L’IBRIDO E IL DOPPIO. di Pierangelo Sequeri
Sacro e profano, cielo e terra, anima e corpo, eros e amore. Ma anche maschile e femminile, coscienza e inconscio, ragione e follia, rappresentazione e immaginazione, e altro ancora.
Esiste un'estetica della conciliazione, per quanto inafferrabile e incompiuta? La caduta nella forzatura dell'ibrido e nell'angoscia dello sdoppiamento, è forse una fatalità inespugnabile? Il tema ha qualche significativo collegamento con le ricerche svolte in corsi precedenti (“Il pure e il folle”; e ancora prima “Fasmi e fantasmi”).
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