L’isola dei topi- Alberto Bertoni

Pubblicato il 28 febbraio 2023 su Eventi Milanocosa da Maurizio Baldini

Via Laghetto 2 – Milano

9 marzo 2023 – H 18,00

Associazione Culturale Milanocosa

presenta

A cura di Adam Vaccaro

L’ISOLA DEI TOPI

Giulio Einaudi Editore, Torino, 2021

di

Alberto Bertoni

“…una scrittura che sa donarci con ormai matura cifra stilistica, stazioni di un viaggio …della ansimante ma inarresa ricerca di Senso…Che scova, ‘a giocare col fango’… il lampo che illumina: ‘E in principio fu il Verbo’ (p.104),…brillio di quell’attimo che placa un po’ la sete di virtude e conoscenza delle formiche nere sulla carta, la loro fame di energia per proseguire” (A. Vaccaro)

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Iniziative e Voci di Pace

Pubblicato il 19 febbraio 2023 su Senza categoria da Adam Vaccaro

“Fiorenza Casanova” per “Odissea” (Ottobre 2014)

Max Hamlet Sauvage
“Guernica oggi”

 

De Monticelli “Odissea”

https://libertariam.blogspot.com/2023/02/insieme-contro-la-guerra-di-roberta-de.html

 Artisti, donne e uomini di pace di Piazza della Scala “Odissea” 

https://libertariam.blogspot.com/2023/02/una-via-duscita-manifestazione-contro.html

 Genova contro la guerra “Odissea”

https://libertariam.blogspot.com/2023/02/blog-post_51.html

 Trieste contro la guerra “Odissea”

https://libertariam.blogspot.com/2023/02/blog-post_1.html

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Anticipazioni – Lino Angiuli

Pubblicato il 15 febbraio 2023 su Anticipazioni da Adam Vaccaro

Anticipazioni
Vedi a: https://www.milanocosa.it/recensioni-e-segnalazioni/anticipazioni
Progetto a cura di Adam Vaccaro, Luigi Cannillo e Laura Cantelmo – Redazione di Milanocosa
*****

Lino Angiuli
Inediti
Con nota di lettura di Adam Vaccaro

***

Nota di poetica
La poesia mi ha dato la possibilità di parlare ad un ulivo, più di cinquantanni fa, per giungere oggi ad ascoltare la parola di un cappero. Tenere i piedi per terra per farli radicare nella storia; passare dall’ego all’eco; rimettere l’io dentro l’orizzonte del noi; superare il monolinguismo lirico e il culto della crisi tipico del Novecento: queste le mie attuali premure che mi spingono a guadagnare un’ottica sempre meno antropocentrica tramite una poetica che tempo fa chiamavo “dal basso verso l’alto” e che oggi chiamo “vegetalesimo”.

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Google- il nome di Dio a Bologna

Pubblicato il 6 febbraio 2023 su Eventi Milanocosa da Maurizio Baldini

Vedi anche a: Vaccaro “Odissea” martedì 7 febbraio 2023 –  https://libertariam.blogspot.com/

  

scarica la locandina 

Info:

Liberia Coop-Zanichelli, piazza Galvani 1/h, T. 051 239990

Associazione Culturale Milanocosa – www.milanocosa.it info@milanocosa.it – T. 3477104584

Sella – Una Terrazza sul Cosmo

Pubblicato il 3 febbraio 2023 su Senza categoria da Adam Vaccaro

Una Terrazza sui Vuotipieni di Conoscenza
Adam Vaccaro

Lidia Sella: Una terrazza sul Cosmo – Meditazioni poetiche, Mimesis, Milano, 2022
(Testo in nuova edizione integrata, presentato a BookCitiy Milano 2022, e il 10 febbraio, al Centro Pannunzio di Torino, con Anna Antolisei e Patrizia Valpiani)

