Alfredo de Palchi

Ad Alfredo De Palchi

Pubblicato il 10 agosto 2020 su Senza categoria da Adam Vaccaro

Dobbiamo purtroppo comunicare un’altra dolorosa perdita di questi ultimi anni:
ALFREDO DE PALCHI ci ha lasciati!

Non è stato per me solo un Paradigma esemplare della poesia che cerco, è stato prima di tutto un esempio di uomo e un grande amico. I nostri colloqui telefonici attraverso l’oceano si erano ultimanente forzatamente interrotti e mi mancheranno, ma rimarrà tutto il resto che i nostri scambi ci hanno regalato!
Allego qualche immagine e materiali vari, in particolare un testo critico a lui dedicato nell’Antologia Passione Poesia, presentato con Milanocosa e i curatori (L. Cannillo, S. Aglieco e N. Iacovella) nel 2017 alla Sala del Grechetto della Biblioteca Sormani di Milano.

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Saggio sulla poesia di Alfredo de Palchi

Pubblicato il 16 marzo 2017 su Recensioni e Segnalazioni da Adam Vaccaro

Giorgio Linguaglossa, La poesia di Alfredo de Palchi – Quando la biografia diventa mito (L’anello mancante del secondo Novecento)

Edizioni Progetto Cultura, 20127 – 141 pag., 12 €

È un libro di sicuro interesse per ogni appassionato di Poesia. Perché l’autore ci offre, attraverso l’esame della poesia di de Palchi, un percorso di riflessione critica sulle diramazioni espressive che hanno caratterizzato la scrittura poetica dell’ultimo mezzo secolo. Dalle sponde dell’Ermetismo al Neorealismo, dagli sperimentalismi e ideologismi della Neoavanguardia alle varie forme di Minimalismo. Dall’esaltazione del segno-lingua a quella del soggetto-io (mentre si decantava ideologicamente la sua riduzione) e degli oggetti. Rispetto a questa serie di teorizzazioni e formalizzazioni, Linguaglossa fa risaltare l’anomalia e, anzi, “l’estraneità” di de Palchi, “senz’altro il più asintomatico del secondo Novecento”, “una individualità esasperata, un tragitto destinale che diventa il percorso della parola poetica”.

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Per i 90 anni di Alfredo de Palchi

Pubblicato il 14 dicembre 2016 su Saggi Poesia da Adam Vaccaro

Su L’ombra delle Parole – Rivista internazionale – Un saggio di Adam Vaccaro

Dettami e Risorse del Paradigma di de Palchi

Testo critico di Adam Vaccaro inserito nel volume antologico appena uscito, a cura di Sebastiano Aglieco, Luigi Cannillo, Nino Jacovella, Passione Poesia, CFR Ed., Milano, novembre 2016

Due nomi subito connessi alla scrittura di Alfredo de Palchi: François Villone ArthurRimbaud. Del primo troviamo anche sentenze poste in esergo – la prima, Ce monde n’est qu’abusion. E di Rimbaud, richiamato pure in qualche testo, ricordo che sottolineava l’importanza del punto di partenza, umano o creativo, infernale o no. L’età adulta di de Palchi inizia nell’immediato dopoguerra in modo orribile, con anni di carcere e sevizie, per accuse di crimini poi risultate infondate. Impossibile immaginare sofferenze e segni inferti al Soggetto Storicoreale (SSR) in quel cupo recinto di spazio-tempo. Abbiamo però i versi che vennero graffiati, prima su muri ignobili e poi trascritti su carta dal Soggetto Scrivente (SS). Versi de La buia danza di scorpione (1947-1951), parzialmente in Sessioni con l’analista (1967), interamente in The Scorpion’s Dark Dance (California 1993) e infine in Tutte le poesie 1947-2005 di Paradigma (Mimesi-Hebenon 2006), cit. PT, e in Selected Poems 1947-2009 di Paradigm (Chelsea Ed., 2013), cit. PA.

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I 90 anni di Alfredo de Palchi

Pubblicato il 13 dicembre 2016 su Saggi Poesia da Adam Vaccaro
Su L’ombra delle Parole – Rivista internazionale Un saggio di Antonella Zagaroli

Alfredo De Palchi potrebbe definirsi un crogiuolo di esperienze umane e artistiche, la sua poesia un unicum delle une e delle altre nonché una tantum nel panorama letterario italiano. È a mio avviso cioè una singolarità italiana che precede il pensiero occidentale contemporaneo e anche futuro.

La vita e l’espressione artistica si fondono in lui in modo indissolubile come è sempre avvenuto per ogni autentico artista spesso dai suoi contemporanei isolato, tenuto da parte perché non integrabile nella generalità che li accomuna. Sonia Raiziss sua sublime traduttrice e compagna di vita per un lungo periodo ebbe a precisarlo in modo molto netto: “With Alfredo De Palchi the poet is the man. What he has known, what is has lived, is what he writes(…) The poet is the sufferer and the experience is the metaphor closest to itself.

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