La lingua muta delle tracce.di Francesco Marotta

Pubblicato il 12 maggio 2008 su Scrittura e Letture da Maurizio Baldini

La lingua muta delle tracce

Francesco Marotta

C’è un’intera sezione, nella pregevole opera di esordio di Daniele De Angelis (cfr. Diario di un altro, Ascoli Piceno, Otium Edizioni, 2007), quella intitolata “Sul volto”, con particolare riferimento ai testi III e IV, nella quale è possibile ravvisare, più che in altri luoghi notevoli di quel  libro, la radice prima degli inediti che qui si presentano, nella loro non indifferente novità, anche stilisticamente marcata. Complessivamente, pagine di versi che prefigurano una possibile partitura per coro muto, quasi reticoli di labbra, in attesa di aria e suono, che si espandono “senza indice di fine”: un sostanziale taglio sospensivo, di sguardo e di respiro, che si presenta, contemporaneamente, nella duplicità di un corpo, anche sotto il profilo segnico, che guarda se stesso dai margini, mentre il suo calco solare si abbandona e si appartiene all’ombra.

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Tra el lusch e’l brusch.di Adele Desideri

Pubblicato il 12 maggio 2008 su Scrittura e Letture da Maurizio Baldini

Tra el lusch e’l brusch

Francesco Piscitello Edizioni Nuove Scritture, Abbiategrasso (Mi), 2007, pag. 47, euro 7

“Io son solo poeta di silenzi.//” (“mì son domà poètta de silenzi.//”, pag. 15), scrive Francesco Piscitello in questa sua nuova raccolta di poesie. E dapoeta sa accostarsi al non detto con il giusto tatto. Nell’incavo della coscienza crepuscolare, tra il lusco e il brusco, mentre il giorno muore ed il suo sguardo visionario abbandona la razionalità per immergersi nel dormiveglia, egli transita nel crocevia creativo, magico, della rêverie. Allude, musica il senso, fa tacere la volgarità della parola quotidiana e permette alla metafora, di volare alto.Il termine “lusco” è un termine arcaico “risalente a Boccaccio, (… e indica) una <persona che, per difetto della vista, è costretta a guardare stringendo gli occhi e aggrottando le sopracciglia>. È proprio quello che si fa di sera, quando, lontani (…) dalle luci cittadine, le cose non si vedono bene, ma in fondo si presagiscono, perché c’è attesa, presentimento, immaginazione. (… Il poeta tedesco)Novalis attribuisce al passaggio dal giorno alla notte il colore azzurro, il colore del crepuscolo e dell’alba, il colore della transizione, ma nello stesso tempo quello della fusione e della compresenza. Da notare che dämmerung, in tedesco, significa entrambe le cose, cioè alba e crepuscolo. In più, è di genere femminile”[1]. Ed il femminile in questo libro appare, non a caso, come una lanterna, un faro, una luce nell’oscurità. Ma il femminile è anche, in molte tradizioni religiose, parola. (Per esempio, nell’induismo la Dea Sarasvati è anche nominata Dea Vac, ovvero Dea della Parola. A lei sono dedicati diversi inni vedici. Essa è il simbolo del Verbo divino, è protettrice della sapienza e della musica. La sua potenza dà ordine alle cose.) Nell’identità di parola-femminino-presentimento Piscitello

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Fabiano Alborghetti trova Alberto Mori

Pubblicato il 12 maggio 2008 su Scrittura e Letture da Maurizio Baldini

Fabiano Alborghetti trova Alberto Mori. Cercando l’oro della poesia 17. Territorio e monnezza.

04 Aprile 2008

Edizione anomala questa di “Cercando l’oro della poesia”: non ripercorriamo l’intera opera di un autore come nelle edizioni precedenti, ma ci addentriamo in dettaglio dentro una sola. A mio avviso, in tempo di elezioni e in tempo di emergenze “messe da parte” perché imbarazzanti se è in corso una campagna elettorale. Ecco allora una edizione straordinaria perché altrettanto straordinario (audace e attuale) è il tema trattato.

