Auguri 2024
Auguri 2024
di voli ritrovati
Milanocosa
Si libra libero
fantasma alieno che
traspare ignoto e resiste
Adam Vaccaro
Milanocosa
Si libra libero
fantasma alieno che
traspare ignoto e resiste
Adam Vaccaro
Anticipazioni
Vedi a: https://www.milanocosa.it/recensioni-e-segnalazioni/anticipazioni
Progetto a cura di Adam Vaccaro, Luigi Cannillo e Laura Cantelmo – Redazione di Milanocosa
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Flora Lalli
Inediti
Angiulina, Esilio e Analessi
Con nota di lettura di Laura Cantelmo
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Nota di Poetica
La mia poesia nasce all’improvviso, con versi che seguono un ritmo, quasi fossero accompagnati da una musica. Spesso cela la nostalgia di un’altra dimensione per cui la vita possa trovare un senso. I momenti di stupore, di entusiasmo, di malinconia, anche i più semplici, sono sempre alla ricerca di qualche elemento di rivelazione…
L’Uno e il Molteplice
Antonella Doria, Conversazioni sull’Orizzonte, Book Editore, Riva del Po (Ferrara) 2023
Adam Vaccaro
In questo libro ritrovo, esaltata, la passione di ricerca che da sempre anima, incarna e intreccia la scrittura poetica di Antonella Doria. È una passione che si svolge nel tempo e nello spazio, tra storia minima e totale, che mette al centro le vittime con sconvolta pietas di amore e rabbia. È passione tra coscienza di una classe lavoratrice sempre più ridotta in briciole e riaffermazione dell’identità femminile, fuori da nominalismi retorici che nulla dicono su scempi e commerci del corpo, decantati dalla libertà ideologica del neoliberismo trionfante.
IN VIAGGIO con
BENVENUTI!!!
(istruzioni per un viaggetto a Parigi)
di Fausta Squatriti
fabio d’ambrosio editore, 2022
di Luigi Cannillo
Viene proprio la curiosità di andarci, nella Rue Meynadier, nel XIX Arrondissmentt di Parigi. Al numero 7 si trova l’appartamento, “la casina” protagonista del romanzo di Fausta Squatriti. Da lì aggirarci nei dintorni, prendere le Metro, visitare la città. È questa la casa che ospiterà la coppia di turisti ai quali la proprietaria si rivolge prima del viaggio con una lunga dettagliata lettera di istruzioni e considerazioni di varia natura.
Mai come in questi casi la letteratura è simulazione, non tanto perché il dipanarsi della trama sia sempre, almeno in parte, fiction ma perché qui le dimensioni di spazio e di tempo si dilatano ulteriormente, con contrazioni e ripiegamenti, slanci e picchiate. Così dall’appartamentino che offre l’occasione per il contatto epistolare veniamo proiettati nei quartieri di Parigi, e, oltre i confini della città, nella citazioni di altri luoghi e spazi, altri viaggi. Per quanto riguarda l’asse temporale il tempo effettivo/simulato per la scrittura e la lettura della lettera si articola e diventa entità letteraria autonoma: “Bene arrivati nella casina! Vi basterà aprire la finestra, anche se di sera sarà difficile farvi un’idea di quello che immaginate, e quel poco che c’è davvero.”
In questa dimensione, sospesa tra reale e immaginario, il presunto specifico viaggio con le visite e gli spostamenti si intreccia con episodi relativi al vissuto personale della padrona di casa, forme di flashback o retroscena insieme a proiezioni nel futuro nelle previsioni di necessità e ipotesi successive. Tutto questo anima in modo brillante le dinamiche spaziotemporali, episodi e memorie inattese.
Il contenuto della lettera alterna istruzioni, ricordi e riflessioni portando in primo piano i particolari, i dettagli legati per esempio a un capo d’abbigliamento o la scatola dei bottoni, le scanalature dei mobili o perfino la carta igienica. Così si materializzano oggetti con la loro storia e trascendono la propria materia per evocare persone e vissuti. La cura del dettaglio posto sotto una lente d’ingrandimento è uno degli elementi che caratterizzano la narrazione come rovesciando a più riprese un binocolo, relativizzando gli eventuali dispiaceri vissuti e esaltando ciò che sembrerebbe secondario: “Non sapevo come utilizzarlo, e non lo so neppure adesso, quel quarto di tappeto, immagino frutto di un’equa divisione tra eredi […] Ci sarebbe da scriverci una novella…”.
Ma questa ipotesi di spin-off non è l’unico aspetto analitico del romanzo. La meticolosità delle istruzioni sfiora l’ansia di controllo, prende in considerazione tutte le situazioni che si possono presentare: il verso giusto in cui stendere le lenzuola, la pulizia dell’appartamento o come sbloccare una serratura inceppata. Agli imperativi più categorici si alternano forme più diplomatiche o dubitative inserendo un “forse” o un “magari”.
