Buona Pasqua di Rinascita

Pubblicato il 2 aprile 2021 su Temi e Riflessioni da Adam Vaccaro

Auguri Milanocosa

e nonostante le restrizioni

Buona Pasqua
di Rinascita

La Redazione di Anticipazioni di Milanocosa

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Associazione Culturale Milanocosa

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Anticipazioni – Stefano Vitale

Pubblicato il 1 aprile 2021 su Anticipazioni da Adam Vaccaro

Anticipazioni
Vedi a: https://www.milanocosa.it/recensioni-e-segnalazioni/anticipazioni
Progetto a cura di Adam Vaccaro, Luigi Cannillo e Laura Cantelmo – Redazione di Milanocosa

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Stefano Vitale

Poesie inedite
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Nota di lettura di Luigi Cannillo
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Nota poetica
Le poesie sono tratte dalla raccolta inedita dal titolo provvisorio “Si resta sempre altrove …”.
La silloge comprende poesie scritte tra il 2016 e il 2020 che rappresentano un consapevole momento di transizione. Anzi è proprio il tema del passaggio, del transitare da un stato all’altro, da una condizione all’altra, magari anche solo da una percezione all’altra della luce o di una voce, a caratterizzare questo lavoro. Così ci si sofferma sul continuo ed oscuro “travaso di luce”, quale necessaria ricerca di chiarezza che ci accompagna come un destino, oppure ci lasciamo sorprendere dall’apparire di una nuova vita accolta nel gioco di sguardi di volti sconosciuti. Ma non basta: abbiamo bisogno di compensare , ovvero di trovare una speranza anche nelle perdite, per superare le cadute, sospesi come siamo tra silenzio e desiderio della gioia. Infine c’è la transizione dal reale alla scrittura, forma “perfetta” perché inconclusa, della nostra ricerca di senso: la parola è sempre un riflesso che però ci rimanda ad nuovo cammino. È per questo che in fondo “si resta sempre altrove”. Ma in questa raccolta la novità è che la poesia “pensante” si fa più evidentemente lirica, offrendo una nuova sfaccettatura del percorso poetico. Poesia che riflette su se stessa, eludendo l’autoreferenzialità; poesia che posa il suo sguardo sulle circostanze concrete dell’esperienza (è il titolo di una delle sezioni in cui è più evidente il passo lirico) che ci fanno essere quello che siamo: esseri in divenire.

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Anticipazioni – Zoom – Ia Terna

Pubblicato il 27 marzo 2021 su Anticipazioni da Adam Vaccaro

Dopo la lunga serie di Anticipazioni, che a partire dal 2016 ha esaminato circa 100 Autori, avviamo incontri Zoom con una prima terna, che offrirà esempi diversi di scritture, linguaggi, età e provenienza, entro la platea degli autori contemporanei di poesia.

I tre Autori sono:

Alberto Bertoni (Bologna) – Presentato da Adam Vaccaro
Francesco Sassetto (Venezia) – Presentato da Luigi Cannillo
Alice Serrao (Milano) – Presentata da Laura Cantelmo

E per i post con testi e note di lettura vedi a: https://www.milanocosa.it/anticipazioni/anticipazioni-alberto-bertoni; https://www.milanocosa.it/anticipazioni/anticipazioni-francesco-sassetto; https://www.milanocosa.it/anticipazioni/anticipazioni-alice-serrao

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A Partire da Dante – Progetto per BookCity 2021 – Ia Tappa

Pubblicato il 25 marzo 2021 su Eventi Milanocosa da Adam Vaccaro

La presenza di Dante a 700 anni dalla morte.
Testimonianze di voci contemporanee.

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A partire da Dante

Progetto di Milanocosa per BookCity Milano 2021

Proposto da Rinaldo Caddeo e definito con contributi di:

Claudia Azzola, Rinaldo Caddeo, Laura Cantelmo, Luigi Cannillo,

Gabriella Galzio, Giacomo Graziani, Paolo Quarta,

Fausta Squatriti, Adam Vaccaro

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Realizzazione a cura di Adam Vaccaro

A partire da oggi e fino a ottobre, pubblicheremo post dedicati ai contributi degli Autori partecipanti.