Nella mia recensione del libro precedente di Lidia Sella (Pallottole – contro la dittatura dell’Uno. Oaks Ed., 2021, vedi testo a seguire), sottolineo la fonte epifanica di questa Autrice: uno spirito critico del pensiero unico dominante, che a mio parere può aiutare anche la ricerca poetica ad andare oltre il consueto e il risaputo. Perché tale punto di partenza culturale implica, non solo opposizione alla china chiusa a salvezze di ogni equilibrio naturale e antropologico, quale è determinata dal neoliberismo finanziario globalizzato. Implica, credo, anche idioti settarismi ideologici e, quanto alla poesia, se questa è intesa come linguaggio volto a dare voce alla totalità della vita, può il cambiamento dello scenario mondiale nel quale siamo immersi non coinvolgere la sua passione e ricerca?
Il primo problema culturale è comunque l’acquisizione di una coscienza critica rispetto a un assetto, che produce sbocchi esiziali per il 90% della popolazione mondiale, lasciando a una minoranza sempre più ridotta a un 1%, totalitarie appropriazioni indebite. È una tendenza di regresso medioevale, con una distribuzione della ricchezza e uno svuotamento di ogni sostanza delle ritualità democratiche, a opera di una invisibile elite oligarchica, testa di ragno di una rete di dominio assoluto.
E se le posizioni critiche di tale contesto vengono squalificate e criminalizzate con ismi declamati da cantori di una incessante cavalcata progressista di magnifiche sorti e progressive, è prezioso ogni moto di coscienza del destino distopico della barbarie in atto. Nella quale dobbiamo aggiornare e riappropriarci di molte categorie del secolo scorso, rispetto al decalogo neoliberista.
Coloro che lo faranno riusciranno a rimanere vivi, cioè capaci di affrontare le catastrofi inevitabili prossime venture. Coloro che non lo faranno rimarranno “bruchi” (come i personaggi di “Alice nel Paese delle meraviglie”), bloccati in un passato immaginario, settari, terrorizzati e macinati dal rullo ideologico dall’esercito del main-stream, in prevalenza fedele megafono degli interessi del suddetto 1%.
Sono interessi di una testa imperialistica plurima (oggi concentrata in USA, Russia e Cina), che rivendica di essere, in ogni sua diramazione, il bene assoluto. A un pensiero critico all’altezza di tale contesto, competerebbe la sfida immane di costruzione di una quarta testa teorica e sociale. Che, allo stato, è solo un fantasma.
I testi di Sella reagiscono a questo assetto esiziale, dando un contributo di riflessione, denuncia e disagi sempre più insopportabili, muovendo da quel progetto ignoto del poièin, che ci conduce dove non pensavamo mai di giungere, alla ricerca di uno sguardo aperto al comune bisogno di seguir virtute e canoscenza.

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Turoldo uomo di pace

Pubblicato il 1 febbraio 2023 su Senza categoria da Adam Vaccaro

TUROLDO UOMO DI PACE

Per ricordarne l’anniversario, la Basilica di San Carlo al Corso e il “Comitato Amici di padre Turoldo” in collaborazione con The Art Company Como organizzano per sabato 4 febbraio 2023 alle ore 16 e domenica 5 febbraio alle ore 15,30 due incontri: Artisti contro le guerre e Poeti per il disarmo e la pace che si terranno nella Sala Turoldo della Basilica di San Carlo di Corso Vittorio Emanuele.

Esporranno le lore opere i seguenti artisti: Alessio Centemeri, Carlo Pozzoni, Filippo Borella, Gianni Rodenhauser, Carmen Monti Molteni, Elena Borghi, Giulio Mantovani, Judith Holstein, Orietta Bernasconi, Pierluigi Ratti, Sergio Tagliabue, Marzia Mauri, Matteo Galvano, Piero Campanini, Giovanni Padovese, Adriano Caversazio, Antonio Teruzzi, Giovanni Menta, Lorenza Morandotti, Gianfranco Sergio, Angelo Marsiglio, Stefano Paulon, Giuseppe Denti. Max Hamlet Sauvage.

