A. Vaccaro

Incontro con Paolo Valesio

Pubblicato il 27 gennaio 2020 su Eventi Suggeriti da Adam Vaccaro

Blog di Donatella Bisutti

Invito Incontro Paolo Valesio

Cari Amici,
il prossimo mercoledi 5 febbraio alle ore 17e 30 avrà luogo alla Sormani Sala del Grechetto un incontro importante. Verrà a trovarci da Bologna il professor Paolo Valesio, professore emerito della Columbia University e presidente del Centro Studi Sara Valesio, nonché direttore della prestigiosissma rivista internazionale Italian Poetry.

Ma in questo caso Valesio viene in veste di Autore di due raccolte poetiche, una delle quali, Il servo rosso, edito da Puntoacapo, è stata curata da un’altra importante studiosa, che sarà anch’essa presente, la professoressa Graziella Sidoli, che vanta un curriculum internazionale. Tra i relatori, oltre a me, anche Tomaso Kemeny e Adam Vaccaro.

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Anticipazioni – Anna Maria Carpi

Pubblicato il 15 gennaio 2020 su Anticipazioni da Adam Vaccaro

Anticipazioni
Vedi a: https://www.milanocosa.it/recensioni-e-segnalazioni/anticipazioni
Progetto a cura di Adam Vaccaro, Luigi Cannillo e Laura Cantelmo – Redazione di Milanocosa

*****

Anna Maria Carpi

Inediti della raccolta Dal carcere
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Con un commento di Adam Vaccaro

***
Nota dell’Autrice

Poesia colloquiale, che interroga il lettore: hai provato le stesse cose? ma interroga anche se stessa sul proprio senso.

Anna Maria Carpi

1
DI PENSIERI E RICORDI qui io vivo,
e del corpo, del mio,
è la cosa più astratta che ci sia,
ma anche la sola in cui io possa credere.
Tante volte ho amato un altro corpo,
un’estasi, l’ho avuto ed era mio,
due che si fanno uno,
ma nulla è più irreale della carne.
Non è la mente, sono i corpi a dire
come si è soli.

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Per Fabrizio Bianchi

Pubblicato il 28 dicembre 2019 su Resoconti Esperienze da Adam Vaccaro

Fabrizio Bianchi, con la sua improvvisa e imprevista scomparsa, mi lascia molto addolorato. Ne ricordo la disponibilità, la dedizione discreta e fattiva con cui ha contribuito alla realizzazione di importanti iniziative culturali. Tra queste ricordo ovviamente gli anni in cui ha offerto una rilevante collaborazione a Milanocosa. Ma, altrettanto, in ruoli anch’essi di primaria importanza, per la Rivista Le Voci della Luna di Bologna, e infine, non per minore rilievo, pubblicazioni editoriali di singoli autori e di antologie, quale l’ultima, Passione Poesia.
Una perdita umana e culturale preziosa, tra quelle che rimarranno presenti nella nostra memoria.
Adam Vaccaro

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Tra Lampi e Corti – Presentazione Roma

Pubblicato il 23 dicembre 2019 su Eventi Milanocosa da Adam Vaccaro

Biblioteca Nelson Mandela

Via La Spezia 21 – 00182 Roma

Giovedì 9 Gennaio 2020 – ore 17,30

Donato Di Stasi e Francesco Muzzioli

in collaborazione con Associazione Culturale Milanocosa

presentano

Tra Lampi e Corti

di Adam Vaccaro

Marco Saya Edizioni

poesie tra fotografia e cinema

La ricerca di Adam Vaccaro focalizza con questo libro due forme espressive che caratterizzano l’epoca moderna, traendone per la propria poesia comunicazione e pensiero critico,

attraverso lampi di immagini e brevi narrazioni dell’epica del quotidiano ignoto.

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Auguri 2020

Pubblicato il 4 dicembre 2019 su Temi e Riflessioni da Maurizio Baldini

Auguri 2020

Milanocosa

Per un attimo il cielo 

ti sembra a volte cadere che

pare smarrito il suo invito a salire.

Ma è solo un attimo – la tua isola lo sa!

Adam Vaccaro

Anticipazioni – Liliana Zinetti

Pubblicato il 15 novembre 2019 su Anticipazioni da Adam Vaccaro

Anticipazioni
Vedi a: https://www.milanocosa.it/recensioni-e-segnalazioni/anticipazioni
Progetto a cura di Adam Vaccaro, Luigi Cannillo e Laura Cantelmo – Redazione di Milanocosa

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Liliana Zinetti

Inediti 2019
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Con un commento di Adam Vaccaro

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Nota dell’Autrice
Sì è parlato, si parla tanto della poesia che il rischio di cadere nel risaputo è alto. La poesia si fa, semplicemente. Sempre al limite, sfidando i nostri limiti, a un passo dall’abisso. Si fa per amore, per sentire e per sentirsi.

