Su “Geometrie scalene” di Laura Cantelmo
LE ARMONIE A VENIRE
Su Geometrie scalene di L. Cantelmo
Roberto Caracci
Una geometria scalena è una armonia discorde in cui la bella forma, la compiutezza, la misura ideale delle cose o di una vita, non sono dati una volta per tutte ma devono essere conquistate. La stessa vita, per Laura Cantelmo, sembra essere come la lenta e accidentata conquista di una misura, una peripezia attraverso i lati diseguali dell’esperienza, alla ricerca di una quadratura del cerchio difficile come il raggiungimento della saggezza e di quella maturità che già per Shakespeare era tutto. Dinanzi alla complessità sfaccettata, frantumata e disomogenea del vissuto, il poeta non può che tracciare linee di rappresentazione sghembe, sbilenche (archiviata a forza la lotta/è in rotta questa vita sghemba…), scatti di foto in corsa affidati allo spazio-tempo e alla fortuna, segni di confine improbabili e provvisori come nella mappatura di un campo esposto alle intemperie dell’aperto e della storia di coloro che vi passano sopra. Spesso, come suggerisce Adam Vaccaro nell’introduzione, il modello di reazione a questa pressione del vissuto non può essere che quello dell’urlo, ma di un urlo- diremmo noi- che lotta non solo contro le bruttezze e le violenze della realtà presente, del paesaggio e della storia, anche per ritrovare un suo ritmo, una sua cadenza, e diventare canto, epos, racconto.
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