Ma il puntiglio della mittente della lettera ottiene anche il risultato di dare al tono quanto di ironico e di grottesco contribuisce a proiettare le sue considerazioni, le storie, i luoghi e gli oggetti su un piano che li definisce e caratterizza ulteriormente. Che ci spinge non solo a individuare ma a osservare opere d’arte e oggetti d’uso, ma anche tenere conto di particolari repellenti o cruenti come la possibile presenza di topi nella casina o le pratiche violente della macellazione.
Affiora a più riprese, e già dall’inizio, il paradosso del possibile rovesciamento delle aspettative rispetto alla modalità del viaggio in preparazione. Così ai vantaggi di una certa scelta dei mezzi di trasporto vengono contrapposti, e non senza malizia, i possibili disagi o i pericoli più gravi: i controlli di polizia, l’inefficienza del servizio ristoro in treno e perfino l’eventualità di dirottamenti aerei. Su questo piano la lettera di benvenuto nonostante i suoi tre esclamativi può risultare tutt’altro che rassicurante. I pericoli sono in agguato, meglio avere bene in vista i numeri telefonici in caso di emergenze. Per il resto ai “Cari Amici” vengono illustrate tutte le bellezze e i luoghi di interesse della città che li aspettano, sia quelli tradizionali che, con particolare empatia, quelli che caratterizzano la multiculturalità e quelli “più specifici e poetici”.
Nulla a che vedere con una comune guida turistica, piuttosto un percorso di formazione. L’arte e la Bellezza ricorrono anche nell’osservazione e nella rappresentazione degli umili e della loro dignità, i clochard e i mendicanti, nelle definizioni del corpo di uno spazzacamino o della donna che trasporta un peso spropositato. Unendo anche in questi casi etica ed estetica: “Non si può trasmettere bellezza senza spiritualità.”
Del resto in questo singolare romanzo epistolare-monologante non potrebbero non essere sottotraccia l’identità dell’autrice, il suo essere artista, saggista, poeta, presenza culturale di livello internazionale – sua è anche l’opera in copertina, L’albero della vita, nodoso e sfolgorante. Sono ricorrenti i riferimenti ad artisti e architetti che accompagnano direttamente o indirettamente le visite dei turisti e le libere escursioni e evocazioni dell’autrice: da Caravaggio a Oldenburg, da Manet a Man Ray, da Brancusi a Wildt. (“Ma niente paura cari amici, non sono qui per impartirvi una lezione di storia dell’arte, però…” E Andersen, Mozart…Fausta Squatriti nel suo ruolo di autrice delle istruzioni sviluppa senza spocchia e in modo discorsivo percorsi autonomi nel mondo artistico, senza trascurare quello prezioso e umile degli artigiani.
Sono poi citati anche episodi più privati, legati ad affetti famigliari che si affiancano a quelli di personaggi identificati a volte con le sole iniziali, protagonisti (o coprotagonisti) di avvenimenti nella storia principale, essi stessi parte integrante nel flusso del leitmotiv. E in questo senso la lettera è anche una forma di autoritratto della mittente all’interno di contesti e rapporti. Le dinamiche tra luoghi, vite e relazioni si sviluppano su un piano che lentamente si mostra inclinato e onnivoro. Il tempo, dopo essere stato vissuto nel suo realizzarsi riconduce sempre più a forme di separazione. Le linee del romanzo culminano così riunendo il piano del passato e delle sue tracce nella vita dell’autrice, il presente che si offre nella Parigi meta della visita e il futuro per l’esperienza che dovrebbero realizzare gli ospiti. Il meccanismo narrativo di questi tre piani ci riserverà la sorpresa finale, con una chiusura inaspettata che aggiunge ulteriori considerazioni per il lettore.
Notevole nella costruzione del romanzo e nella sua lingua è l’utilizzo di strumenti retorici che agiscono per negazione successiva alla premessa, dopo un iniziale apparente incoraggiamento: “Sarete attratti da Le train bleu, rimasto com’era nella belle époque […] Presumo che non vorrete andare a cena proprio lì …”. Oppure l’uso dell’imperativo per coinvolgere i destinatari in una affermazione: “Non sottovalutate la quantità di cielo…”. O del futuro per mettere in evidenza la funzione previsionale del viaggio: “Non so se vorrete…”, “vi sarete certo affezionati…”. Lo stesso uso del termine “viaggetto”, solo apparentemente rassicurante con il suo diminutivo, aggiunge una venatura di ironia. A tenere insieme lo sviluppo della trama con i luoghi e i personaggi è la vertigine di una sintassi articolata e rapinosa (basta provare a leggere una pagina del romanzo ad alta voce). E, non ultimo, il frequente uso del francese per correttezza delle definizioni, accuratezza, vezzo aristocratico, identità tra luogo e appartamento. PARIS diventa, già nelle istruzioni per il viaggio, occasione di conoscenza e esperienza esistenziale da condividere anche solo attraverso la sua semplice pronuncia.