A ogni post seguiranno riunioni Zoom, che invitiamo a seguire. 

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Lucia Mangili – L’Acqua e L’Altro

Pubblicato il 22 marzo 2021 su Recensioni e Segnalazioni da Adam Vaccaro

Lucia Mangili
Sul mare c’è un ponte di carne viva che ho rotto, Gruppo Albatros Il Filo S.r.l., 2020

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Adam Vaccaro

Poesia e/è memoria. È il nucleo e il cardine su cui ruotano le quinte affettive di questa raccolta di poesie di Lucia Mangili. Che è arricchita da opere pittoriche della stessa Autrice, e che riafferma il valore della relazione, quale bisogno di lasciti e scie memoriali di una libertà che non sia belato su alberi di solipsismo, coltivato da una “arida distesa di filosofi moderni” (p. 21): poesia “Sensi”, parola polisemica e tipico gatto di Schroedinger, famosa ipotesi quantistica di bilocazione. Nella mia ricerca dell’Adiacenza, ho traslato e applicato tale possibilità all’analisi di un testo, focalizzando microtesti quali ponti e nodi bi o trilocati in più livelli, speculativi e sensitivi, della nostra mente. Ovviamente, se questa è concepita come funzione di quello che Rita Levi Montalcini chiama cervello bagnato, cioè non delimitato dalla sola scatola cranica.
Ecco, trovo innervato nel percorso di questo libro la tensione (per me fondamento di poesia) alla totalità molteplice della vita, che nel singolo è unità indivisa di corpo e anima, con implicito pensiero critico delle doppietà teologico-filosofiche dei platonismus perennis. La ricerca poetica, se va oltre i recinti dell’Io, si apre a pendici e sprofondi del Sé, alle visioni utopiche del Superìo e ai mai raggiunti domini dell’Es. Senza di che rimaniamo sterili monadi, incapaci di perdersi e ritrovarsi nelle relazioni che alimentano il processo interminabile di autopoiesi (Maturana e Varela) della nostra identità.
Tutto nasce dalla relazione, che si fa musica, immagine e parola, pensiero, cosa e mondo. E se la poesia si fa forma e voce di tale processo complesso, tenderà ad andare oltre i limiti segnati dall’Io, incarnando tensioni alimentate e alimentanti sensi dell’eros e del sacro. Due nomi e cose che nei mistici trovano particolari e inestricabili esaltazioni, e che (ir)rompono oltre gli argini del sacer, in cui diventiamo attori e spettatori del caleidoscopio dei fragili splendori della vita, che incanta e impaura, ci appartiene e ci sfugge.
L’acqua è l’immagine simbolo dello stato amniotico che rimane impresso per sempre nelle nostre cellule, fonte metamorfica della nostra carne, che muore se non si intreccia e mischia “fino al midollo” in platoniani attimi di infinito con l’Altro. Quegli attimi in cui celebriamo la stazione di una petit mort, senza la quale non sapremo mai la magia della rinascita d’amore. Per cui “se tu ti incrini/ anche io rotolo e affondo” (p. 9). Ma è il rischio ineliminabile del gioco della vita, che denuncia ogni strumentalizzazione ideologica di promesse di sicurità assolute – in contesti pandemici o meno.
È la pedagogia senza cattedre della poesia adiacente alla fenomenologia della vita: rompere limiti è rompersi, ed è porsi nella cesura tra sacro e profano, tra morte e vita, nel paradosso della morte partoriente (Gabriella Galzio), con sguardo e canto che pare di una hybris idiota che declama “la morte non esiste/ assiste” (nel mio Strappi e frazioni, 1997). È un oltre sensi consueti, che questo libro riafferma altrimenti: “Oltre (da) te – Dopo di te perduti” (p. 60), occorre saper ritrovare “La carne nelle ceneri/ di qualunque Altro” (p. 61).
21 marzo 2021

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Mariella Bettarini – Haiku alfabetici

