Anticipazioni – Antonella Bukovaz
Anticipazioni
Vedi a: https://www.milanocosa.it/recensioni-e-segnalazioni/anticipazioni
Progetto a cura di Adam Vaccaro, Luigi Cannillo e Laura Cantelmo – Redazione di Milanocosa
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Antonella Bukovaz
Inediti
Con nota di lettura di Laura Cantelmo
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Nota di poetica
Il mio è verso libero, e lungo. Narro, come fosse una storia, gesti e vicende e cose. La poesia breve solitamente la tengo per me. Mi serve per restare tra parole che incespicano, riluttanti al ritmo, notturne e inutili. Le rileggo spesso e sempre le boccio e mai le cancello. Ma ora vivo un tempo stranito, non sento i confini, io, donna cresciuta qui, con Caporetto alle spalle. Le coordinate geografiche e politiche saltano continuamente sotto questo immutabile cielo.
Anticipazioni – Andrea Lanfranchi
Anticipazioni
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Progetto a cura di Adam Vaccaro, Luigi Cannillo e Laura Cantelmo – Redazione di Milanocosa
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Andrea Lanfranchi
Quattro inediti da Esodo
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Nota di lettura di Luigi Cannillo
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Nota di poetica
Scrivere, scrivere come un matto, direbbe il caro Luigi Di Ruscio, scrivere follemente con le dita che picchiano la loro musica sulla tastiera e con gli occhi aperti sul mondo, sulla complessa e controversa realtà delle cose. Scrivere per interpretare lo sguardo di chi si ha di fronte, o quello dell’animale portato al macello – scrivere, e dunque, ESSERCI! La poesia è erpice e terra, scava e si scava, è nella realtà e dunque oggetto di conoscenza e al contempo strumento di quella stessa conoscenza. È il ferro che ci inchioda alla nostra stessa croce anche quando i chiodi sono infissi nel corpo dell’altro. Il poeta può evocare il mondo o reinventarlo, immaginare, come dice Simone Weil ne Il peso e la grazia, di aggiungere peso laddove ne manchi affinché i due piatti della bilancia si riequilibrino e la poesia assolva al suo unico scopo – ammesso che ne abbia uno – e cioè di risarcire in qualche modo una mancanza. Questa osservazione, e questa posizione umana che rubo allo ieratico Heaney nel suo La riparazione della poesia, la faccio mia.
Lascio a questo luogo di pensiero, quattro brani tratti da una mia silloge inedita intitolata Esodo, nei cui testi, inizialmente destinati a un progetto per il teatro poi naufragato, tento di adottare una voce corale che vorrebbe raccogliere le voci dei contemporanei profughi di guerra. Ciò mi fa riflettere sul fatto che scrivere significa anche guardare dal lato che apparentemente non ci appartiene, e certe volte, se vogliamo, anche dal lato sbagliato.
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