mai dipesa da lui, dal suo governo e dal suo decreto, per una ragione molto semplice.

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Non c’è democrazia senza laicità

Pubblicato il 8 gennaio 2015 su Recensioni e Segnalazioni da Adam Vaccaro

Siamo tutti Charlie Hebdo. Intervista a Gérard Biard, caporedattore del giornale

“Non c’è democrazia possibile senza laicità”. Ripubblichiamo un’intervista al caporedattore di Charlie Hebdo Gérard Biard uscita nel numero 5/2013 di MicroMega. Biard, sopravvissuto alla strage, spiega qui perché, nella patria della laïcité, c’è ancora bisogno di un giornale dichiaratamente ateo e anticlericale, senza autocensure.

intervista a Gérard Biard di Gloria Origgi, da MicroMega 5/2013

Una camionetta della polizia mi accoglie all’entrata del palazzo nel XX arrondissement di Parigi, ai limiti delle periferie «calde», dove si trova la redazione di Charlie Hebdo, settimanale satirico bête et méchant e dichiaratamente anti-clericale. La prima apparizione fu nel 1960, sotto il nome di Hara-Kiri, mensile fondato da François Cavanna e da Georges Bernier, alias Professor Choron. Dopo numerose incarnazioni, censure e resurrezioni, Hara-Kiri viene definitivamente proibito dal ministero dell’Interno nel 1969 per un famoso titolo sulla morte di Charles de Gaulle. Facendo eco ai titoli dei giornali che avevano commentato pochi giorni prima la tragica notizia di un incendio in discoteca che aveva provocato 146 morti, il giorno dopo la morte del generale de Gaulle nella sua casa di Colombay, Hara-Kiri esce col titolo: «Tragico ballo a Colombay: un morto». Il giorno dopo la polizia mette i sigilli sulla porta della redazione. Ma Cavanna, Topor, Wolinski e gli altri non si arrendono, e in una settimana trasformano il mensile Charlie con cui collaborano tutti, un giornale di satira e fumetti molto vicino al Linus italiano, in un nuovo settimanale: Charlie Hebdo. Incontro Gérard Biard, caporedattore del giornale, che mi racconta cosa significa in un paese già laico come la Francia fare della satira anticlericale. L’atmosfera della redazione mi riporta indietro di trent’anni, ai Linus accumulati sul divano nel salotto di mio padre, ai libri di Claire Bretécher che leggeva mia madre, insomma, al laicismo spensierato e impertinente della mia infanzia negli anni Settanta. Ma anche forse un po’ ingenuo: un laicismo basato su una razionalità progressista e un’idea di cittadinanza laica che, nel mondo globale di oggi, dove ci si dilania per difendere un pezzetto d’identità, sembra ormai difficile da proporre come posizione politica. La Francia è forse l’ultimo baluardo dell’universalismo dei valori laici, contro un comunitarismo ormai vincente quasi ovunque e forse più capace di rispondere alle esigenze di un mondo in cui nessuno si sente più cittadino di nessuna repubblica… Estremo passatismo o ultima resistenza? Lo chiedo a Biard, una generazione e mezzo almeno più giovane del mitico Cavanna, ma con lo stesso spirito. Condividiamo un ateismo ironico che mi fa sentire a casa, come se finalmente potessi con lui confessare pensieri che ormai sono fuori dal discorso ufficiale: chi ha il coraggio oggi di dire a una cena che credere all’immacolata concezione è una stronzata?

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TISA- Piano di privatizzazione di tutti i servizi

Pubblicato il 20 giugno 2014 su Temi e Riflessioni da Adam Vaccaro

Un trattato internazionale che potrebbe avere enormi conseguenze per lavoratori e cittadini italiani e, in generale, per miliardi di persone nel mondo, privatizzando ancora di più servizi fondamentali, come banche, sanità, trasporti, istruzione, su pressione di grandi lobby e multinazionali. Un accordo che viene negoziato nel segreto assoluto e che, secondo le disposizioni, non può essere rivelato per cinque anni anche dopo la sua approvazione.
L’Espresso è in grado di rivelare parte dei contenuti del trattato grazie a WikiLeaks, l’organizzazione di Julian Assange, che
lo pubblica in esclusiva con il nostro giornale e con un team di media internazionali, tra cui il quotidiano tedesco “Sueddeutsche Zeitung”. Una pubblicazione che avviene proprio in occasione dell’anniversario dei due anni che Julian Assange ha finora trascorso da recluso nell’ambasciata dell’Ecuador a Londra, come ricorda l’organizzazione.

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Intervista a Barbara Spinelli

Pubblicato il 17 maggio 2014 su Recensioni e Segnalazioni da Adam Vaccaro

Intervista a Barbara Spinelli

sul Manifesto del 16 maggio 2014

e su Pagine Online del 17 maggio 2014

Daniela Preziosi

I fermi di ieri a Bru­xel­les sono una cosa grave. Non c’era stata alcun tipo di vio­lenza da parte dei mani­fe­stanti. Mi torna in mente il rap­porto della JP Mor­gan del 2013, dove si sostiene che le Costitu­zioni più influen­zate dall’antifascismo vanno sman­tel­late per­ché difen­dono diritti troppo avan­zati, com­preso il diritto di pro­te­sta. La poli­zia di Bru­xel­les si è già ade­guata?». La prima telefonata con Bar­bara Spi­nelli, capo­li­sta di L’Altra Europa con Tsi­pras, è al mat­tino men­tre da Bruxelles arri­vano le noti­zie di 249 fer­mati fra i manifestanti con­tro il sum­mit delle Con­fin­du­strie. Fra loro un altro can­di­dato, Luca Casa­rini. Pro­viamo a scher­zare: era per cose come que­ste che qual­cuno dei promotori della lista non voleva Casa­rini? La rispo­sta è seria: «Sta­vano solo manifestando. Comun­que le con­danne per disob­be­dienza civile non sono un motivo di esclu­dere qual­cuno dalle nostre liste». Nel pome­rig­gio, per for­tuna, saranno tutti rilasciati.

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