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Il Ventilabro di Francesco De Napoli

Pubblicato il 12 novembre 2019 su Recensioni e Segnalazioni da Adam Vaccaro

Francesco De Napoli, VENTILABRO-Scotellariana

Graphisoft Edizioni, Roma 2019

Questo libro di Francesco De Napoli è un denso poemetto che prova a tradurre in versi la terra desolata, esteriore e interiore, focalizzata da un punto di sguardo posto nel Sud. Ne deriva una forma di lucida dolorosa denuncia civile interconnessa a una mancata paideia – nome e stella polare della Rivista e del Centro Culturale di Cassino, che l’Autore dirige da decenni – che purtuttavia è valore di una funzione formativa imprescindibile, assegnato all’esercizio letterario in genere, e al poiein in particolare. È il valore centrale che diventa fonte di forma, esplicitata da titolo e sottotitolo.
Ventilabro era la pala di legno usata dai contadini per ventilare il grano e separarlo dai residui superflui – metafora e simbolo dunque della capacità umana di distinguere valore e disvalore, trasmessa dall’esperienza della coltura della terra, radice di una cultura che con tutti i suoi limiti riusciva a tradursi in una koinonia antropologica, non arresa alle folate distruttive del vento della storia. È una concezione nel solco dei maggiori poeti moderni – da Leopardi a Eliot –, alieni da purezze parnassiane e intimismi spirituali, che coltivano una forte connessione con l’interesse collettivo degli ultimi, da cui possono derivare tensione a mettere in comune entro, appunto, la visione di una funzione formatrice.
Il sottotitolo richiama Rocco Scotellaro, modello espressivo radicato nel territorio di cui si fa voce e pensiero critico tutt’affatto localistico. De Napoli ne trae magistero e linfa per aprirsi a una riaffermazione dei più alti valori antropologici, attraverso una lunga serie di Voci rimaste pressoché inascoltate, qui evocate e incastonate nei versi con cognome e nome – Fortunato Giustino, Martino Antonio, Levi Carlo, De Martino Ernesto, Silone Ignazio, e Popia Antonio, Sinisgalli Leonardo ecc., per citarne alcuni – a imitazione delle elencazioni burocratiche e della relativa lingua ingessata. Che però dal testo viene denegata e ribaltata in sensi opposti, rovesciandone i moduli come una clessidra.
È un filamento delle scelte di stile di questo testo, che punta il dito sul linguaggio formalistico di chi ha gestito in modi ignobili la vicenda storicosociale italiana negli ultimi decenni. E articola una trama che conduce alle devastazioni di cui il testo fa come un inventario-rendiconto di quella che opportunamente è stata qualificata una catastrofe antropologica. Uno sbocco che non è piovuto casualmente dal cielo, ma ha padri e madri terreni, eroi del trionfo ideologico e finanziario del modello globale neoliberista.
Riuscire a dare forma di canto a temi che abitano poli come quelli suddetti è la scommessa difficile, su cui si è misurato Francesco De Napoli con questo poemetto – ma anche, peraltro, in tutto il suo percorso espressivo, Estraiamone qui alcuni stralci esemplificativi:
“La terra noi consumiamo da protervia/ infame appagati, indegni e vili mietitori,// dissipatori incauti di memorie e valori/ senza espiazione né remissione”. Sono i primi quattro versi, che danno il là alla tessitura testuale, tutta in distici” (p.11).
“Difficile riconoscere/ / la mala pianta che ammorbati letarghi/ intacca d’innocenti votati alla mattanza/ … sui fianchi franosi del Vulture ferrigno”. “”Poesia inesauribile dei castighi e delle fughe,/ ogni traguardo pare inibito alla speranza” (pp.12-13).
Ma con “la mia brilla e languida lamentazione…/ Scoprii disfatte ma ostili le antiche radici” (p.15) a “le trame del potere e le spire della piovra” (p.22), “tra i pidocchi rumorosi/ del capitale,,, Rocco,/ prova tu a pronunciare il tuo nome” (p.23), in “rime/ d’un arcaico rivoluzionario sentire” (p.24).
Si dipana, insomma, e declama un cantico dei conti e del vento di un autunno avverso, che non può tacere e lancia appelli per una disperata ricerca di salvezza umana. Sia pure nella coscienza del proprio “inutile, pletorico e patetico…querelare gramo”, contro il “risolino ebete dei santocchi annoiati,/ l’ironia condita d’un perbenismo ricercato” (p.19).
Dunque, benché senza illusioni il poeta risponde, tra accenti di umiltà autoironica, alla necessità di testimoniare la propria resistenza e il suo rifiuto: “L’incoscienza del poeta non avanza né arretra” (p.23), alimentata anche dallo sguardo fascinato dalla sua terra di origine; “A strapiombo sul mondo sono i picchi e i dirupi/ del lucano Appennino: lassù davvero ti cinge// dell’universo il mistero. Avvinto fissi luna e stelle/ sinistre e confidenti, castigate e incombenti” (p.38).