Pubblicato il 17 marzo 2021 su Recensioni e Segnalazioni da Adam Vaccaro

Mariella Bettarini
Haiku alfabetici, Il ramo e la foglia edizioni, Roma, 2021

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Adam Vaccaro

Un ulteriore cestino di piccoli fiori poetici, che si aggiunge alla lunga serie di una espressività poetica rara, semplice e complessa, di cui Mariella è maestra, benché scevra da ogni alone cattedratico. Una tonalità espressiva che ritrovo sempre sulle sue corde di un violino, al tempo stesso popolare e ricco di una cultura alta e profonda.
Ci conosciamo da una vita, e per me leggere le sue nuove forme è come ritornare in una casa comune, che resiste tra spuntoni oggi minacciati di distruzione da un vento ancora più forte di quelli vissuti nel corso degli ultimi decenni.
In questa raccolta, Mariella unisce la forma-lampo dell’Haiku alle successioni dell’Alfabeto. Una sorta dunque di ricamo tra attimi a corona del Tempo.
Come giustamente dice Annamaria Vanalesti nella postfazione, “Meriterebbero tutti gli haihu di questa raccolta d’essere commentati, perché squadernano una visione totalizzante della realtà, ma soprattutto dell’umanità”, inanellati tra pietas e inarresa ricerca di condivisione, unica fonte di un possibile incrocio di gioia e resistenza umana, nonostante il vento contro.
Ne citiamo qualcuno di questi grani e attimi, che a volte mettono al muro tante parole false vuote e retoriche della lingua anglofona dello storytelling imposto dal diluvio mainstreaming quotidiano. Rispetto al quale, queste perline fanno sentire anche insofferenze e sarcasmi sbeffeggianti, di una lingua antica che non ama coprire, ma svelare e capire, dicendo pane al pane.
Vedi ad esempio J – Job
“Job è lavoro.
Ma che lavoro dici?
Che lingua parli?”

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Anticipazioni – Giacomo Cucugliato

Pubblicato il 15 marzo 2021 su Anticipazioni da Adam Vaccaro

Anticipazioni
Vedi a: https://www.milanocosa.it/recensioni-e-segnalazioni/anticipazioni
Progetto a cura di Adam Vaccaro, Luigi Cannillo e Laura Cantelmo – Redazione di Milanocosa
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Giacomo Cucugliato

Poesie inedite
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Nota di lettura di Adam Vaccaro
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Nota di poetica
Queste note poetiche tentano l’intercettazione del dialogo costante tra un corpo, uno sguardo bilocato e le terre africane in cui è stata tombata la coscienza di chi scrive. Si immagina la realtà come la lastra di uno specchio su cui l’essere scrivente è stato scaraventato con violenza tale da frangerla e da frangersi, al punto che l’unica possibile visione ricompattante resta quella di una poesia che sappia seguire i riflessi e riproporli nella sua lingua. Ne deriva un dettato che vuole essere una parziale ricucitura, compiuta con affanno e interruzione del respiro, di un universo lacerato dalla caduta, ma che non ne snaturi l’essenza ormai sezionata. In quest’opera di poiesi chi scrive si ritrova a percorrere il labirinto delle cose presenti e passate, seguendo estaticamente il farsi e il disfarsi della luce: ché nella distruzione di ogni cosa un sole come una biglia pare, percuotendo gli specchi, pur se solo nell’attimo della visione, poter alludere a una unità sovrasensibile. Quell’unità, forse apparente, si produce quando chi scrive assorbe ed è assorbito nell’orbita degli oggetti della manifestazione: ogni parola poetica si appiglia alla cosa che dice solo transitoriamente, per abbandonarla identificandosi alla cosa successiva, così per una serie di ascese e di discese che fanno una metafisica poetica degli esseri e dei nomi. Qui le terre africane che parlano attraverso e sopra e sotto il corpo nel tramite della liaison permessa dallo sguardo si popolano della memoria del sangue umano che le ha irrorate assieme al sudore contadino: quella memoria si fa presenza cucita nelle viscere delle cose, diventa storia, produce inesausta poesia non detta che attende l’attimo della narrazione. Questo atto contadino è una operazione magico-poietica potenzialmente capace di far geminare senso circolarmente dalla terra all’uomo al macrocosmo.