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Guarracino, L’Angelo e il Tempo

Pubblicato il 30 gennaio 2023 su Recensioni e Segnalazioni da Adam Vaccaro

L’Anima, la Rosa e la nostalgia del Padre
Adam Vaccaro

Vincenzo Guarracino, L’Angelo e il Tempo – e altri poemetti, Book Editore, 2022, pp.70

Un libro dal titolo che potrebbe essere tradotto in lo Spirito e la Storia, seppure ogni traduzione è sempre tradimento, e la storia è evocata nelle Note dell’Autore in fondo al libro, non solo nel richiamo del primo poemetto che dà titolo al libro e sintetizza la sua visione espressiva: “dar voce per scorci visionari a questa storia”. Ma sono due in ogni caso le polarità o colonne di senso della costruzione di questo splendido libro di Vincenzo Guarracino: il divino e il profano, l’invisibile e il visibile, della realtà totale e vitale che ci costituisce. E per uno studioso appassionato di Leopardi, quale è Guarracino, non stupirà se rilevo quale nervo della forma che unisce e restituisce la tensione alla totalità – per me timbro di poesia – la stella polare leopardiana sintetizzata nel sintagma di una parola materiale e lirica.
Certo, il tempo del titolo è anche quello che va dal 1978 al 2022, in cui sono gemmati e maturati i nove poemetti che costituiscono il libro. Ognuno dei quali è radicato in un Autore/Maestro, un Padre (cui è dedicato il poemetto in forma di raccolta preghiera, “NEL NOME DEL PADRE”) o di un tratto di rilievo del proprio percorso umano e culturale, oppure in entrambi: lieviti epifanici dei testi, di cui Guarracino offre nelle sue Note ampi richiami, che confermano come lo spirito e la forma siano con-fusi in quella parola, che guida la sua scrittura, saggistica o creativa che sia.
A una lettura superficiale tutti i poemetti possono risuonare come un concerto raffinato di parole, appagato della musica che intonano, ci culla e delizia. Ma gli echi e alimenti che sostanziano i testi risalgono sempre a quell’Oltre che chiamiamo Vita, tra squarci di Memorie, Incontri e Nomi, che vanno da Catullo a fari della poetica moderna, luci del percorso nel Tempo di chi è stato colto dal silente annuncio di quell’angelo chiamato Poesia.
Ognuno dei poemetti meriterebbe un’analisi specifica, per la loro dispiegata immersione rigenerante in quel Tutto di cui si fanno voce e forma. Ma – entro i limiti di una recensione – scelgo di soffermarmi in particolare sul secondo, UNA VISIONE ELEMENTARE, che ha in esergo versi e richiami di Roberto Sanesi, poeta e Maestro che ci ha trasmesso una visione di poesia interminabile, come linguaggio necessario nella misura col mistero inesauribile della Totalità.
Il poemetto è un oceano in XXV strofe, isole di una micro-macro nesia, rima poesia, con un Nettuno-Poseidone umanissimo, remigante e lampeggiante col suo sorriso denso di dolcezza e sapienza, ricondotto a noi da Guarracino, con memorie e versi nati sul crinale della nostra irriducibile dolorosa-gioiosa distanza. Che tuttavia si fa lievito di adiacenza, che risale come salmone alle fonti dell’incessante bisogno di rinascita:
“Non c’è più nella casa del poeta/…/il triste richiamo del telefono:// la voce scivola nel vortice/…/oscura tra il glicine la stanza:”, dove il poeta ci riappare con le sue indimenticabili reinvenzioni; “sorridesti; ‘M’affumico d’incenso’” e “’ti dirò chi c’è in cantina’ disse/ con la neve che scese su Milano” (XXIII, p.33).
Versi che si svolgono fino a una sorta di cantico della necessità del male, se “il pensiero col male esce dal sogno/ e la stanza è invasa d’improvviso/ da tutti forse i sensi della rosa/…/ le parole a te ormai più necessarie/ quelle che giorno dopo giorno danno/ corpo a una vita solo sognata// non fanno che riscrivere il destino/ nel vuoto di questo impenetrabile/ presente oltre l’opaco dello schermo:” (XIV, pp, 33-34).
Devo dire, versi che ricompongono una forte omofonia con i ritmi, i sensi e la musica di Sanesi, mentre interloquiscono, cercando di chiudere un cerchio che non può essere chiuso: “e qui forse potrebbe fatalmente/ padre fratello amico tu poeta/ qualcosa nel molteplice apparire:// l’ossimoro perfetto che è la vita” (XV, p.34).
Poesia immersa nell’indicibile, per spingerlo fuori dall’ombra di una caliginosa caverna platonica, quale orchestrata dagli schermi dell’”impenetrabile presente”, per strappargli alla fine quel lembo inarreso che sfugge, “ove ripensa la rosa la sua anima” (I,p. 21) e sa farne parola dicibile, senso e poesia.
26 gennaio 2023