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BookCity 2019: Tra Lampi e Corti – Adam Vaccaro

Pubblicato il 29 ottobre 2019 su Eventi Milanocosa da Maurizio Baldini

Casa delle Arti – Spazio Alda Merini
Via Magolfa 32, 20143 Milano

16 novembre 2019 – H 14.00


Associazione Culturale Milanocosa
E
Marco Saya Edizioni
presentano

Tra Lampi e Corti

di Adam Vaccaro
poesie tra fotografia e cinema
La ricerca di Adam Vaccaro focalizza con questo libro due forme espressive che caratterizzano l’epoca moderna, traendone per la propria poesia comunicazione e pensiero critico, attraverso lampi di immagini e brevi narrazioni dell’epica del quotidiano ignoto.

Dialogano con l’autore
Eleonora Fiorani, Gabriella Galzio e Vincenzo Guarracino

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Il Breviario di Gabriella Galzio

Pubblicato il 17 ottobre 2019 su Scrittura e Letture da Adam Vaccaro

Il velo la veste e le risposte di Gabriella Galzio
In Breviario delle stagioni, Agorà &Co Ed, 2019
Adam Vaccaro

Viene detto abitualmente, nel circuito ristretto degli addetti e appassionati di poesia, che ad essa non compete dare risposte ma solo, o soprattutto, fare domande. Col suo ultimo libro Gabriella Galzio conferma invece anche su questo la sua specificità anomala, perché offre con testi poetici e notazioni collaterali, sia domande aperte, che personali stimolanti risposte.
È un atteggiamento generale di responsabilità della scrittura, che va oltre la propria soggettività, e ricerca forme che riescano a mettere in comune (caro non solo ad Antonio Porta) riflessioni e percezioni, disagi e gioie del nostro vivere qui e ora. È ricerca di una poesia che non sia gesto appartato e appagato di sé, ma lingua condivisa “che finalmente possa parlare a un comune lettore…insperato dono della poesia, che pure mantiene i suoi segreti di tèchne” (p.117). È dunque un esercizio tutt’altro che naif, ma di elevata coscienza della complessità costitutiva del poièin e del suo farsi:
“Oggi ho mangiato pane e neve/ viola e violino…/ nella bianca fontana…nella madia di Vesta, nel quieto velo” (p.12); sogno una poesia/…candore di pane” (p.13); sono i primi versi del libro, in forme di lampi e musica lenta, frammenti e briciole, di un Pollicino che vuole ritrovarsi e farsi ritrovare in un velo che qui è forma e sostanza di poesia. È un candore-tensione di apertura e ricerca di calore e nutrimento, con immagini di neve congiunte a pane (ricordiamo la sentenza contadina, sotto la neve pane), primo alimento che sa beffarsi della morte mentre muore in bocca, perché sa che solo morendo può (ri)farsi corpo vivo.
È dunque l’innesco di un piano di complessità metamorfica, interminabile, di clessidra che continua a rovesciarsi. Di un tempo fuori da ogni delirio di tempo lineare. E il biancore donato da neve-pane non è qui immagine retorica, tantomeno maschera, ma velo adiacente, distinto ma non distante, dalla carne e dall’anima di chi scrive.
Sono sequenze strettamente connesse tra corpo operante (relazioni, emozioni, gesti della prassi vitale) e gesto scrivente, che pur sapendo di elaborare altro dal corpo, fa cantare e vincere la gioia di farne corpo ulteriore del proprio corpo. La poetica adiacente di Gabriella è lucidamente esposta e concentrata in luminose sintesi: “stai nella forma, stai nel grande velo”, “nel cuore il velo”, quindi è poesia in cui carne e carta tendono a essere con-fuse, perché sa che solo così ricrea gioia e conoscenza, meglio, gioia della conoscenza: “sii al velo grato, sii beato” (p.16).

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Arthur Rimbaud e La Scapigliatura Milanese

Pubblicato il 11 ottobre 2019 su Eventi Milanocosa da Maurizio Baldini

Via Laghetto 2 – Milano
L’Associazione Culturale Milanocosa
Presenta

28 ottobre 2019 – ore 17,30

Attraverso Milano

Staffette letterarie e artistiche
Idea-Progetto e coordinamento di Luigi Cannillo
Elaborazione e definizione con Laura Cantelmo e Adam Vaccaro
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Tra letterati e artisti che sono passati per Milano, o vi hanno soggiornato per periodi brevi, e altri, che invece vi hanno vissuto gran parte della loro vita, si possono creare relazioni creative anche tramite luoghi della città. Come ideali staffette che attraversano Milano nel tempo e nello spazio.
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