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UNA LETTERA DA STRACCIARE

Pubblicato il 31 ottobre 2011 su Saggi Società da Adam Vaccaro

UNA LETTERA DA STRACCIARE

Con la lettera di Berlusconi a Bruxelles è stato imposto un nuovo giro di vite contro pensionati e lavoratori italiani. Queste manovre economiche oltre ad essere inique sono pure inutili: insistendo infatti con le cosiddette politiche di “austerità”, la domanda di merci, la produzione, l’occupazione, i redditi e quindi anche le entrate fiscali si ridurranno ulteriormente, per cui diventerà sempre più difficile rimborsare i debiti. In questo modo si scivola verso la recessione e la depressione economica, che comporta un calo del prodotto interno lordo, e alla fine il rapporto debito/pil sarà addirittura aumentato, e anziché contrastare la speculazione finanziaria, si finirà per alimentarla. È proprio a causa di tali politiche che la Grecia è già tecnicamente fallita, e proseguendo lungo questa via anche l’Italia, col Portogallo e la Spagna, finirà per incamminarsi verso un inesorabile default

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Toxic asset – toxic learning – Sergio Bologna

Pubblicato il 20 novembre 2008 su Temi e Riflessioni da Adam Vaccaro

SERGIO BOLOGNA
Toxic asset – toxic learning
Nello spirito del ’68 – senza nostalgie né tormentoni

dopo un incontro all’Università di Siena, organizzato dal Centro ‘Franco Fortini’ nella Facoltà di Lettere occupata, il 6 novembre 2008)

State vivendo un’esperienza eccezionale, l’esperienza di una crisi economica che nemmeno i vostri genitori e forse nemmeno i vostri nonni hanno mai conosciuto. Un’esperienza dura, drammatica, dovete cercare di approfittarne, di cavarne insegnamenti che vi consentano di non restarvi schiacciati, travolti. Non avete chi ve ne può parlare con cognizione diretta, i vostri docenti stessi la crisi precedente, quella del 1929, l’hanno studiata sui libri, come si studia la storia della Rivoluzione Francese o della Prima Guerra Mondiale. Ho letto che l’Ufficio di statistica del lavoro degli Stati Uniti prevede che nel 2009 un quarto dei lavoratori americani perderà il posto. Qui da noi tira ancora un’aria da “tutto va ben, madama la marchesa”, si parla di recessione, sì, ma con un orizzonte temporale limitato, nel 2010 dovrebbe già andar meglio e la ripresa del prossimo ciclo iniziare. Spero che sia così, ma mi fido poco delle loro prognosi. Torno da un congresso che si è svolto a Berlino dove c’erano i manager di punta di alcune delle maggior imprese multinazionali, con sedi in tutto il pianeta, gente che vive dentro la globalizzazione, che dovrebbe avere il polso dei mercati, gente che tratta con le grandi banche d’affari e con i governi. Mi aspettavo un po’ di chiarezza, qualche prognosi meditata. Balbettii, reticenze, sforzi per minimizzare, qualcuno che fa saltare la conferenza all’ultimo minuto perché richiamato d’urgenza. Pochissimi quelli che hanno parlato chiaro dicendo che la cosa è molto seria, che nessuno sa come andrà a finire e che le conseguenze potrebbero essere catastrofiche.

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