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Donne e Opere. di Giuliano Zosi

Pubblicato il 12 maggio 2008 su Saggi Musica da Maurizio Baldini

Nel campo dell’opera lirica il protagonismo è l’ambito delle donne. Anche quando l’eroe dell’argomento è l’uomo, il coinvolgimento femminile, è comunque sempre fondamentale allo svolgimento dell’azione. Le protagoniste femminili delle ribalte, se sono generalmente considerate passionali e idealiste, votate alla sofferenza e alla morte,vengono, però, percepite come forzeistintive e coraggiose, capaci di tirar dentro il loro destino, spesso senza rendersene conto, parenti, amanti e amici.. Sul finire dell’Ottocento, divengono personaggi chiave della struttura melodrammatica, dotate di volontà e coraggiosa autonomia. Spesso, pur essendo succubi di fatti più grandi di loro, si rivelano poitutt’altro che prive di personalità e di giuste ribellioni.L’evoluzione delle società europea e slava, grazie specialmente alla letteratura simbolista, al teatro romantico e al teatro verista, va, dunque, progressivamente conquistando nella donna, un certo grado di liberazione e di volontà d’azione:.

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Concerto per poeti e sintetizzatore

Pubblicato il 10 maggio 2008 su Arte e Mostre da Maurizio Baldini

Musica di Giuliano Zosi

(consonanze e rifrazioni in prima esecuzione assoluta)

Come Quando Poeti

Pubblicato il 10 maggio 2008 su Eventi Milanocosa da Maurizio Baldini

Come Quando Poeti

A passo tra le parole

A cura di Cesare Vergati

in collaborazione con Milanocosa

AttraversaMenti

Pubblicato il 10 maggio 2008 su Eventi Milanocosa da Maurizio Baldini

AttraversaMenti – dopo l’incontro dell’8 aprile scorso per la Giornata Mondiale della Poesia alla Libreria Archivi del ‘900, dove con Abitare la Terra-Abitare la Parola, abbiamo proposto testi e riflessioni su Terra-Parola – prosegue con tre incontri di particolare interesse e con la collaborazione della rivista La Mosca di Milano

Ingannevole è la prosa sopra ogni cosa.Viaggio nella narrativa erotica scritta dalle donne. di Chiara Cretella

Pubblicato il 10 maggio 2008 su Saggi Prosa da Maurizio Baldini

Chiamo vergine la donna che ha fatto l’amore con un solo uomo.

Emmanuelle, L’antivergine.

La narrativa delle giovani scrittrici degli ultimi anni sembra essersi attestata su un livello comune di condivisione culturale. Si può partire dalla definizione di «scrittura dell’ombelico», come viene intesa dai Wu Ming ad esempio, che indicano con questa locuzione la letteratura intimistica e non impegnata, tipica espressione della repressione culturale in atto in Italia, e si può approdare alla «scrittura dell’utero» per rubare una definizione a Renato Barilli.[1] La fascia di questo genere letterario si allarga a tematiche differenti, ma spesso declinate con l’uso topico della prima persona, ad indicare un luogo di una geografia di pensiero, prima che letterario. Spesso queste scritture femminili privilegiano la forma diaristica.

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La poesia: lingua carnale dell’esperienza. di Gabriela Fantato

Pubblicato il 10 maggio 2008 su Saggi Filosofia da Maurizio Baldini

La poesia: lingua carnale dell’esperienza

Gabriela Fantato

Due filosofi-psicoanalisti hanno definito la nostra come «l’epoca delle passioni tristi», rifacendosi a tesi di Spinoza[1], un’epoca di disorientamento, in cui il futuro non è più sentito come «una promessa», come è stato per l’Occidente postilluminista e neopositivista, ma come «una minaccia», con il conseguente venir meno delle progettualità e delle speranze. Penso che ogni essere umano senta su di sé, oggi più che mai, una minaccia diffusa.

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