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Roberto Michilli al Premio Strega

Pubblicato il 13 marzo 2021 su Recensioni e Segnalazioni da Adam Vaccaro

Roberto Michilli in corsa al Premio Strega

Alla LXXV edizione del Premio Strega è stato proposto il romanzo del narratore teramano Roberto Michilli, La sirena dei mari freddi, pubblicato dalla casa editrice Di Felice Edizioni, anch’essa abruzzese.
Questa la motivazione a cura di Francesca Pansa che ha proposto il romanzo al Comitato direttivo: «La sirena dei mari freddi (Di Felice Edizioni) si impone alla lettura per la sapiente costruzione narrativa che mostra in Roberto Michilli uno scrittore di storie e di atmosfere, ben rodato anche dalla rigorosa carriera di traduttore di classici da Lermontov a Flaubert, Mallarmé, Verlaine, Byron, Keats, Goethe, Heine. La storia è quella dell’incontro tra una giovane donna ferita dall’esistenza e sprofondata nella depressione e un anziano professore, carismatico accademico un po’ misterioso che le offre un decisivo appoggio materiale e affettivo. L’atmosfera è quella di un racconto dalla forte coloritura psicologica, con nuove comparse a infittire la scena, qualche rivelazione qualche sorpresa e uno strategico flashback che portano alle pagine finali. Michilli regge bene i fili della narrazione nei tempi e modi giusti, come aveva già dimostrato nel suo precedente Atlante con figure che il Premio Strega Tiziano Scarpa aveva definito “un libro che fa onore alla nostra lingua e alla letteratura di questi anni”.»
La scheda può essere visionata direttamente sul sito del premio Strega.
L’editrice Valeria Di Felice: «Ogni libro di Roberto Michilli, come narratore e anche come traduttore e saggista, è sempre stato per me una iniezione di fiducia: verso la parola, la qualità, il rispetto del lettore. E ora che con La sirena dei mari freddi Michilli è stato proposto allo Strega, non posso che provare una doppia soddisfazione: per il valore del romanzo e per una sorta di riscatto di tutti quegli autori che, come Michilli, non hanno mai tradito l’autenticità del loro mondo letterario.»

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SALOTTO CARACCI CON ADAM VACCARO

Pubblicato il 2 marzo 2021 su Eventi Suggeriti da Maurizio Baldini

SALOTTO CARACCI CON ADAM VACCARO

Con un pensiero speciale ai cari Annamaria De Pietro e Marcello Montedoro!

E anticipo il link Zoom ai tanti amici… si parlerà anche di voi!

Adam

ROBERTO CARACCI ti sta invitando a una riunione pianificata in Zoom.

Argomento: SALOTTO CARACCI CON ADAM VACCARO
Ora: 4 mar 2021 06:00 PM Roma

Entra nella riunione in Zoom 

ID riunione: 940 7018 6026
Passcode: RsRC1A

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Anticipazioni – Pasquale Vitagliano

Pubblicato il 1 marzo 2021 su Anticipazioni da Adam Vaccaro

Anticipazioni
Vedi a: https://www.milanocosa.it/recensioni-e-segnalazioni/anticipazioni
Progetto a cura di Adam Vaccaro, Luigi Cannillo e Laura Cantelmo – Redazione di Milanocosa
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Pasquale Vitagliano

Inediti

Con commento di Laura Cantelmo
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Nota di poetica
Questa scrittura poetica è una forma di resistenza ai formalismi di ogni mito della realtà. Contro chi tende a trasformare i segni in “sistema fattuale”, lo sforzo di questo linguaggio poetico è di ricondurre i segni e i simboli in un “sistema essenziale.” La parola poetica cerca di portare al proprio estremo il legame tra significante e significato, ritornare dal segno al senso, anzi connettere il senso delle parole al senso stesso delle cose. Si tenta così di costruire un’architettura, anzi un “film”, di oggetti-pensiero che attraverso un processo autonomo, sospeso e insieme cinematico, di sedimentazione disvela il corpo interno e nascosto della realtà quotidiana. Questa può finire per meravigliare, reintegrata delle mistificazioni del mito, al punto da apparire un “miserabile miracolo.” Le parole poetiche come particelle sospese si accumulano per effetto del campo di forza del testo-realtà che le argina, le piega, le lascia passare ricongiungendole, in una nuova forma, al senso più autentico delle cose. La poesia è un linguaggio ritrovato.

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