Anticipazioni
Vedi a: https://www.milanocosa.it/recensioni-e-segnalazioni/anticipazioni
Progetto a cura di Adam Vaccaro, Luigi Cannillo e Laura Cantelmo – Redazione di Milanocosa
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Serena Piccoli
Inediti
Poenta Tocio e Pulci
Con nota di lettura di Adam Vaccaro
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Nota di poetica
La poesia POENTA E TOCIO è stata scritta nell’ottobre 2023, dopo aver passato una sera ad ascoltare i racconti d’infanzia di Angelina, cara amica (classe 1943), che sin dalla nascita vive nella campagna padovana. Padovana anch’io, sento racconti di povertà vissuta dopo la II Guerra Mondiale, quali testimonianze e spunti di riflessione rispetto i problemi attuali.
Le altre due poesie, invece, sono state scritte il primo e il due novembre 2023 e sono il frutto di pensieri di questi ultimi anni. Ci sono decine e decine di guerre nel mondo: in questo momento la Siria continua ad essere bombardate, giovani ragazzi su campi ucraini tornano a casa nelle bare, Gaza – un lager a cielo aperto di 2.3 milioni di persone che, come diceva Edward Said negli anni 70, sperimentano “la lenta morte” – è circondata dall’esercito israeliano. In Sudan la crisi umanitaria è sempre più grave con 6 milioni di sfollati. Julian Assange ha svelato a tutti noi le ingiustizie e violenze delle classi al potere negli USA con le guerre in Iraq e Afghanistan e per questo è rinchiuso – senza processo – in carcere.
Vi sono classi dirigenti che – nelle situazioni più rosee – hanno dilettanti allo sbaraglio, una Unione Europea che non ha indipendenza né autorevolezza, con mass-media asservite. Minoranze etniche e linguistiche vessate e schiacciate anche in territorio europeo da anni.
Davanti a tutto questo non ci sono parole. Che fare? Siamo condannati solo a ripetere a memoria con intonazione monotona – come nella seconda poesia – ciò che i fantasmi delle pulci ci ripetono? O dobbiamo avere parole, nostre parole – almeno quelle! – per comunicare e prendere coscienza Il mio compito come poeta, è quello di puntare il dito contro gli errori che fa il mio paese e “la parte” del mondo con cui è schierato.
Voci di Pace 2
Sono testi di dolore condiviso e ricerca di pensiero critico, che non vogliono farsi ridurre al silenzio indifferente e connivente di gran parte del circo mediatico. Testi che continuano a interrogare il male e i responsabili di scempi e degradi, per riaffermare con forza la necessità di ritrovare il senso perduto dell’alternativa storica e vitale di restare umani!
Redazione Milanocosa
(Adam Vaccaro, Lugi Cannillo, Laura Cantelmo)
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Voci di Pace 2
Testi di: Alessandro Cabianca, Alberto Figliolia, Vincenzo Mastropirro
Immagini di Fausta Squatriti e Mauro Ieva
Commiato per Anita Guarino Sanesi
Replico il messaggio della cerimonia di commiato della cara Anita Guarino Sanesi al Cimitero Monumentale di Milano.
E nell’occasione voglio condividere qualcuno dei segni accumulati nei due decenni scorsi, prima fuggevolmente con Roberto Sanesi agli inizi degli anni 2000, poi con Anita estes e ripetuti. Sanesi è stato uno dei grandi poeti contemporanei con cui ho avuto la fortuna di interscambi, personali e culturali, a partire dalla poesia. Mi ha onorato con cordialità e stima, dopo aver letto due miei libri a cavallo degli anni ’90. La morte ha purtroppo interrotto i colloqui in presenza, ma sono proseguiti con letture e saggi (vedi i n. 2006 -2007 di Lunario Nuovo di Catania, diretto da Mario Grasso). Il mio saggio, La scarpa destra nel gorgo, sull’Opera di Sanesi, è stato certamente una delle tappe e dei pilastri fondamentali della mia ricerca teorica dell’Adiacenza.
XII Edizione BookCity Milano
Teatro Franco Parenti – Café Rouge
Via Pier Lombardo 14 – Milano
18 novembre 2023 – H 14,00
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Progetto di Milanocosa
A cura di Adam Vaccaro
Evento teatralizzato di poesia e musica
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Progetto che dà voce a testimonianze ed energie di rinascita che, a partire da silenzi interiori o sociali, sollecita coscienza critica
della complessità in cui viviamo, nel suo intreccio di ingiustizie, tragedie e resistenze vitali.
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