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Memorie del futuro

Pubblicato il 27 gennaio 2023 su Senza categoria da Adam Vaccaro

Memorie del futuro

La cenere dei fumi di Auschwitz
così bianca, viola infine rossa
batte batte dentro al cuore

non volerà ricadrà su questi
ruderi e cori di blatte
a nutrire il nostro sangue

acceso che pesa ogni grammo
di carne umana
rossa poi viola infine bianca

di ogni vittima diventata cenere
deposta nelle mani di Cerere – che
ne faccia messi di una Terra

non più prona a poteri e follie
offerta al dio di tutti
senza figli prediletti

di una Terra non più
crocifissa da confini e
tavole imbandite di eletti

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Google – Il Nome di Dio – Letture12

Pubblicato il 25 gennaio 2023 su Scrittura e Letture da Adam Vaccaro

Replichiamo su Milanocosa l’articolo pubblicato dalla Rivista “Odissea”:

Ravizza su Vaccaro “Odissea”, mercoledì 25 gennaio 2023- 

https://libertariam.blogspot.com/2023/01/libri-corpo-corpo-con-la-totalita-di.html

 ***

Sono grato delle pregiate letture critiche dedicate al libro, con contributi e testimonianze che ne moltiplicano i sensi di resistenza umana e culturale.

A.V.

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Nel corpo a corpo con la totalità

Filippo Ravizza

Adam Vaccaro: “Google – Il nome di Dio. In quattro quarti di cuore”
Puntoacapo Editrice, Pasturana (Alessandria) 2021

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Luigi Cannillo – Between Windows and Skies

Pubblicato il 19 gennaio 2023 su Scrittura e Letture da Adam Vaccaro

Luigi Cannillo, Between Windows and Skies (Selected Poems 1985-2020), Gradiva Publications, New York 2022
Nota critica di Laura Cantelmo

