Pubblicato il 16 maggio 2020 su Temi e Riflessioni da Adam Vaccaro
Testi e contributi al tempo del Coronavirus – VI
Proseguiamo con questa sesta serie di contributi, dopo la prima, la seconda, la terza, la quarta e la quinta del 21 marzo, del 27 marzo, del 10 aprile, del 16 aprile e del 5 maggio scorsi.
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In questo VI post sull’argomento, con testi che, alla sensibilità del poièin affiancano riflessioni sulla logica dominante del sistema economicosociale in atto.
Che sia evidente l’invisibile presenza del virus è superfluo ribadirlo. Ma nel corso di questi ultimi mesi è diventato altrettanto evidente un utilizzo del virus teso a esasperare un’atmosfera di sudditanza e paura, da parte dei poteri in atto, dal Governo ai grandi mass-media. Perché? Sono fantasie paranoiche fiorite dalle chiusure, dagli isolamenti e dalle limitazioni imposti ai diritti sospesi, consueti e garantiti dalla nostra Costituzione? O hanno qualche ragione e fondamento, evidenziati da giornalisti, osservatori, docenti e cultori di varie discipline? Un esempio di tali considerazioni è un articolo – tra i contributi che seguono – è quello di Giorgio Agamben, filosofo e docente emerito alla Sapienza di Roma.
Un altro è l’articolo del poeta Giuseppe Conte (solo casuale omonimia con l’attuale capo del Governo), cui segue il contributo reso al Senato dal prof. Alessandro Meluzzi (vedi link).
Ma sono anche tante altre evidenze – anche della cronaca – che spingono a confermare le ipotesi di una strumentalizzazione. È indubbio che – fino a quando saremo chiusi in casa – tutte le carenze dei governanti e le sofferenze dei governati, sono insuperabili e bloccati come da una lastra di ghiaccio sull’acqua gelida delle nostre paure.
Così, il nostro stato ansioso non fa che aumentare, anche se i governati ci innaffiano di parole rassicuranti. Perché, nel contempo, dei miliardi di sostegni economici promessi arriva poco o nulla. E, mentre siamo chiusi agli arresti domiciliari, siamo sommersi da opinioni dell’esercito del mainstream, corredati magari da foto vere o falsificate di comportamenti contrari ai dettami, oltre che da dati “scientifici” e possibili scenari peggiorativi prospettati da esperti garantiti nelle vesti di scienziati. Quello che rafforza le percezioni di un regime strumentale, è il coro monocorde dei media prevalenti, che escludono ogni ipotesi contraria, censurata o – se accolta – subito bollata come complottista e destituita di ogni credibilità.
Mentre, dunque, prosegue il ballo con mascherine di una difesa ideologica della salute, la struttura economica complessiva e milioni di Italiani sono lasciati in una condizione di crescente disperazione. È tale condizione che richiede forme di controllo sociale rigido e autoritario. Se gli Italiani continueranno a fare la rana immobile e bollita (come quella evocata da Chomsky) in questa pentola a fuoco lento, i problemi e le prospettive possono diventare devastanti. A vantaggio però di interessi (basta leggere i dati economici internazionali) che vogliono dare un colpo mortale agli Italiani già impoveriti. E, chi vuole, si consoli con accuse di complottismo, sovranismo…e altre etichette del mainstream.
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