Materiali menti e mondi-G.M. Poesia 2010 – Programma
La casa rotta di Annelisa Alleva, edizioni Jaka Book, 2010
Un discorso tenacemente abbarbicato al quotidiano – i numeri di telefono, le scale, il vento – e contemporaneamente squarciato scenario per l’intervento altrui attraverso cui irrompe il mito: “ e opponi il tuo vento che soffia e lancia/ frecce contrarie in direzione di Spagna”. Il quotidiano è reso imperfetto non solo da tale confronto, ma da una costante indagine che scopre macchie, peluria, malattia sulla superficie e dentro le cose. Non è che un passo e la voragine si spalanca: nulla è ciò che appare, tutto è in guerra con tutto e certo ostacola il cammino a chi vorrebbe costruire la propria felicità o almeno adattarsi a ciò che lo circonda.
Memoria e presente
Seguono alcune citazioni e prese di posizione, utili a riflettere, sulla nostra storia e sui segni gravi del declino in corso. Sulla responsabilità di tutti che, come sempre, riguarda il che fare
A.V.
“Carattere del popolo italiano che si può chiamare “apoliticismo”. Questo carattere, naturalmente, è delle masse popolari, cioè delle classi subalterne. Negli strati superiori e dominanti vi corrisponde un modo di pensare che si può dire “corporativo”, economico, di categoria, e che del resto è stato registrato nella nomenclatura politica italiana col termine di “consorteria”, una variazione italiana della “cricca” francese e della camarilla spagnuola (..). Una varietà di questo “apoliticismo” popolare è il “pressappoco” della fisionomia dei partiti tradizionali, il pressappoco dei programmi e delle ideologie. Perciò anche in Italia c’è stato un “settarismo” particolare, non di tipo giacobino alla francese o alla russa (..). Il settarismo negli elementi popolari corrisponde allo spirito di consorteria nelle classi dominanti, non si basa su principi, ma su passioni anche basse e ignobili e finisce coll’avvicinarsi al “punto di onore” della malavita e all’omertà della mafia e della camorra. […] Il “sovversivismo” popolare è correlativo al “sovversivismo” dall’alto, cioè al non essere mai esistito un “dominio della legge”, ma solo una politica di arbitrii e di cricca personale o di gruppo.”
Messaggio
Lettera di scrittori-scrittrici, giornaliste/i e blogger contro il razzismo a sostegno del primo marzo, “una giornata senza di noi”
Noi scrittori e scrittrici migranti e stanziali, giornaliste/i, blogger che operano in Italia abbiamo deciso di aderire alla giornata del primo marzo, “una giornata senza di noi”, rendendoci visibili attraverso la scrittura, impegnandoci a creare, diffondere ed elaborare occasioni per promuovere in maniera pubblica la riflessione attraverso scritti che affrontino le tematiche espresse in questa giornata. Ci impegniamo già fin da ora a creare un fondo di testi che sarà accessibile nella pagina web del Comitato Primo Marzo e forniamo come esempio i due testi che seguono:il primo, la lettera dei lavoratori africani di Rosarno, riunitisi in assemblea a Roma alla fine di gennaio, e il secondo, stralci dalla lettera aperta ai calabresi dell’antropologo calabrese Vito Teti, in risposta ai drammatici fatti di Rosarno:
SMERILLIANA.
Luogo di civiltà poetiche – Librati, n. 10 – 2009, pagine 493, euro 20.
Di Franco Romanò.
È un compito difficile ma molto gratificante quello di recensire una rivista come Smerilliana, per la quantità e la qualità della proposta, un libro vero e proprio, un annuario piuttosto che una rivista tradizionale, di cui però mantiene alcuni aspetti inconfondibili, a cominciare dal formato e dalla copertina che è sempre la riproduzione di un quadro intero o di un suo frammento e costituisce fin dal primo numero un tratto distintivo che il lettore riconosce subito, prima d’iniziare a sfogliarla.
UOMINI DI ONORE di Beppe Puntello
Manni Editore, Lecce 2009, pp.496, 25 euro
È più che un romanzo Uomini di onore, da poco edito dall’editore Piero Manni di Lecce. È la densa epopea di una casta, quella appunto degli “Uomini d’onore” del titolo, in via di estinzione sullo sfondo di un’arcaica e molto vera Sicilia tardoottocentesca, metafora e incarnazione dell’Italia del nostro oggi con i suoi problemi irrisolti (e forse perfino irrisolvibili): un’epopea che prende corpo in un libro che potrebbe a buon diritto ambire ad essere considerato un vero e proprio caso letterario, se soltanto i canali della promozione e della divulgazione non fossero così miopi.
Seguono i brani del poemetto Airone, letti con grande adeguata, da Patrizia Valduga al Convegno Il giardiniere contro il becchino – Memoria e (ri)scoperta di Antonio Porta, (Biblioteca Sormani, Milano 9/12/ 2009). In calce ai testi una nota scritta in proposito nel 1998 da Giovanni Roboni, all’uscita delle Poesie 1956 – 1988 di A. P. negli Oscar Mondadori, a cura di Niva Lorenzini.
A.V.
Airone
1. (27.7. 79, premessa, a lei)
come se il mio ventre covasse una bomba
il sentimento, il terrore della perdita
Commenti recenti