L’antologia che Luigi Cannillo ci propone – con testo a fronte in lingua inglese – raccoglie, come dovuto, un excursus significativo della sua attività poetica a partire dal 1985, nella quale il trascorrere del tempo si avverte anche nello stile che si va plasmando, mano a mano che la storia letterari,a allontanandosi dagli sperimentalismi delle avanguardie, registra un cambiamento del linguaggio. La sensazione che immediatamente se ne trae è quella di una poesia colta, misurata e attenta nel disvelare l’Io senza roboanti affermazioni di verità, ma che si configura come narrazione di una storia personale, un sottaciuto Bildungsroman intrecciato alla Storia della realtà esterna, senza mai lasciarsene totalmente dominare.
Si percepisce tra i versi una certa ritrosia, quasi si trattasse di una vicenda elaborata nel profondo del corpo del Poeta- e va qui sottolineata l’importanza del corpo – che attraversa la persona stessa sia negli eventi esterni che in quelli privati: “Cerca il mio corpo sulla carta/” dice in modo esplicito il Poeta, “Tutto è assegnato al corpo/pronto alla fuga, alla sua lingua/inquieta…/”. Sono versi del 2014, che incontriamo in Galleria del vento (p.72), benché silenziosamente giacenti nell’Es fin dai primi componimenti. Quel corpo che pensava di essere al centro, di dominare il tempo e la memoria come entità compatte, senza contraddizioni, si ritrova a fare i conti con il ricordo proprio e altrui : ”Io che credevo il tempo/drappeggio intorno/a me eterno centro/…./Invece affiorano/ povere trame sparse/”(Cielo privato, 2005, p.42). Quel passato “di presunta gloria” i cui racconti nel dopoguerra venivano risparmiati ai figli: ”adunate, le corse nei rifugi…il cambio di uniformi” resta come monito contro le storture della storia :”Nessuno adesso si permetta il lusso della nostalgia/bruciano i documenti tra le mani”(p. 46) definisce la consapevolezza civile del cittadino immerso in “un campo di battaglia senza tregua”.
Il segno di una maturità ormai conquistata, se non molto vicina, si intravede già in un testo del 1993 (Sesto Senso, p. 22): “Dalla spiaggia avvistata/arrivare pareva onda difforme elevata restare/” che si sviluppa in: ”La battuta seguente/è già trincea in esplosione”…testo misterioso , che ci dice, però: “Dal cambio di visuale/ ci si vede su pedane mobili”. Nell’evidente simbolismo i movimenti del mare impongono una dinamica all’esistenza che scorre, tant’è che il movimento produce un mutamento inevitabile a quell’onda che prima avevamo visto “elevata restare”. Esempio, questo, di Poiein, cioè fare, plasmare, creare – così procede la poesia al passo con la vita, modellando a propria scelta il linguaggio e le immagini anche nell’intento di respingere quegli “angeli ostili” che ostacolano il viaggio verso la maturità, rifiutando la pacificazione dei conflitti: “Chiedevo a bassa voce padre/mostrami la cicatrice, la guerra/ma il panno non si è sollevato…”. Passaggio molto intenso, dal cui inevitabile smarrimento il Poeta riuscirà a trovare una via d’uscita: “La sostanza sopravvive alle creature/ nella visione/…/L’alleanza sta affiorando adesso/” (in Cielo privato, 2005, p. 48).
La musicalità accurata della versificazione e abilmente ricercata della lingua svela la volontà di dire, ma sempre con un certo pudore: ”Cambio sempre strada al ritorno/La mia natura è percorrere/la scala di servizio, accomodarmi/ a dormire sul gradino stretto” (p.90). Non a caso questi versi si trovano nel testo conclusivo della raccolta, quasi a fornirne una chiave di lettura. Ne traspare uno spirito consapevole della propria intima complessità, dell’esistenza di un doppio, di un sosia nascosto e dunque di due nature che si contrappongono l’una all’altra e, pur confliggendo, collaborano – in quanto complici – entro un’unica persona (p.56).
Alcuni testi inediti tratti da Lazzaretto, il quartiere di manzoniana memoria ormai quasi totalmente scomparso, in cui la famiglia del Poeta abitava, richiamano il tempo della peste di Milano, il “male sepolto”, che in modo inquietante resta imperituro, sebbene le nuove case sembrino cancellare i pochi resti del passato, come lo stemma borromeo. Con le loro “ombre perenni”, quelle strade percorse dal Poeta bambino che le attraversa “disarmato”, benché oggi consapevole di far parte dei “salvati”, sembrano un presagio della pandemia che si sarebbe nuovamente abbattuta sulla città e sul mondo.
In quel quartiere si ritrovano le memorie della scuola, dei tigli profumati, del fiocco azzurro al collo degli scolari, delle paure vissute negli interminabili corridoi della scuola, nelle strade cupe e deserte. E proprio lì il Poeta ha avvertito le prime esplosioni del desiderio adolescenziale, la gioiosa fine dell’anno scolastico all’inizio di un’estate accarezzata nei sogni come “infinita”. Tra le mura scolastiche che racchiudevano l’inverno e la solitudine delle aule verranno apprese le regole della scuola e della vita dal bambino “che vive d’ombra”, che mai si mescolerà alle corse pazze dei compagni: “Non mi avrete alla ricreazione/ salirò sull’albero/ più alto del giardino.” (p.90). In questi ultimi versi sta il ritratto degli anni di formazione del futuro Poeta, del suo carattere schivo e appartato. Ed è qui, a mio parere, che si apre alla comprensione del lettore la figura umana di Luigi Cannillo.
Un encomio merita il lavoro di traduzione in lingua inglese di questa antologia, in quanto brillante esempio di aderenza al testo. Nessun tradimento del testo originale, ma grande professionalità e rispetto dello stile dell’Autore. La fatica di Paolo Belluso, il traduttore, ha reso un mirabile servizio di trasmissione del testo, restituendo l’intensità delle immagini, non sempre immediate nella comunicazione, in un idioma meno duttile nel rendere appieno la polisemia delle parole e delle figure retoriche tipico nella nostra tradizione letteraria contemporanea.

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